C'era da pensare peggio, e invece....
Per l'esordio alla regia di Laura Morante c'è voluta un produzione francese a troupe italiana e cast quasi interamente francofono, che ha più il sapore del cinema d'oltralpe che quello del nostro.
Ciliegine è un film scritto da Laura Morante stessa (con Daniele Costantini) che prende un canovaccio tipico (una donna androfoba sviluppa un rapporto d'amicizia con un uomo che crede gay e così facendo se ne innamora superando la propria fobia) e lo sviluppa alla francese, cioè con un eccesso di verbosità, una fotografia satura e carica di elementi, musiche di clarinetto e i toni del cinema più disimpegnato, realizzato con abilità.
E' insomma un film garbato Ciliegine che non ambisce a molto e forse per questo raccoglie tanto, che racconta una storia molto semplice, tutta centrata sulla protagonista (Laura Morante stessa) riuscendo a creare almeno un carattere pieno di sfumature.
La consueta isterica-morantiana si arricchisce di particolari e dettagli, e potendo stavolta Laura Morante controllare anche il modo in cui il personaggio è "guardato" dal film (oltre che recitato), cambia la prospettiva su di esso a favore di una maggiore complessità. Intollerante e intollerabile, antipatica, scontrosa ma anche comprensibile e amabile, vittima (e vittimista) ma intimamente nemica di se stessa, quel personaggio che l'attrice si porta appresso in tanti film qui trova un'insperata dignità umana.
Ciliegine è così un film dai toni molto curati, come un'interno borghese, rassicurante nella misura in cui propone drammi da nulla, problemi d'alti piani e soluzioni "psicologico-ludiche" (come dicono i personaggi stessi). Sarà l'aria di Francia ma se non altro questo primo film di Laura Morante non è schiacciato da ambizioni smisurate o da un'idea di cinema lontanissima dalla propria percezione, ed è baciato dalla voglia di fare qualcosa di piacevole.
Poi, se questo sarà tale (inevitabilmente) per un pubblico molto ristretto, pazienza.
Nessun commento:
Posta un commento