In una saga caratterizzata da pessimi adattamenti, mancanza di ritmo, cattiva recitazione e una generale trascuratezza, la chiusura, se non altro, non peggiora quanto abbiamo già visto ma regala un minimo di coerenza e (addirittura!) una sorpresa in linea con l'idea di fondo degli inizi.
Breaking Dawn parte II innanzitutto non è un film noioso, e questa è una notizia. Mentre almeno 3 dei precedenti capitoli erano caratterizzati da un sostanziale immobilismo dei personaggi e una totale assenza di svolte narrative, eventi catalizzanti o attese che tenessero vivo l'entusiasmo, questo finale si riserva tutta una nuova parte di trama, ovvero quella relativa alla figlia di Edward e Bella, la sua natura misteriosa e il suo destino.
Concentrando così tanto una parte di storia il risultato è un film se non altro dinamico, che presta il fianco a qualche novità e indugia molto meno (ma non per nulla) nel ridicolo.
Ormai completamente dimenticata l'estetica emo e le sue idee sulla compenetrazione tra sangue, romanticismo e sofferenza (che invece davano molta dignità al primo film), Breaking Dawn parte II è un capitolo di pura action sebbene piegata ai gusti del pubblico femminile di riferimento, cosa che ne costituisce l'elemento di maggiore interesse (come combattono una lotta due veri innamorati?) in cui una ragazza madre (finalmente alla pari con gli altri) cerca di proteggere la propria figlia.
L'arco narrativo che la serie tiene in sospeso dall'inizio (cioè le barriere che ostacolano l'amore tra i protagonisti) è ormai concluso e questo libera la saga dalla sua ammorbante ripetitività, costringendola ad aprirne un altro (quello per l'appunto della figlia) più breve che si esaurisca in un film solo.
Eppure a voler leggere la storia di tutti i film sotto la chiave religiosa (un esercizio ben più teorico), solo con questo quinto capitolo si può davvero dire concluso quello che a tutti gli effetti è il processo di conversione e integrazione promesso dall'inizio. Bella già nel film precedente è diventata vampiro, cioè si è convertita ed è ora pari dell'uomo che a questo punto (e solo ora) può amare al pari della sua comunità, tutti sotto lo stesso tetto e con le medesime abitudini proprio come una vera comunità separata dagli altri. Partecipa ai loro riti (la caccia) e alle loro battaglie (gli scontri con i Volturri) e soprattutto cresce una bambina che è figlia sua quanto della comunità stessa che se ne prende cura in maniera non dissimile dalla madre.
Per quanto sia sempre stata e rimanga in ogni momento l'unica protagonista della seria, Bella è comunque sottomessa non tanto ad un uomo (che anzi sceglie e vuole fortemente) ma al suo universo di valori e scelte di vita, cui si deve piegare in toto, anche rinunciando alla vita passata. Questo, invece che essere fonte di frustrazione e dolore, come capita nella maggior parte delle storie, è anzi l'unico viatico per una felicità che viene ossessivamente ripetuto essere "eterna".
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