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27.8.05

Romanzo Popolare (1974)
di Mario Monicelli

Occorre dire subito che secondo il sottoscritto l'unico vero regista di commedie all'italiana è Mario Monicelli. Gli altri (Risi compreso) sono registi che possono contare su un numero limitato di commedie all'italiana di valore (Germi ha fatto anche molto altro!) e soprattutto, tutte realizzate in un ambito temporale limitato cioè gli anni '60, il momento storico delle grandi commedie all'italiana. L'unico che abbia saputo realizzare film complessi e personali in quello stile per tutta la carriera è Monicelli, l'unico di questi inoltre a possedere una maestria cinematografica vera, basti dire che I Soliti Ignoti, primo in ordine temporale tra i suoi film più riusciti, è il suo 54esimo film. Dopo aver girato 54 film ma che abilità hai raggiunto nel narrare?
Così anche Romanzo Popolare è cinematograficamente impeccabile, pur con tutte quelle cadute di stile tipiche degli anni '70 come la voce fuori campo che narra, interagisce con il pubblico e "comanda" il film come lo se stesse proiettando lui stesso.
Lo sguardo pessimista, lo sfondo sociale (che al contrario di molti altri esempi rimane uno sfondo) di un'Italia in difficoltà, le grandi trovate (merito anche di Age e Scarpelli) e utilizzo di caratteristi. Una dimensione praticamente industriale del cinema che molto ricorda la hollywood degli anni d'oro.
Lungi da me affermare che Romanzo Popolare è un grande film. E' un buon film, l'ennesima dimostrazione della grande capacità di narrare di Monicelli che, come tutti i grandi, riesce a fare le cose più difficili nella maniera più semplice. Tutti i personaggi hanno spessore, tutti hanno desideri meriti e colpe, nessuno e condannabile o assolvibile, il tutto in una forma minimalista, agile e scorrevole. La visione complessa della realtà di cui spesso ci vantiamo come europei.





5 commenti:

Anonimo ha detto...

monicelli è UN MITO.
Speravo che un giorno postassi un suo film... Purtroppo questo non l' ho visto....


gparker ha detto...

E beh, prima o poi sarebbe accaduto. Anche io lo trovo grandissimo.


Anonimo ha detto...

nota di merito anche per il fatto che citi Age e Scarpelli... Altri due mostri sacri...


Anonimo ha detto...

Ma perchè? Diciamolo pure. E' un bel film. Anche Jannacci è alla sua migliore esperienza come compositore. Così anche Placido e la Muti sono perfetti. meritevole di nota il cameo di Beppe Viola (è la maschera del cinema che non fa entrare la Muti incinta) che fu anche consulente per i dialoghi.
Però non comprendo la tua incoronazione di Monicelli come "unico vero regista di commedie all'italiana". Anche lui, come Germi, ha fatto dell'altro. "La Grande Guerra", ad esempio, non è tipicamente commedia.

Ciao


gparker ha detto...

Come no?? Ha i toni da dramma in molti punti, ma è sostanzialmente una commedia all'italiana nel vero senso della definizione. Mostra in forma di commedia contenuti drammatici.
Cmq definisco Monicelli l'unico vero regista di commedie all'italiana perchè è stato l'unico a riuscire in quello che la commedia all'italiana si proponeva. All'epoca ne venivano girate tantissime, anche di pessima lega, e proprio perchè erano pessime non erano commedie all'italiana, perchè non riuscivano in quel delicato equilibrio di commedia con sfondo drammatico. Lui invece ne ha fatte tante e tutta la vita.


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