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1.1.06

Daunbailò (Down By Law, 1986)
di Jim Jarmusch

Uno dei pochi film di Jarmusch noti in Italia soprattutto per la presenza di Roberto Benigni. Certo, come ci siano finiti lui e la Braschi è un po' un mistero.
Daunbailò è jarmuschano fino al midollo e anche un po' stereotipicamente indipendente. La fotografia bellissima è come quella che un po' di anni dopo verrà usata per Dead Man e l'andamento voultamente molto lento non aiuta, del resto come sempre in Jarmusch.
Per una serie di eventi poco chiari due uomini della Lousiana si trovano in carcere nella stessa cella e dopo poco li raggiunge Benigni, un italoamericano capitato per caso in America e finito in galera per motivi abbastanza ridicoli. Insieme scappano e da qui parte un viaggio fatto di contraddizioni scelte estreme e incontri cardine. Tutto però senza la minima enfasi (avevo detto che è pienamente Jarmusch) e senza alcuna velleità calligrafica che non risieda nella fotografia.
Abbondando di elementi stranianti, dall'italoamericano benignesco alla recitazione di Tom Waits, ancora una volta mi semrba che Jarmsuch non vada a fondo in nulla toccando molti temi, e non riesce nemmeno a dare una visione d'insieme coerente, i tre uomini oppressi dalla legge sembrano in realtà tre maschere che vagano senza una metà in paesaggi inquietantemente belli, ma tutto questo non comunica niente, nemmeno nel momento in cui, in fuga dalla prigione, approdano ad una casina dove riposeranno che ha due letti a castello disposti come quelli della loro cella ed una finestra nel medesimo punto della parete in cui Roberto l'aveva disegnata in galera.
Sarò io, ma questo cinema non mi convince mai.





7 commenti:

Anonimo ha detto...

purtroppo è cosi...


Anonimo ha detto...

io non l' ho visto ma ci credo... Dead Man mi ha deluso tantissimo...

Ah!!! Ragazzi, tutti ad Angouleme:
http://www.bdangouleme.com/contenus/Divers_pdf/2006_plan.jpg


Gokachu ha detto...

Sei tu, sei tu. L'unico (non piccolo) difetto di Down by law è che a un certo punto entra in scena Benigni che si divora il film. Fino a quel momento è semplicemente splendido (per esempio, indimenticabile il carrello d'apertura).


gparker ha detto...

Il carrello d'apertura è molto è vero, non posso dirgli proprio niente.
Ma io Jarmusch proprio non lo reggo (forse per questo mi è piaciuto Broken Flowers che è un Jarmusch un po' diverso dal solito).
Tra poco mi vedrò dopo molto rimandare anche Coffe and Cigarettes, credo soffrirò anche lì.


Anonimo ha detto...

Bengini recita anche in coffee and cigarette


gparker ha detto...

Si si ma ancora non ho avuto il cuore di vederlo...


Anonimo ha detto...

Ciao a tutti, il punto non è apprezzare o non apprezzare Jarmusch ma è ostentare di essere delle testacce di cazzo. Spero che vi ingozziate di popcorn fino a che non vi escano dagli orifizi. Ce ne fossero di Jarmusch, massa di bestie senza ragione d'esistere!


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