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8.2.06

Freaks (Freaks, 1932)
di Tod Browning

Uno dei film più originali e singolari di tutta la storia del cinema, il ritratto di un mondo fatto in una maniera in cui non si è più osato fare. Freaks è un film celeberrimo, e merita la sua fama.
Per chi non lo sapesse si tratta di una pellicola di Tod Browning, l'autore di Dracula Primo con Bela Lugosi, esperto di horror a cui la MGM chiese di rispondere all'ingente produzione di film del terrore che in quegli anni faceva la Universal. E lui da grande esperto andò oltre l'orrore del soprannaturale per narrare dell'orrore del naturale, sulla scia tracciata poco prima da M, il Mostro di Dusseldhorf: l'orrore che si nasconde nella quotidianità. Ne uscì così un film sui fenomeni da baraccone, filmato con veri fenomeni da baraccone sul set (uomini senza nè braccia nè gambe, uomini che esistono solo dalla cinta in su, donne barbute, uomini chiodo, nani, donne senza braccia....).
Ma forse non è giusto parlare di terrore nel momento in cui si descrive Freaks, poichè sarebbe limitativo. La varietà di approcci e i continui ribaltamenti di aspettative proiettano il film in una dimensione decisamente più complessa della mera cornica di genere.
Se inizialmente, come non era difficile prevedere il regista sembra schierarsi con i fenomeni da baraccone mostrandone il lato umano, buono e solidale, andando avanti con il film è sempre più evidente come lo sguardo in realtà non parteggi per i freaks, ma sia assolutamente imparziale. Le vicende del film progressivamente tendono a mostrare sempre di più il mondo dei fenomeni da baraccone in tutto e per tutto simile a quello di una qualsiasi minoranza aggregata, sia quella dei ghetti, sia quella degli immigrati, sia quella della mafia.
E se esistono uomini mostruosi nell'animo capaci di azioni abiette e senza scrupoli, i freaks non sono da meno, i freaks sono uomini e come tali amano ma soprattutto odiano. E la repressione finale non fa certo sconti alcuni.





1 commento:

Massimo ha detto...

un film incredibilmente avanti e coraggioso, per gli anni 30. incredibile è la parola giusta.


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