Nel suo primissimo periodo Germi era un regista di genere, faceva noir all'americana. Era l'immediato dopoguerra e mentre il cinema italiano furoreggiava con il neorealismo Pietro Germi si faceva largo dirigendo film d'intrattenimento che guardassero all'industria americana non mancando di cercare una forte denuncia sociale, e intanto ad aiutarlo nelle sceneggiature si faceva le ossa gente come Pietrangeli, Monicelli, Comencini, Trieste, Scola e Fellini. Nessuna meraviglia che questi film siano di impeccabile fattura.
Assieme a La Città Si Difende questo Gioventù Perduta costituisce un fulgido esempio di questa prima produzione (molto più di Un Maledetto Imbroglio che invece ha un'origine letteraria e sviluppa temi decisamente più personali), caratterizzata da una grande abilità nel narrare, poca esperienza nel creare la suspense, una forte volontà di mettere in scena la realtà (del resto come detto eravamo in pieno neorealismo) e purtroppo una quasi assenza di personalità.
Se da una parte film come Gioventù Bruciata e La Città Si Difende sono degli esempi di buon cinema, intenso ben fatto e recitato e con una precisa idea di regia e una ferma volontà dall'altra mancano totalmente di una visione personale di cinema.
Se si provasse a tracciare un'impossibile linea spazio-temporale del cinema noir che parte dal genere gangster metropolitano in Germania negli anni '20, passa attraverso una fase simile in America negli anni '30, lì negli anni '40 si trasforma nel vero noir, passa in Italia alla fine dei '40 e all'inizio dei '50 e infine approda in Francia all'inizio dei '60, è evidente come il nostro contributo al genere è impalpabile. I tedeschi ne hanno capito l'esigenza, gli americani l'hanno creato, i francesi l'hanno stravolto scovandone l'essenza pura e mettendola al servizio per la prima volta dei loro interessi e di generi diversi e noi non abbiamo fatto che applicare degli schemi funzionanti. Solo negli anni '70 la palla è tornata a noi e abbiamo reso onore al genere aggiornandolo prima che negli anni '80 se ne riappropriassero gli americani per fonderlo con il cinema di fantascienza e negli anni '90 finisse in mano ai cinesi per essere commistionato al cinema d'azione.
Assieme a La Città Si Difende questo Gioventù Perduta costituisce un fulgido esempio di questa prima produzione (molto più di Un Maledetto Imbroglio che invece ha un'origine letteraria e sviluppa temi decisamente più personali), caratterizzata da una grande abilità nel narrare, poca esperienza nel creare la suspense, una forte volontà di mettere in scena la realtà (del resto come detto eravamo in pieno neorealismo) e purtroppo una quasi assenza di personalità.
Se da una parte film come Gioventù Bruciata e La Città Si Difende sono degli esempi di buon cinema, intenso ben fatto e recitato e con una precisa idea di regia e una ferma volontà dall'altra mancano totalmente di una visione personale di cinema.
Se si provasse a tracciare un'impossibile linea spazio-temporale del cinema noir che parte dal genere gangster metropolitano in Germania negli anni '20, passa attraverso una fase simile in America negli anni '30, lì negli anni '40 si trasforma nel vero noir, passa in Italia alla fine dei '40 e all'inizio dei '50 e infine approda in Francia all'inizio dei '60, è evidente come il nostro contributo al genere è impalpabile. I tedeschi ne hanno capito l'esigenza, gli americani l'hanno creato, i francesi l'hanno stravolto scovandone l'essenza pura e mettendola al servizio per la prima volta dei loro interessi e di generi diversi e noi non abbiamo fatto che applicare degli schemi funzionanti. Solo negli anni '70 la palla è tornata a noi e abbiamo reso onore al genere aggiornandolo prima che negli anni '80 se ne riappropriassero gli americani per fonderlo con il cinema di fantascienza e negli anni '90 finisse in mano ai cinesi per essere commistionato al cinema d'azione.
3 commenti:
Oddio... Mi sembra un po "tirato per i capelli" il tuo discorso sul noir, come dicono in Gallia...Negli anni 70, in Italia parli di 2 film Milano Calibro 9 e La Mala Ordina.. Negli anni 80 fai riferimento ad un film solo Blade Runner... Negli anni 90 in cina, non è correttissimo in quanto molti dei capolavori di John Woo sono degli anni 80...
Cercavo di fare unicamente un percorso geografico del noir che mi sembra ci sia stato. NEgli anni '70 ne abbiamo fatti di noir, a valanga, certo non tutti ottimi (ma del resto neanche i francesi li facevano tutti belli) però abbiamo avuto un periodo di produzione noir in cui facevamo tanti film di quel tipo e soprattutto in cui li facevamo a modo nostro, senza copiare nessuno.
Lo stesso vale per gli anni '80 e la fantascienza in america, si è partiti con Blade Runner ma poi questo ha creato come un precedente di ambientazioni dark e fumosamente noir dalle quali la fantscienza non si è più liberata (anche Dark City è così).
L'unica cosa forse un po' tirata per i capelli sono gli anni '90 in Cina anche perchè per dire The Killer è dell'89, sarebbe stato più giusto parlare di fine anni '80 ma ormai avevo fatto un racconto per decadi e ho forzato.
Il punto è che mi sembra proprio che periodicamente il noir ritorna e si fonda con qualche cinematografia nazionale (solitamente ad opera di un autore che comincia ed altri che lo seguono) acquistando di significato e diventando sempre di più un metagenere che contamina gli altri.
Su quest' ultima cosa sono d' accordo, anche perchè il noir è uno dei generi + diffusi e fondamentali... E normale che nel tempo contamini e venga contaminato dai nuovi generi... E inoltre normale che venga ad afferire alla cinematografia di molte nazioni (Giappone con Kitano ad esempio...)...
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