L'ho detto più volte che secondo me Billy Wilder è uno dei registi più tecnici della storia del cinema (paragonabile a maestri come Walsh o Hitchcock) con una spiccata passione per la scrittura, capace con le sue commedie di oscurare anche il suo maestro Lubitsch.
Sabrina è l'ennesima commedia perfetta del maestro viennese, commedia meno feroce rispetto a quelle scritte in coppia con I.A.L. Diamond, ma altrettanto acuta, divertente e passionale.
Se mancano i feticci di Wilder (Lemmon e Matthau) c'è però un grandissimo Humphrey Bogart a supportare una Audrey Hepburn nella media (tanto Audrey Hepburn quello sapeva fare e quello faceva). Ancora una volta mesi a posto i protagonisti in ruoli ben definiti che si scioglieranno durante il film, Wilder ha occasione di dedicarsi alla sua passione, i comprimari. Anche questa volta il casti che fa da sfondo è da prim'ordine, tutti immensi caratteristi calati in ruoli che gli calzano a pennello (dal padre dei Bogart, al maestro di cucina, alla cuoca di famiglia, al barone conosciuto a Parigi).
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