E' sempre sorprendente il modo in cui Allen riesca a parlare per rimbalzi. Narra la storia di un agente sgangherato, di buon cuore e un po' sfortunato di Broadway e riesce a parlare di colpe e redenzioni. Gira un film sulle illusioni e i retroscena del mondo dello spettacolo e riesce a compiere una parabola religiosa, ma senza mostrare nulla esplicitamente. Tenendosi fedele ad una trama lineare e ad un argomento (il mondo dello spettacolo) le sue storie rispecchiano altri temi, di rimbalzo figurano altri scenari rispetto a quelli messi in mostra.
Oltre a questo c'è sempre una parte di sperimentazione visiva che procede di pari passo con la narrazione. In questo caso per la parabola semi-religiosa di un disperato "benefattore" (a modo suo) Allen sceglie un bianco e nero poco contrastato, diverso da quello a tinte forti di Manhattan, molto più soffice e smussato, abbinato, come sempre, alla profondità di campo e come sempre le lunghe sequenze dominano su segmenti più dinamici e frammentati.
In aggiunta infine spesso (e questo è uno di quei casi) Allen non si fa mancare una sperimentazione narrativa. In Broadway Danny Rose, ci sono alcuni comici che si ritrovano e ricordano i vecchi tempi di Broadway e qualcuno ad un certo punto fa il nome di Danny Rose. Partono alcuni brevi aneddoti preparatori e poi uno di loro inizia il lungo racconto che occupa tutto il film, la storia più strana tra quelle legate a questo mitico personaggio. Una struttura stranissima, prima piccoli aneddoti preparatori e poi il corpo del racconto, un modo particolare di introdurre la figura, far prendere confidenza allo spettatore con il carattere in gioco e poi procedere con il grosso.
Non ci sono possibili dubbi sul fatto che vedendo un film di Woody Allen, anche il suo peggiore, ci si trovi davanti al miglior cinema possibile.
Oltre a questo c'è sempre una parte di sperimentazione visiva che procede di pari passo con la narrazione. In questo caso per la parabola semi-religiosa di un disperato "benefattore" (a modo suo) Allen sceglie un bianco e nero poco contrastato, diverso da quello a tinte forti di Manhattan, molto più soffice e smussato, abbinato, come sempre, alla profondità di campo e come sempre le lunghe sequenze dominano su segmenti più dinamici e frammentati.
In aggiunta infine spesso (e questo è uno di quei casi) Allen non si fa mancare una sperimentazione narrativa. In Broadway Danny Rose, ci sono alcuni comici che si ritrovano e ricordano i vecchi tempi di Broadway e qualcuno ad un certo punto fa il nome di Danny Rose. Partono alcuni brevi aneddoti preparatori e poi uno di loro inizia il lungo racconto che occupa tutto il film, la storia più strana tra quelle legate a questo mitico personaggio. Una struttura stranissima, prima piccoli aneddoti preparatori e poi il corpo del racconto, un modo particolare di introdurre la figura, far prendere confidenza allo spettatore con il carattere in gioco e poi procedere con il grosso.
Non ci sono possibili dubbi sul fatto che vedendo un film di Woody Allen, anche il suo peggiore, ci si trovi davanti al miglior cinema possibile.
7 commenti:
bello il tuo sito..
questo film di woody allen mi manca.. ma adoro tutti i suoi film..è un genio.
se ti va, fai un salto sul mio blog..
-little miss sunshine-
purtroppo devo fare attività di pierraggio pure io, solo che sul tuo blog ci passo da tempo e ne sono un vero fan.
dal momento che oggi ho un pò di tempo a disposizione ho pensato di linkare sul mio blog i blog (che bisticcio tremendo) cinematografici che preferisco.
Non è paraculaggine d'alcun tipo la mia, lo faccio solo per avere una strada più veloce per poter leggere quel che mi interessa.
complimenti allora al tuo blog ed alla tua passione.
una curiosità: il film di Allen l'hai appena visto su SKY?
si era Sky, raramente compro o affitto DVD vedo quello che passa la televisione, analogica e digitale.
E per la mia esperienza posso dire che in televisione mandano veramente di tutto.
quindi gran parte delle recensioni che hai scritto sono figlie di visioni "satellitari" ? Questo dimosta che sky è davvero interesante. sei uno spot vivente del fatto che la pay-tv logora chi non ce l'ha..... pazzesco il numero di recensioni presenti sul tuo blog, davvero... complimenti anche per la qualità...
Saresti sorpreso di sapere quanti (e quali) di questi li ho registrati dai canali normali...
La tv generalista, fino a qualche anno fa, rappresentava il più grande cineforum italiano (bastava avere un buon videoregistratore). Oggi le cose sono peggiorate (almeno così mi dicono), ma sono felice di apprendere che la situazione è meno desolante di quanto credessi (basta ancora avere un buon videoregistratore, a quanto pare).
non so a quanti anni fa fai riferimento. Posso dire che sono circa 6 anni che con regolarità monitorizzo le trasmissioni delle reti generaliste e ho visto trasmettere praticamente tutto. E per quanto se ne dica (e spesso lo dica io stesso) Rete4 tiene assolutamente testa a Rai3 seguiti a breve distanza dalla programmazione pomeridiana di La7.
Non so se ci siano stati tempi migliori (ma mi sembra difficile che fossero quelli in cui non c'era la concorrenza con le reti commerciali) ma questi per quanto mi riguarda vanno più che bene. Più film di così non riuscirei a vederli...
Posta un commento