Il Grande Capo non è la prima incursione di Von Trier nella commedia, già con The Kingdom aveva esplorato i terreni del grottesco e dell'ironia, tant'è che molte di quelle idee vengono riciclate, come gli insulti ai danesi.
Ma ciò che più si attendeva da questo film (o almeno ciò che più attendevo io) era: 1) vedere questo sistema Automavision di cui si è avvalso il buon Lars che prevede che una scena sia inquadrata da più videocamere contemporaneamente e poi un software decida come e quando fare i tagli per impedire agli attori di sapere da dove saranno inquadrati ed essere piiù naturali 2) vedere Von Trier alle prese con un film programmaticamente non politico, non ideologico e non meditabondo (o fintamente tale a seconda se siate pro o contro il discusso regista), un film quindi puramente narrativo.
In entrambi i casi una delusione.
Il sistema Automavision va trascinato direttamente nel cestino e poi subito fare "svuota cestino". Stacchi inutili, inquadrature che prendono alle volte solo la fronte dei protagonisti, campi e controcampi fatti a caso, insomma uno schifo. E per quanto riguarda invece l'approccio ad un cinema più leggero o comunque meno impegnato, anche lì sono rimasto un po' deluso. L'intreccio è originale, i dialoghi buoni, la recitazione pure, insomma tutto scorre liscio. Eppure Lars Von Trier fa di tutto per buttarti fuori dal film, in ogni momento fa di tutto per ricordarti che sei al cinema ed è tutto finto. Spesso c'è la sua voce fuoricampo che si identifica come regista, spesso avverte che tra poco il film finirà o spiega perchè si passi ad un'altra scena. Per quanto questa sia un scelta che ha un suo perchè, se c'è una cosa che non sopporto è essere tirato fuori dal film.
Ma ciò che più si attendeva da questo film (o almeno ciò che più attendevo io) era: 1) vedere questo sistema Automavision di cui si è avvalso il buon Lars che prevede che una scena sia inquadrata da più videocamere contemporaneamente e poi un software decida come e quando fare i tagli per impedire agli attori di sapere da dove saranno inquadrati ed essere piiù naturali 2) vedere Von Trier alle prese con un film programmaticamente non politico, non ideologico e non meditabondo (o fintamente tale a seconda se siate pro o contro il discusso regista), un film quindi puramente narrativo.
In entrambi i casi una delusione.
Il sistema Automavision va trascinato direttamente nel cestino e poi subito fare "svuota cestino". Stacchi inutili, inquadrature che prendono alle volte solo la fronte dei protagonisti, campi e controcampi fatti a caso, insomma uno schifo. E per quanto riguarda invece l'approccio ad un cinema più leggero o comunque meno impegnato, anche lì sono rimasto un po' deluso. L'intreccio è originale, i dialoghi buoni, la recitazione pure, insomma tutto scorre liscio. Eppure Lars Von Trier fa di tutto per buttarti fuori dal film, in ogni momento fa di tutto per ricordarti che sei al cinema ed è tutto finto. Spesso c'è la sua voce fuoricampo che si identifica come regista, spesso avverte che tra poco il film finirà o spiega perchè si passi ad un'altra scena. Per quanto questa sia un scelta che ha un suo perchè, se c'è una cosa che non sopporto è essere tirato fuori dal film.
18 commenti:
mi sa che sono rimasto un pò indietro,quando tu c'hai portato a vedere dogville(ed è stato divertente solo perchè col ra ed enrico abbiamo sparato cazzate per 2 ore)mi hai chiaramente detto che doveva essere una sorta di trilogia? embè? gli altri 2?
mariolone:uno era manderlay (che non ho visto) l'altro boh.
gparker: ma il quiz l'hai risolto?
Il fatto che tu non sopporti di essere tirato fuori dal film è eminentemente personale, probabilmente stroncheresti pure Brecht, il teatro epico e tutto quello che c'è collegato. Insomma non ha valore oggettivo. Non che le tue recensioni debbano avere valore oggettivo eh. Però del fatto che odi Von Trier perché ti butta fuori del film mi interesso come del fatto che mio zio odia i musical perché "a un certo punto cominciano a cantare", cioè per niente ^^
ne parlavo giusto ieri sera a cena con amici.
ahhh AUGURI.
dicevo, che ne parlavo ieri con amici ed è successo il parapiglia, tutto è nato da una mia affermazione secondo la quale non era la prima volta che Von Trier faceva della commedia, solo che non avevo citato Kingdom, ma Idioti.
La folla s'è spaccata in tre Commedia, Drammatico, Documentario.
Ora secondo me idioti è una commedia.
come sono andato OT?
Beh certo non è mica il blog di Gparker questo?
Poi io ero abbastanza bendisposto verso questo film, che andrò a vedere e poi tornerò qui per parlarne.
As usual.
Non ho ancora visto il film, ma lo andrò a vedere perchè il tema della leadership - aziendale e non - reale e fittizia è centrale di questi tempi.
Il fatto poi che venga rappresentato con un impianto da commedia non significa che non lo si voglia trattare.
Ne riparleremo.
Gokachu: infatti ammetto che la scelta abbia un suo perchè, nel senso che non viene fatto senza motivo o in contrasto con qualcos'altro, è una scelta ragionevole e coerente portata avanti in tutto il film (e in altri film di von trier). Poi a me non piace. Non mi sembra di metterla in maniera oggettiva. Certo preferisco il von trier più puramente filmico di Onde Del Destino e Dancer in the Dark.
l e Mariolone: come dice L. la trilogia c'è è fatta da Dogville Maderlay e Wasington (senza la h) che dovrebbe essere il prossimo film di von Trier.
Lui: pure io alla fine farei rientrare idioti nel genere commedia/grottesco.
EmmeBi: non so quanto il film si concentri più su questo (a questo proposito ricicla un po' di luoghi comuni) e quanto invece sia più sugli attori, il fingersi qualcun altro, il prendere il proprio lavoro/dovere/compito con serietà... Ne riparleremo suona come una minaccia!
Vabbè, se è una notazione soggettiva non c'è molto di cui dibattere ^^
Il cinema e il teatro epico, quello che non vuole lo scioglimento dello spettatore all'interno dell'intreccio narrativo, ha augusti precedenti e a me piace molto (tranne quando diventa eccessivamente didascalico). Partendo dalle maschere della tragedia greca giù fino ai cartelli godardiani, ai topi resnesiani e fors'anche ai lunghi silenzi kubrickiani, tarriani o tarkovskiani. Troppa buona roba per disdegnare il piatto.
E' chiaro che buona roba c'è dovunque. Anche il cinema che mette in piedi e mostra i meccanismi della propria messa in scena ha delle vette altissime che non disdegno, anzi apprezzo e amo.
L'espressione di una preferenza soggettiva poi avviene considerando le produzioni medie (come è Il Grande Capo), lì è più facile capire se quel tipo di messa in scena ti piaccia o meno.
ciao!
Come va? Vedo che il blog prosegue alla grande :) Qua proseguiamo a fare corti controversi... chissà se questo ti piace
ci siamo spostati sul flash!
www.questononeunsito.it/siafatta/
mi avete incuriosito.
soprattutto perché l'automavision come mezzo di naturalità ed immediatezza "dogmatica" mi sembra in completa contraddizione con la presenza del regista e l'esplicitazione della messa in scena ecc, che per inciso è una delle cose che a me personalmente piace di più vedere al cinema...
d
Non è assolutamente in contraddizione perchè le inquadrature tagliate in maniera inusuale e gli stacchi fatti in momenti in cui non ti aspetti sono cose che ti spingono fuori dal film palesando l'artificio del montaggio.
Flash è un'idea che mi piace e soprattutto penso vi sia stato molto comodo (non tanto per la realizzazione quanto per la distribuzione). Il corto è carino, un po' aulico forse ma almeno non è una di quelle cose "da giovani". ciao.
spero dopo la visione di essere ancora convinto della genialità di Lars...
Semplicemente inverecondo....
AUTOMAmavision....solo il nome fa pensare....
come al solito per la sua pubblicità quel finto genio di Von Trier non esita a sparare alto....e cosa ancor + grave che la stampa di settore abbocchi a questi miseri tranelli da illusionista di seconda categoria.
Invece di giocare al "genio stravagante" Von Trier farebbe bene a curare meglio i suio film, spesso ottimi sogetti ma dalle vesti trasandate.
Non fatevi prendere in giro da chi sfrutta la stranezza visiva come specchietti e perline da vendere a ignari e indigeni...
Le vesti trasandate fanno parte del suo cinema che nei momenti migliori è autenticamente grezzo. Kingdom, Europa, Le Onde DEl Destino e Dancer In The Dark hanno uno stile sporco, movimentato e trasandato in perfetta armonia con lo svolgimento.
Non grido al genio, ma all'ottimo cineasta si.
Il fatto è che secondo me, in questo film, Lars poteva benissimo evitare i suoi trucchetti di straniamento e cazzi vari.
Sinceramente non mi è parso che qui i suoi espedienti avessero il loro perché; mi è parso invece che Lars abbia perso l'occasione di fare una pura e semplice commedia.
Pienamente daccordo.
Questa volta ha avuto veramente daccordo chi lo accusa di essere abile e furbetto nell'accativarsi gli spettatori con mezzucci e giochi di specchi.
..è evidente che forse non ci si ricordi bene di "europa",ben realizzato si, ma ad una lettura + attenta, puro autocompiacimento visivo in un inutile tentativo di presentarsi come un Welles di fine 900...Altro fumo negli occhi...
la cosa migliore del film..... 3 delle quattro protagoniste femminili (lasciando fuori ovviamente quella che piange)
innamorato a turno di ciascuna di loro! (e mi sa vin e la ex moglie dell'attore)
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