Certo che con questo titolo ho un po' esagerato... Alto budget è una parola forte....
Quello che conta comunque è che Prom Queen, per chi non ne avesse ma i sentito parlare, è una serie prodotta appositamente per internet nella quale ogni episodio dura 2 minuti e che veniva aggiornata quotidianamente fino a ieri. E' frutto della Vuguru, la compagnia di produzione fondata da Michael Eisner, l'uomo che è stato per decenni alla guida della Disney e che ora ha deciso di buttarsi su internet.
80 episodi per 80 giorni, una trama ben decisa (un gruppo di ragazzi diversi si preparano al ballo di fine anno e tra loro c'è un omicida) e la volontà di segnare lo stato delle cose sia a livello commerciale che filmico.
Dal primo punto di vista l'impresa è riuscita, la serie è stata seguita e gli sponsor sono arrivati (inizialmente era solo il film di prossima uscita Hairspray ma altri sono comparsi verso la fine) tanto che ci sarà un seguito (come anche l'ultimo episodio lascia intuire). Dal punto di vista della forma invece mi sento di dire che il tonfo è totale.
PromQueen sbaglia tutto secondo me. Recitazione inadatta al mezzo, trama inadatta, formato inadatto e modo di presentarlo inadatto.
Come per le serie televisive americane si sono alternati diversi registi per ogni episodio, questo ha dato poca continuità, ognuno sapeva di dover in 2 minuti creare suspense per l'episodio successivo (cosa che ha portato ad eccessi ridicoli) e soprattutto nessuno di questi registi aveva confidenza con le dinamiche del cinema in rete.
Il cinema in rete (che sia seriale o meno) sta assumendo infatti una sua forma, delle sue caratteristiche e dei temi prediletti. Prom Queen era fuori da tutto questo. Non c'era la suspense che ci doveva essere ed era molto banale, pensato per un pubblico che non è esattamente quello che al momento è lo zoccolo duro della rete, ma più quello della televisione.
Inoltre seguire un episodio nuovo al giorno è una fatica. E in 2 minuti non c'è soddisfazione, per questo io seguivo la serie con il riassunto settimanale (un file unico che mostra i sette episodi di filato).
La qualità delle riprese e della recitazione era tutto molto accettabile, del resto si trattava di una produzione con i soldi, ma era lo specifico della rete a mancare si vede proprio che era un prodotto di un colosso dei vecchi media.
Quello che conta comunque è che Prom Queen, per chi non ne avesse ma i sentito parlare, è una serie prodotta appositamente per internet nella quale ogni episodio dura 2 minuti e che veniva aggiornata quotidianamente fino a ieri. E' frutto della Vuguru, la compagnia di produzione fondata da Michael Eisner, l'uomo che è stato per decenni alla guida della Disney e che ora ha deciso di buttarsi su internet.
80 episodi per 80 giorni, una trama ben decisa (un gruppo di ragazzi diversi si preparano al ballo di fine anno e tra loro c'è un omicida) e la volontà di segnare lo stato delle cose sia a livello commerciale che filmico.
Dal primo punto di vista l'impresa è riuscita, la serie è stata seguita e gli sponsor sono arrivati (inizialmente era solo il film di prossima uscita Hairspray ma altri sono comparsi verso la fine) tanto che ci sarà un seguito (come anche l'ultimo episodio lascia intuire). Dal punto di vista della forma invece mi sento di dire che il tonfo è totale.
PromQueen sbaglia tutto secondo me. Recitazione inadatta al mezzo, trama inadatta, formato inadatto e modo di presentarlo inadatto.
Come per le serie televisive americane si sono alternati diversi registi per ogni episodio, questo ha dato poca continuità, ognuno sapeva di dover in 2 minuti creare suspense per l'episodio successivo (cosa che ha portato ad eccessi ridicoli) e soprattutto nessuno di questi registi aveva confidenza con le dinamiche del cinema in rete.
Il cinema in rete (che sia seriale o meno) sta assumendo infatti una sua forma, delle sue caratteristiche e dei temi prediletti. Prom Queen era fuori da tutto questo. Non c'era la suspense che ci doveva essere ed era molto banale, pensato per un pubblico che non è esattamente quello che al momento è lo zoccolo duro della rete, ma più quello della televisione.
Inoltre seguire un episodio nuovo al giorno è una fatica. E in 2 minuti non c'è soddisfazione, per questo io seguivo la serie con il riassunto settimanale (un file unico che mostra i sette episodi di filato).
La qualità delle riprese e della recitazione era tutto molto accettabile, del resto si trattava di una produzione con i soldi, ma era lo specifico della rete a mancare si vede proprio che era un prodotto di un colosso dei vecchi media.
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