Per la cronaca in questo film Julie Delpy, recita, dirige, scrive, coproduce, monta, musica e canta. Realizza insomma un film suo dall'inizio alla fine, un'opera di quelle che si sente subito che premeva per uscire e che è piena di personalità.
Il punto di riferimento è palesemente la Nouvelle Vague, per le ambientazioni all'aria aperta, per il montaggio molto libero, per la grande verbosità e per i temi, molto attuali, molto personali ed intimi.
Non c'è un vera trama ma due personaggi che si confrontano di continuo e che sbattono contro le reciproche ottusità, una storia di coppia, di rotture e riconciliazioni.
Certo è molto acerbo e poco innovativo, ma non è affatto male 2 Giorni A Parigi, perchè nonostante la programmatica "alternatività", nonostante l'apparente falsità di una messa in scena diventata il classico del cinema moderno (tanto da essere quasi fuori tempo massimo), il film è comunque molto sincero. Perchè credo che sia lei, Julie Delpy ad essere così d'altri tempi, così anni '60 nel suo liberalismo (anche sessuale), nei suoi facili impegni politici e le sue visuali aprioristicamente tolleranti (ma solo riguardo quello che dice lei!).
E tralasciando anche tutto questo 2 Giorni A Parigi riesce a parlare, riesce in certi punti a centrare l'obiettivo che si prefigge: scartare ogni sovrastruttura e mettere in scena un uomo e una donna oggi.
Il punto di riferimento è palesemente la Nouvelle Vague, per le ambientazioni all'aria aperta, per il montaggio molto libero, per la grande verbosità e per i temi, molto attuali, molto personali ed intimi.
Non c'è un vera trama ma due personaggi che si confrontano di continuo e che sbattono contro le reciproche ottusità, una storia di coppia, di rotture e riconciliazioni.
Certo è molto acerbo e poco innovativo, ma non è affatto male 2 Giorni A Parigi, perchè nonostante la programmatica "alternatività", nonostante l'apparente falsità di una messa in scena diventata il classico del cinema moderno (tanto da essere quasi fuori tempo massimo), il film è comunque molto sincero. Perchè credo che sia lei, Julie Delpy ad essere così d'altri tempi, così anni '60 nel suo liberalismo (anche sessuale), nei suoi facili impegni politici e le sue visuali aprioristicamente tolleranti (ma solo riguardo quello che dice lei!).
E tralasciando anche tutto questo 2 Giorni A Parigi riesce a parlare, riesce in certi punti a centrare l'obiettivo che si prefigge: scartare ogni sovrastruttura e mettere in scena un uomo e una donna oggi.
2 commenti:
lo si capiva già dal suo contributo alla sceneggiatura di Prima del tramonto di richard linklater, lei è proprio così. Qua da me non è ancora arrivato, ma ci vuole un pò di pazienza..
A me è piaciuto molto,l'ho trovato sincero come giustamente dici tu.
Saluti
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