Se ne parla moltissimo negli ultimi giorni, gli autori delle serie tv, dei film e degli show televisivi americani sono in sciopero, tutti. Cioè nessuno più scriverà una riga fino a quando non avranno ciò che chiedono (l'ultima volta che l'hanno fatto, nel 1988, hanno resistito 5 mesi causando danni incredibili alle televisioni) ovvero riconoscimenti monetari per la diffusione dei loro lavori attraverso i nuovi media, internet su tutti (le motivazioni nel dettagli spiegate in un video da loro prodotto).
Ma la cosa più interessante qui non è tanto il dibattito sul fatto che internet entra sempre di più nel mondo del business canonico ecc. ecc. quanto il fatto che il sindacato degli autori ha dato precise disposizioni ai suoi membri di non scrivere per nessuno (ad ogni modo rimangono da mandare in onda molte cose che hanno già completato, la lista completa è qui), escludendo gli show che vanno in onda in rete. Primo perchè la rete è il motivo del contendere e se si scrive direttamente per la rete di sicuro si verrà pagati, secondo perchè lavorare per chi mette in scena in rete non aiuta i padroni tradizionali.
Quello che succede (o meglio potrebbe succedere perchè non c'è nulla di sicuro MAI) è che se lo sciopero dovesse continuare per mesi come si prevede ad un certo punto molti autori professionisti (gente che scrive per David Letterman, per I Simpson, per Lost, CSI ecc. ecc.) per mangiare potrebbero riversarsi in rete, un mondo fin'ora da loro schifato. Questo avrebbe due conseguenze di opposto gradimento.
Da una parte (ed è facile immaginarlo) ci sarebbe un aumento della qualità pazzesco del materiale prodotto per internet, mentre dall'altra ci sarebbe un suo cambiamento inevitabile. Mi sembra, e lo dico da sempre, che al momento la cosa migliore del materiale fatto per la rete non è tanto la qualità (quasi sempre bassina al pari della professionalità coinvolta) quanto l'identità con i consumatori, il fatto cioè che si tratta di cose fatte da una nicchia per una nicchia, che magari parlano male ma parlano direttamente a me (nel senso di membro di quella nicchia).
Ecco un aumento improvviso della professionalità cambierebbe sicuramente il carattere di questi contenuti portandoli inevitabilmente verso un'ottica più tradizionale, certo se poi Lost o I Simpson sono l'ottica tradizionale non è niente male, ma si perderebbe o meglio si acquieterebbe la componente di rottura e di diversità delle produzioni per la rete.
Per il cinema invece la situazione è anche peggiore, se lo sciopero va per le lunghe e si arriva ad un punto in cui sono state utilizzate tutte le sceneggiature ad oggi completate, i film si faranno lo stesso solo che saranno orrendi.
Nel 1988 lo sciopero sopracitato ebbe come effetto di creare una nuova dimensione per gli show televisivi che dovettero cominciare a fare a meno degli autori professionisti e per ovviare alle perdite che si facevano incalzanti cominciarono a concepire programmi diversi che non avessero bisogno di autori, che parlassero da soli traendo ispirazione dalla realtà, che mettessero in scena non prodotti di fantasia ma gli spettatori stessi che raccontano le proprie storie.
Ma la cosa più interessante qui non è tanto il dibattito sul fatto che internet entra sempre di più nel mondo del business canonico ecc. ecc. quanto il fatto che il sindacato degli autori ha dato precise disposizioni ai suoi membri di non scrivere per nessuno (ad ogni modo rimangono da mandare in onda molte cose che hanno già completato, la lista completa è qui), escludendo gli show che vanno in onda in rete. Primo perchè la rete è il motivo del contendere e se si scrive direttamente per la rete di sicuro si verrà pagati, secondo perchè lavorare per chi mette in scena in rete non aiuta i padroni tradizionali.
Quello che succede (o meglio potrebbe succedere perchè non c'è nulla di sicuro MAI) è che se lo sciopero dovesse continuare per mesi come si prevede ad un certo punto molti autori professionisti (gente che scrive per David Letterman, per I Simpson, per Lost, CSI ecc. ecc.) per mangiare potrebbero riversarsi in rete, un mondo fin'ora da loro schifato. Questo avrebbe due conseguenze di opposto gradimento.
Da una parte (ed è facile immaginarlo) ci sarebbe un aumento della qualità pazzesco del materiale prodotto per internet, mentre dall'altra ci sarebbe un suo cambiamento inevitabile. Mi sembra, e lo dico da sempre, che al momento la cosa migliore del materiale fatto per la rete non è tanto la qualità (quasi sempre bassina al pari della professionalità coinvolta) quanto l'identità con i consumatori, il fatto cioè che si tratta di cose fatte da una nicchia per una nicchia, che magari parlano male ma parlano direttamente a me (nel senso di membro di quella nicchia).
Ecco un aumento improvviso della professionalità cambierebbe sicuramente il carattere di questi contenuti portandoli inevitabilmente verso un'ottica più tradizionale, certo se poi Lost o I Simpson sono l'ottica tradizionale non è niente male, ma si perderebbe o meglio si acquieterebbe la componente di rottura e di diversità delle produzioni per la rete.
Per il cinema invece la situazione è anche peggiore, se lo sciopero va per le lunghe e si arriva ad un punto in cui sono state utilizzate tutte le sceneggiature ad oggi completate, i film si faranno lo stesso solo che saranno orrendi.
Nel 1988 lo sciopero sopracitato ebbe come effetto di creare una nuova dimensione per gli show televisivi che dovettero cominciare a fare a meno degli autori professionisti e per ovviare alle perdite che si facevano incalzanti cominciarono a concepire programmi diversi che non avessero bisogno di autori, che parlassero da soli traendo ispirazione dalla realtà, che mettessero in scena non prodotti di fantasia ma gli spettatori stessi che raccontano le proprie storie.
1 commento:
Ah! Se solo una cosa simile succedesse pure in Italia...
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