Al suo primo film importante Preminger dirige in piena epoca di veri noir (e lo si vede dalle luci PERFETTE!) un giallo solo sporcato di venature noiresche, che non intende indagare tanto le figure tipiche del genere quanto spiazzare lo spettatore con il gioco dei sospetti tipico del giallo.
E forse qui è il grande limite del film, che tutto preso dagli elementi del plot disegna personaggi ad una sola dimensione, capaci al massimo di un colpo di scena ma non di evocare paesaggi interiori, dubbi, incertezze o tormenti.
Certo non può essere sottovalutata l'ambiguità generale del film e la sua struttura a continui flashback, molto innovative per l'epoca ed orchestrate con sapienza. Ma se l'intreccio sembra evocare l'ambiguità di rapporti non chiari e torbidi, il tutto appare come uno stratagemma per stupire e non come un tentativo di indagare o semplicemente mostrare diverse facce complesse di una medesima ossessione.
Anche un po' ridicolo il rapporto d'amore che si sviluppa tra il detective incaricato di indagare la misteriosa scomparsa e la donna (ritenuta) morta.
Insomma a me Otto Preminger continua a non convincere.
E forse qui è il grande limite del film, che tutto preso dagli elementi del plot disegna personaggi ad una sola dimensione, capaci al massimo di un colpo di scena ma non di evocare paesaggi interiori, dubbi, incertezze o tormenti.
Certo non può essere sottovalutata l'ambiguità generale del film e la sua struttura a continui flashback, molto innovative per l'epoca ed orchestrate con sapienza. Ma se l'intreccio sembra evocare l'ambiguità di rapporti non chiari e torbidi, il tutto appare come uno stratagemma per stupire e non come un tentativo di indagare o semplicemente mostrare diverse facce complesse di una medesima ossessione.
Anche un po' ridicolo il rapporto d'amore che si sviluppa tra il detective incaricato di indagare la misteriosa scomparsa e la donna (ritenuta) morta.
Insomma a me Otto Preminger continua a non convincere.
4 commenti:
Sai chi mi ricordi?un eunuco nell'harem che passa il tempo a contemplare ciò che gli è precluso e proibito..Ricordati che vieni sempre dopo,la tua condizione di critico è un epifenomeno..
Meccanico
A parte il fatto che non sono un critico, ma ad ogni modo nessuno mette in dubbio che la critica in generale venga dopo l'opera. Altrimenti non ci sarebbe nulla da criticare.
Il punto semmai è cosa ci sia di male nel venire dopo.
Cosa ci sia di male nel fare delle scelte, prendere delle posizioni e stabilire dei propri canoni soggettivi.
Come un eunuco io guarderei i film, ma come un eunuco cosa mi sarebbe proibito? Girarne di miei? Beh si, ma se per questo alla quasi totalità di coloro che guardano film, anche tanti, è precluso.
Non comprende dove questo discorso ratatouillesco voglia andare a parare. Su una mi eventuale inadeguatezza a dire che non mi piace Otto Preminger? O a voler tracciare una linea per la quale Vertigine non è un film a livello di La Fiamma Del Peccato o anche solo di L'Inquilino del terzo piano?
Io, che sono il vero anonimo, no non posso accettare quel paragone con Polanski. Che significa "anche solo"? E poi hai quel pizzetto che non fa proprio eunuco. A me più che un critico delegittimato sembri un aspirante giornalista/presentatore. Con l'occhio chiaro.
Perdono.
Errore mio. L'Inquilino del Terzo Piano non centra nulla. Il film che volevo mettere in relazione era Lo Sconosciuto del Terzo Piano.
Bello sbagliare un titolo in una discussione sulla tua legittimità...
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