Visto in seguito alla segnalazione di para nei commenti di Angeli Violati, l'altro (e primo) film di Wakamatsu che mi è capitato di vedere, The Embryo Hunts In Secret appartiene al medesimo periodo di Angeli Violati, percui si tratta sempre dell'avanguardia giapponese anni '60 che promulgava dichiaratamente un cinema di sesso e violenza.
Ma se in Angeli Violati il sesso e la violenza riuscivano a parlare d'altro non mi è sembrato di trovare le medesime caratteristiche in The Embryo Hunts In Secret. Ovvero c'è la volontà di andare oltre facendo trasparire dietro alla violenza un discorso che, come facilmente si capisce dal titolo, vuole parlare delle esigenze tipicamente borghesi di figliare, le paure psicoanalitche di finire in guerra con la propria prole per l'amore della moglie, più in generale del confine sottile tra il sesso e la violenza sessuale ecc. ecc. Ma il punto è che non centra l'obiettivo, o quantomeno non come Angeli Violati.
Rimane sempre apprezzabilissimo lo stile ipercinetico (ADESSO CAPISCO DA DOVE VIENE TSUKAMOTO!!) e il modo assolutamente particolare di mostrare la violenza, con poco compiacimento e molta crudezza.
Se nel medesimo periodo (forse anche un po' dopo) anche in America, un fronte di registi indipendenti scopriva l'efferatezza nel cinema come elemento liberatorio, quello che faceva Wakamatsu in Giappone è anni luce dai concetti di gore, splatter o semplicemente "sanguinolento".
La violenza prima che fisica è psicologica e, come del resto poi saprà riprendere anche Tsukamoto, per ogni cazzotto c'è un grido, per ogni sparo un dolore interiore e la violenza alla fine è sempre più contro gli spettatori che contro i personaggi.
Ma se in Angeli Violati il sesso e la violenza riuscivano a parlare d'altro non mi è sembrato di trovare le medesime caratteristiche in The Embryo Hunts In Secret. Ovvero c'è la volontà di andare oltre facendo trasparire dietro alla violenza un discorso che, come facilmente si capisce dal titolo, vuole parlare delle esigenze tipicamente borghesi di figliare, le paure psicoanalitche di finire in guerra con la propria prole per l'amore della moglie, più in generale del confine sottile tra il sesso e la violenza sessuale ecc. ecc. Ma il punto è che non centra l'obiettivo, o quantomeno non come Angeli Violati.
Rimane sempre apprezzabilissimo lo stile ipercinetico (ADESSO CAPISCO DA DOVE VIENE TSUKAMOTO!!) e il modo assolutamente particolare di mostrare la violenza, con poco compiacimento e molta crudezza.
Se nel medesimo periodo (forse anche un po' dopo) anche in America, un fronte di registi indipendenti scopriva l'efferatezza nel cinema come elemento liberatorio, quello che faceva Wakamatsu in Giappone è anni luce dai concetti di gore, splatter o semplicemente "sanguinolento".
La violenza prima che fisica è psicologica e, come del resto poi saprà riprendere anche Tsukamoto, per ogni cazzotto c'è un grido, per ogni sparo un dolore interiore e la violenza alla fine è sempre più contro gli spettatori che contro i personaggi.
2 commenti:
guarda, non ci centro veramente un cazzo però ogni tanto ti leggo e mi faccio un'idea. è quel sorriso della prima foto. mi ha inquietato tantissimo.
E fai bene :)
Posta un commento