Tutta la diatriba sul tapiro a Moretti, le scene di sesso e la sovraesposizione mediatica di un regista che fino a prima di Il Caimano non si era praticamente mai concesso alla televisione, il commento sagace (che suona anche come un regolamento di conti personale) di Aldo Grasso e infine la lunga intervista su RepubblicaTV, messa in piedi proprio per rispondere alle comiche accuse di product placement, mi fanno inevitabilmente concordare con Grasso, Moretti si è rammolito.
O meglio, si è addolcito? Si è mitigato? E' invecchiato?
Probabilmente una volta è vero che a simili accuse avrebbe risposto diversamente, con più rabbia, anzi probabilmente non avrebbe risposto per niente e anche che non sarebbe andato in posti come Parla Con Me a rispondere a domande cretine. Addirittura nell'intervista a RepubblicaTV ha anche esplicitamente ritrattato una sua affermazione nota "Io il mio pubblico non lo conosco e non lo voglio conoscere", dichiarando di non essere tanto sicuro di fare film senza pensare al proprio pubblico.
E' chiaro e non è in discussione che simili posizioni più moderate ma comunque convinte siano più ragionevoli, meglio difendibili e più condivisibili. Tuttavia non c'è più bisogno di una figura estrema? Non per aderire con lui al 100% ma perchè sia interprete anche solo di un lato delle proprie aspirazioni o perchè sia un simbolo.
Io personalmente credo che al pubblico si debba pensare mentre si fa un film, qualunque esso sia (il pubblico), eppure amavo l'arroganza intellettuale di Moretti quando diceva di non volerlo conoscere che proprio non gli interessava, era uno slogan intellettuale, ed era bellissimo! E se vogliamo dirla tutta non mi interessava nemmeno che lo pensasse davvero ma mi piaceva che facesse credere di pensarlo, mi piaceva che si ergesse (in virtù di film spettacolari (erano gli anni '80)) come la bandiera di un partito e che difendesse l'autorialità fine a se stessa. Mi piaceva che ci fosse qualcuno a prendersi quest'onere.
Come del resto mi piaceva il suo carattere terribile. Non concordo nemmeno con tutta la sua presa di posizione contro una certa commedia all'italiana, perchè risente troppo dei contenuti e poco della forma ed è troppo politicizzata, ma mi piaceva quando gridava "Ve lo meritate Alberto Sordi" o teneva a bada Monicelli in terribili confronti televisivi, perchè era legittimato dalle sue opere e aveva delle idee e le sbandierava senza paura.
Metteva in discussione cose opinabili ma lo faceva con una tale fierezza intellettuale che inevitabilmente era un simbolo al quale, anche solo in parte aderire. Come ho detto non ero daccordo su molte cose ma ero daccordo su come le esprimeva e sulla necessità di farlo. E mi piaceva! Quanto mi piaceva...
O meglio, si è addolcito? Si è mitigato? E' invecchiato?
Probabilmente una volta è vero che a simili accuse avrebbe risposto diversamente, con più rabbia, anzi probabilmente non avrebbe risposto per niente e anche che non sarebbe andato in posti come Parla Con Me a rispondere a domande cretine. Addirittura nell'intervista a RepubblicaTV ha anche esplicitamente ritrattato una sua affermazione nota "Io il mio pubblico non lo conosco e non lo voglio conoscere", dichiarando di non essere tanto sicuro di fare film senza pensare al proprio pubblico.
E' chiaro e non è in discussione che simili posizioni più moderate ma comunque convinte siano più ragionevoli, meglio difendibili e più condivisibili. Tuttavia non c'è più bisogno di una figura estrema? Non per aderire con lui al 100% ma perchè sia interprete anche solo di un lato delle proprie aspirazioni o perchè sia un simbolo.
Io personalmente credo che al pubblico si debba pensare mentre si fa un film, qualunque esso sia (il pubblico), eppure amavo l'arroganza intellettuale di Moretti quando diceva di non volerlo conoscere che proprio non gli interessava, era uno slogan intellettuale, ed era bellissimo! E se vogliamo dirla tutta non mi interessava nemmeno che lo pensasse davvero ma mi piaceva che facesse credere di pensarlo, mi piaceva che si ergesse (in virtù di film spettacolari (erano gli anni '80)) come la bandiera di un partito e che difendesse l'autorialità fine a se stessa. Mi piaceva che ci fosse qualcuno a prendersi quest'onere.
Come del resto mi piaceva il suo carattere terribile. Non concordo nemmeno con tutta la sua presa di posizione contro una certa commedia all'italiana, perchè risente troppo dei contenuti e poco della forma ed è troppo politicizzata, ma mi piaceva quando gridava "Ve lo meritate Alberto Sordi" o teneva a bada Monicelli in terribili confronti televisivi, perchè era legittimato dalle sue opere e aveva delle idee e le sbandierava senza paura.
Metteva in discussione cose opinabili ma lo faceva con una tale fierezza intellettuale che inevitabilmente era un simbolo al quale, anche solo in parte aderire. Come ho detto non ero daccordo su molte cose ma ero daccordo su come le esprimeva e sulla necessità di farlo. E mi piaceva! Quanto mi piaceva...
8 commenti:
Premesso che il video che hai postato è fichissimo...
A me comunque il Moretti che ho visto in tv (e in radio) non dispiace affatto. Che si sia rammollito secondo me invece non si vede da questo ma dai suoi film.
Si certo le due cose sono andate di pari passo. Il cinema del primo Moretti era anch'esso arrogante, forte ed estremo. E ci piaceva.
sono d'accordo con Frankie, alla fine quando appare in tv e fa le ospitate (l'ultima volta l'ho visto da Fazio) ci prova sempre a fare il morettiano.
il punto è che nonostante tutto è invecchiato, nel bene e nel male questo si sente e si vede...
Ma il punto è che il morettiano non va in televisione. Non ci è andato per una vita, non parlava e quando lo faceva urlava.
Come si può fare il morettiano ridendo dalla Dandini, o discorrendo con Fazio.
Certo non è che è un'altra persona ora, ma si è ammorbidito.
sìsìsì tutto giusto ma il punto è che anch se si è ammorbidito in tv (e con tutti i dettagli del caso... non ci andava, urlava... e via dicendo) il nodo sta nei film.
è là che emerge QUANTO lo stile risenta dell'età (mettiamola così).
poteva essere moderato in tv ma continuare a fare il cinema che faceva.
ma non è così...
si è vero anche questo ma sinceramente mi sembra che i film (in tutto e per tutto inferiori a quelli degli anni '80) trovino tutto sommato una loro strada. Trovo che lo stesso i suoi film riescano a farsi portatori di una visione di cinema che non è niente male, che insomma il suo invecchiare al cinema sia stata un'evoluzione che se anche non raggiunge le vette di prima è comunque rinnovo mentre come personaggio mediatico è proprio rammollimento.
avranno pure una loro strada ma quanto più hanno avuto uno stile dirompente i precedenti tanto più gli ultimi risultano fuori tono e spenti.
che strada è? ha coerenza sì, ma non dimostra rinnovato vigore o qualche genere di svolta interpretativa...
sono solo scialbi dai...
poi vabbè, per me...
Si è vero che è più scialbo tuttavia ha sempre dei colpi di coda pazzeschi, riesce poi sempre a stupire.
Il Caimano non l'ho amato, ma non posso negare che ha un modo di raccontare questa deriva che è fortissima, quelle immagini come la nave in città o i giochi di sguardi con le macchine che si superano. Insomma guadagna in cose che prima non faceva. Certo non basta, neanche si avvicina ai suoi altri exploit, però dimostra la padronanza maggiore del linguaggio cineamtografico.
Posta un commento