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13.4.08

Master And Commander (id., 2003)
di Peter Weir

Incredibilmente mancato di poco alla sua uscita cinematografica, sempre consigliatomi ma mai recuperato lo vedo finalmente ora in virtù di una recensione troppo esaltata di un amico e per lui faccio ritorno in un luogo nel quale non mettevo piede da una vita: il videonoleggio.
Dopo aver dovuto firmare centinaia di scartoffie e aver pagato l'improbabile cifra di 7€ esco con il mio DVD noleggiato per due giorni ma senza contenuti extra. Poi dice che il supporto materiale è in crisi...

Master And Commander è tutto quello che promette e anche di più. L'avventura alta, il film che sollazza la carne e lo spirito.
Perfettamente aderente ad ogni impianto hollywoodiano, fondato su caratteri tipici e dinamiche virili note, dotato di tutti i momenti topici che ci si può attendere, è un film come pochi ne esistono in grado di dimostrare che, a saperlo usare, il sistema industriale e quello dei generi americano non è una gabbia ma una griglia da riempire di significati che può aiutare anche a parlar d'altro.
Troppo i temi del film per una trattazione in questa sede, tutti affrontati con semplicità, proprietà, intelligenza e acume. Ma a dominare su tutto, ed è ciò che più mi preme, è il rispetto per lo spettatore con il quale il film è girato. Ogni cosa, ogni particolare della ricostruzione storica, ogni piccola chicca e ogni grande discorso ("Volete vedere una ghigliottina a Piccadilly?!?") sono posti senza enfasi, ogni dettaglio sembra di sfondo e ogni scena sembra abbia poca importanza. Ma è vero l'esatto contrario.
E' il concetto di "testo aperto", nel quale ognuno è davvero in grado di vedere, notare ed esaltarsi per ciò che preferisce e come lo legge senza che (apparentemente) vi sia una mano forte che guida l'interpretazione.

Su tutto regna lui, il capitano, Russel Crowe, perfetto in ogni dettaglio, anche nel fisico (grande e grosso ma non scolpito), un gigante in tutti i sensi che senza dubbi fa la sua migliore interpretazione e regge tutto il film (anche se esso non ne avrebbe bisogno), diretto perfettamente.
Alla fine lo si seguirebbe davvero in capo al mondo Jack Il Fortunato, l'uomo che sa sempre cosa fare, che gestisce la ciurma con pugno di ferro, ma che sa avere una parola buona per tutti e conosce i suoi marinai per nome.

Certo non è poi un film perfetto al 100%, ne è un o di quei film che traggono vantaggio dalla propria imperfezione, dalla propria esagerazione. Ma come dicevo è un esponente del genere dei film di avventura "alti", che è una cosa difficilissima da vedersi, nonchè da realizzarsi.

Ognuno avrà il proprio ma per quanto mi riguarda il momento fondamentale del film è quando il capitano guardando con il cannocchiale la nave francese vede che anche l'altro capitano lo sta guardando. Il film è tutto lì.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

OT solo per invitarti a giocare a Last Frame.

Lasta Frame - Indovina che film è dalle ultime battute - il tuo gioco cinefilo settimanale preferito - è gratis ;)

Ciao.

Rob.


Mariolone ha detto...

e dovresti leggerti i libri...il film ti lascia solo intravedere il mondo che o'brian ha creato...le storie di per se sono anche banali...ma i dettagli...per dio la cura maniacale per i dettagli e le atmosfere...un pò si ritrova anche nel film per esempio nella scena della cena con tutti gli ufficiali


Anonimo ha detto...

Dei libri invece bisognerebbe infischiarsene, sempre con giudizio.

Questo film è un pezzo abbastanza unico. Buon per te che hai colmato questa piccola lacuna!


gparker ha detto...

Nonostante sappia che la saga di libri da cui Master And Commander è tratto sia come dice Mariolone assolutamente di valore non posso che essere daccordo con gahan.
Di fronte al film non mi metto mai a prendere il libro, sarebbe svilente. Non voglio fare una classifica delle forme d'arte o di narrazione, ma semplicemente un ordine di preferenze personali.


Mariolone ha detto...

forse avete ragione ma in questo caso i libri giocano un fattore chiave...nel 2 disco dell'edizione che ho c'è tutto il making off del film...la parte interessate è che gli autori e lo stesso weir sono partiti da un romanzo specifico da cui il film prende il titolo,ma hanno costruito maturin e aubrey partendo da un lavoro di selezione su 21 libri..22 se si calcola quello inconpiuto.Pzre cmq che lo O'brian si sia incazzato una cifra quando si sono presentati da da lui per dirgli che facevano un film dai suoi romanzi


Anonimo ha detto...

per me dei libri bisogna infischiarsene perchè sono brutti....
In questo caso, in altri casi (vedi Io Sono Leggenda), io me ne infischio del film francamente.


Anonimo ha detto...

Immenso film, diciamo tre stelle e mezzo su quattro ;)
Concordo con la recensione, quando il genere e gli stilemi diventano qualcosa di significativo su cui costruire e non un riempitivo per le carenze di idee...


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