Più interessante per lo stile che per la trama Mr. Glasses riprende in pieno lo stile delle serie televisive anni '50 (si veda Johnny Staccato per un confronto), con episodi autoconclusivi, personaggi dotati di modi di dire caratteristici e la riproposizione di storie più o meno simili e canoniche alle altre serie solo filtrate attraverso un occhio particolare.
Nel caso di Mr. Glasses è l'architettura modernista. La serie (diretta e interpretata da Mitchell Magee) tratta delle storie, avventure e disavventure di un architetto degli anni '50 che risolve tutti i problemi suoi e di chi lo circonda con il modernismo delle costruzioni. E' chiaramente una serie comico grottesca.
Ma come dicevo non sono tanto i contenuti (divertenti a tratti e coinvolgenti solo ogni tanto) quanto la forma ad essere sorprendenti. Mr. Glasses ha un prologo una sigla sempre uguale (che spiega chi è il protagonist)a e poi il resto dell'episodio in meno di 4 minuti, è girato in un ottimo bianco e nero ed è tutto in costume (anche se si tira al risparmio cercando di vestire i personaggi sempre allo stesso modo).
E' quanto di più simile sia stato fatto rispetta alla serialità televisiva e per fare questo ricorre alla parodia del genere. Però appunto parodiando riesce a rimediare e rimescolare quel tipo di serialità, quella cioè senza un filo conduttore, quella dell'autoconclusività, tutta fondata sul carisma e la forza dei personaggi.
Nel caso di Mr. Glasses è l'architettura modernista. La serie (diretta e interpretata da Mitchell Magee) tratta delle storie, avventure e disavventure di un architetto degli anni '50 che risolve tutti i problemi suoi e di chi lo circonda con il modernismo delle costruzioni. E' chiaramente una serie comico grottesca.
Ma come dicevo non sono tanto i contenuti (divertenti a tratti e coinvolgenti solo ogni tanto) quanto la forma ad essere sorprendenti. Mr. Glasses ha un prologo una sigla sempre uguale (che spiega chi è il protagonist)a e poi il resto dell'episodio in meno di 4 minuti, è girato in un ottimo bianco e nero ed è tutto in costume (anche se si tira al risparmio cercando di vestire i personaggi sempre allo stesso modo).
E' quanto di più simile sia stato fatto rispetta alla serialità televisiva e per fare questo ricorre alla parodia del genere. Però appunto parodiando riesce a rimediare e rimescolare quel tipo di serialità, quella cioè senza un filo conduttore, quella dell'autoconclusività, tutta fondata sul carisma e la forza dei personaggi.
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