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10.6.08

E venne il giorno (The Happening, 2008)
di M. Night Shyamalan

POSTATO SU

Peggio di Signs, peggio di The Village e peggio di Lady In The Water.
Più suspense da quattro soldi, più dialoghi insulsi, meno interesse nei personaggi, molto meno rispetto per lo spettatore e più interesse a dire una cosa sola e fortissimo senza però curarsi di dargli una forma, un contorno e delle motivazioni accettabili.
La parabola discendente di Shyamalan sembra ormai inarrestabile, incapace di mettere a frutta un'abilità indubbia nell'orchestrare scene e girare il regista si ostina a scrivere in autonomia i suoi film con il risultato di polpettoni buonisti funestati da personaggi cui è impossibile credere anche solo per un attimo, sempre e solo funzionali al più immediato dei risultati e alla più scontata delle morali (dobbiamo rispettare la natura altrimenti si ribellerà contro di noi).

38 commenti:

Anonimo ha detto...

però se i cattivi erano i puffi era un mito....


Anonimo ha detto...

Noooooo, si scopre adesso che sei un detrattore di Shyamalan! Quindi, stando a quanto dici dei tre che hai citato, questo dovrebbe essere un capolavoro! Benoneeeeeee ^^


Anonimo ha detto...

Shyamalan è un grande regista, mi piacciono tutti i suoi film, soprattutto The Village e Signs.


gparker ha detto...

come "si scopre adesso", mi sono sempre pronunciato contro l'ultima deriva shyalamaniana!


Anonimo ha detto...

The village non mi è piaciuto, soprattutto per il DOPPIO colpo di scena finale davvero forzato e appiccicato solo perchè "se no non è Shyamalan". Lady in the water non l'ho visto, Signs ha un finale un po' fuori posto ma il resto è ben fatto. Di questo ne avevo già sentito parlar male... peccato. Non ci resta che riguardare Unbreakable e sognare tempi migliori.


Anonimo ha detto...

unbreakable bello.
Tutto il resto è noia.


gparker ha detto...

per essere fatto bene anche questo è girato bene. Ma la storia fa veramente acqua da tutte le parti...


Mariolone ha detto...

scusa ma perchè scompaiono nel nulla le persone? Centrano quei libri cristiano-apocalittici che tanto piacciono al Ra?


gparker ha detto...

No non centrano i libri del ra. Il motivo della scomparsa delle persone è il cuore della trama, cioè tutto il film cercano di capire perchè, non lo posso rivelare.
Comunque è una cazzata.


kavia ha detto...

peccato, davvero peccato.


Anonimo ha detto...

Sono abbastanza stupito....
Non credevo che questo regista avesse una cosi vasta schiera di ammiratori.
Per me i suoi film sono praticamente sempre fregnacce, e ringrazio George Lucas quando ha deciso di NON fargli scrivere la sceneggiatura del quarto indiana jones...
Tuttavia mi rendo conto che a questo punto è chiaramente un regista di culto.
Beh... Sempre W John Carpenter.


Anonimo ha detto...

Beh, Shyamalan la sua schiera di estimatori ce l'ha da sempre, per fortuna. Non c'è da stupirsi. E io sono fierissimo di farne parte. Mi incuriosiscono sempre queste critiche, che a mio avviso sono un po' superficiali, agli script dei suoi film: che fanno acqua, che sono fregnacce. Come se Shyamaln parlasse il linguaggio delle "motivazioni accettabili" secondo le regole del copione hollywoodiano a prova di bomba. Non è chiaramente quello che bisogna cercare in un suo film: è come chiedere ad un film di Hitchcock di essere verosimile e non puramente funzionale alla sua visione del mondo e di messinscena. Poi vabbe', se non piace e non arriva alzo le mani--


Anonimo ha detto...

E allora ti dico molto superficialmente che trovo i film di Shyamalan, decisamente stupidi, scialbi e ripetitivi....


Anonimo ha detto...

Bè tra Carpenter e Shyamalan non c'è guerra, Vampires, Il Signore del Male, Il Seme della Follia, Grosso Guaio a Chinatown e Fuga da New York sono capolavori, tuttavia Shyamalan resta affascinante.


Anonimo ha detto...

L'ultimo commento era mio.


gparker ha detto...

chiariamo una cosa, io non critico gli script perchè poco verosimili, non credo che una sceneggiatura debba esserlo a tutti i costi e penso che ci possano essere moltissime concessioni al realismo o alla plausibilità dell'agire se poi dall'altra parte il film ci guadagna (che è appunto il paradigma hitchockiano che citi).

Detto questo le critiche che io muovo a Shyamalan è proprio di non saper scrivere. Se la plausibilità è qualcosa cui si può andare in deroga una buona sceneggiatura no. Gli ultimi film del regista li ho trovati orchestrati malissimo dal punto di vista del susseguirsi delle scene e dello sviluppo narrativo, scritti malissimo dal punto di vista dei dialoghi e colmi di personaggi da macchietta, privi di uno spessore e la cui personalità viene svelata nel modo più banale e stupido possibile.
Si tratta proprio di solidità di una sceneggiatura.

Cosa che è l'esatto contrario di tutto ciò che Shyamalan fa con la macchina da presa, ambito in cui (e l'ho sempre detto) è invece fortissimo, molto più della media.

Certo poi sono pareri, ma mettiamola così: il cinema come lo intende Shyamalan mi trova daccordo dal lato della messa in scena ma totalmente in disaccordo sul versante dello sviluppo narrativo, sotto ogni punto di vista.


Anonimo ha detto...

Per me il suo apice resta Unbreakable, il culmine del suo cinema.
Cmq quoto parker con cui mi trovo d'accordissimo.
E chi segue questo blog sa che è raro che si formi un asse parker-666...


Anonimo ha detto...

>>>Gli ultimi film del regista li ho trovati orchestrati malissimo dal punto di vista del susseguirsi delle scene e dello sviluppo narrativo, scritti malissimo dal punto di vista dei dialoghi e colmi di personaggi da macchietta, privi di uno spessore e la cui personalità viene svelata nel modo più banale e stupido possibile.

Beh, io no. E adesso come la mettiamo? :D


gparker ha detto...

E invece si! :)

no ma infatti in coda ho anche precisato che è questione di visione di cinema. Io non sono daccordo col cinema (a livello di narrazione) come lo intende Shyamalan.


FiliÞþØ ha detto...

Anch'io sono un adoratore di Shyamalan (anche se ancora non ho capito come diavolo si pronuncia il suo nome...).

La frase di apertura, mi porta a pensare che il film dovrebbe piacermi, pure tanto!

Praticamente penso l'esatto contrario...;)


gparker ha detto...

in un certo senso comprendo la passione per shyamalan (in un certo senso), pur non condividendola.
Alla fine è un regista davvero forte, abile e pieno di idee (anche se ogni tanto rubacchia dai suoi numi tutelari).

Però io non posso passare sopra quelle sceneggiature, mi fanno contorcere le budella dal dolore. Se un giorno qualcuno gli scrivesse un film come si deve sarei il primo ad avere un'aspettativa alta.


Lakehurst ha detto...

adoro l'irrealtà del regista, e l'idea di base di questo film, tanto per cambiare è geniale nella sua inverosimiglianza. però fare lo sforzo di metterci almeno un personaggio che sembri sensato o una battuta non stupida o anche solo due scene in sequenza che avessero un motivo di essere accostate poteva anche farlo. la scena della casa con dentro i due uomini con i fucili che non vogliono aprire è, nel suo essere completamente insensata come sequenza logica dei fatti, da primo posta nella yeeuch parade!
(peccato perchè questo sarebbe stato un gran film di serie B se non avesse avuto pretese, un budget enorme e un bravo regista)


gparker ha detto...

conosco anche altra gente che come te avrebbe preferito a questo punto un serie B dall'inizio alla fine.

Quanto al pezzo con quelli nella casa lui in conferenza ha detto che non era una parte prevista ma gli capitò più o meno la stessa cosa mentre giravano. Chiaramente non c'erano fucili di mezzo ma quando alcuni locali in una casa come quella li videro montare tutto si vollero informare spaventati e saputo cosa succedeva nonostante la gentilezza e la disponibilità di tutti a spiegare, preoccupati si misero a spaccare la legna e costruire una croce di legno in giardino.


Ale55andra ha detto...

Vabè ma che cattivo! Io sono tra gli estimatori di Shyamalan. A parte Lady in the water che non mi è piaciuto, trovo che Il sesto senso e The village siano due film bellissimi. Questo, che ho appena visto al cinema, non è affatto male, anzi. Al di là della sempre ottima messa in scena, offre non pochi spunti di riflessione, e non solo quello principale di cui tu parli, che a mio avviso se bene ci pensi non è poi così stupido e scemo come dici. Detto questo, l'unica delusione è il finale un pò raffazzonato e "non shyamalano". Insomma, i finali alla shyamalan sono proprio quello che più mi fa amare questo regista. A parte questo, eliminata qualche caduta di stile, tipo qualche ralenti di troppo e qualche dialogo un pò telefonato, il film a mio avviso merita attenzione.


gparker ha detto...

No su questo divergiamo proprio, per me non merita attenzione e non è una questione di messa in scena (che come ho detto più volte mi piace) ma di racconto, cioè della maniera con la quale shyamalan sceglie di raccontarti una storia, il susseguirsi delle sene, i dialoghi il modo di costruire i sentimenti, le situazioni e le scene madri, come dilazionare colpi di scena e momenti empatici ecc. ecc.
insomma il racconto. Ecco quello l'ho trovato terribile.


Anonimo ha detto...

>>>completamente insensata come sequenza logica dei fattii (lakehurst)

Buttatela alle ortiche, ziocane: al cinema non serve. Intrigo internazionale fa acqua da tutte le parti: dovrebbe fregarcene qualcosa?


Ale55andra ha detto...

ATTENZIONE SPOILER

Ma infatti, e poi secondo me le scene madre invece sono ben studiate e ben raccontate. C'è un incipit che mette i brividi, una sequenza nella casa della vecchia che non è da meno e tutte le morti dei poveri malcapitari sono davvero agghiaccianti e non solo per la messa in scena, anche per come vengono raccontate. Sicuramente la solita solfa della coppia in crisi ce la potevamo risparmiare, così come l'amico che muore o la bambina un pò scassamaroni...ma ogni "disaster-movie" che si rispetti contiene per forza alcuni di questi elementi. Io poi ho trovato la recitazione di Whalberg davvero ottima, per non dire straordinaria. Senza contare quella serie di messaggi più o meno scontati che a mio avviso la pellicola riesce a trasmettere.


gparker ha detto...

Aspettate un attimo, io non voglio difendere la logica nel cinema. Assolutamente no. Però siamo daccordo che esiste una specie di bilancia per la quale si può tranquillamente raccontare una storia che logicamente non stia molto in piedi a patto che sia girata e raccontata molto bene, e meno logica più dev'essere ben girata. Perchè poi vediamo e sappiamo tutti che molti filmacci ci fanno imbestialire proprio per la loro illogicità.

Non è infatti quello che non sopporto in E Venne Il Giorno, ma la credibilità, che non è la logica. Se non credo ai personaggi, se mi sembrano fare cose idiote per motivi idioti il film crolla. Inevitabilmente.

Quello che Ale55andra elenca a me sembra un elenco di scene girate veramente molto bene, specialmente quella con gli operai che muoiono all'inizio, e non di parti ben raccontate. Anzi. Le scene sono girate così bene che per un momento si passa sopra il pessimo racconto. Ma il racconto, i dialoghi e come gli elementi e le svolte della trama sono disposte e presentate, rimane inguardabile per quanto mi riguarda.


Anonimo ha detto...

Però sai, tralasciando il fatto che è sempre difficile parlare in termini generali, molte volte ci si lamenta di quelle che sembrano solo ed esclusivamente illogicità d'azione e movente, perché - per i motivi più diversi - non si riesce a reinserire quello che succede in termini di trama nel discorso complessivo, anche estetico, del film. Per me è proprio uno sbaglio giudicare i personaggi e gli eventi (quello che vedo ha senso per me, mi sembra "non idiota" per come interpreto la realtà io?) secondo termini di credibilità che sono comunque dettati dal mondo e dall'esperienza reale del senso comune: questo perché la "credibilità" di un film può essere solo quella che quel determinato film si è creato per sé, nessun'altra. Forse, nel caso di Shyamalan, e sempre per ragioni che per me è impossibile capire dato che lo considero un autore stupendo, non si riesce ad apprezzare non tanto la "tecnica" di Shyamalan quanto il suo discorso. Il che implica che anche il suo modo di girare si capisce neppure completamente, dato che techne e philos sono sempre, andrebbe anche da sé, parte di un tutto unico ed inscindibile. Non ha molto senso separare *come* Shyamalan gira dal discorso che c'è sotto. Ma questo varrebbe in ogni caso, intendiamoci.


Mariolone ha detto...

vabbè tanto sicuro non lo vado a vedere...speravo centrassero i libri del ra


gparker ha detto...

no non sono daccordo. Come si gira è sempre scindibile dal discorso che si fa, perchè un medesimo discorso si può affrontare in più maniere, e come lo giri è la scelta (o la somma delle scelte) che hai fatto, e fa tutta la differenza del mondo.

Quanto alla credibilità io la scindo dalla logicità, la credibilità è quella che ti fa immedesimare nel film e che crea la sospensione dell'incredulità, se manca quella mi rendo conto che è un film e sono totalmente fuori da tutto.


Anonimo ha detto...

Come si gira *è* il discorso che si fa.


gparker ha detto...

Non è l'unico discorso che si fa. Forma e contenuto sono legati ma non la stessa cosa. Come giri influenza ciò che vuoi dire ma non ne è la determinante fondamentale.


domenico ha detto...

gahan ha assolutamente ragione
"Come si gira *è* il discorso che si fa."
qui ci siamo sintonizzati definitivamente!
questa frase andrebbe marchiata a fuoco su tutte le braccia di chi scrive di cinema
la parola chiave a questo punto è "concetto", ovvero come esprimere un concetto attraverso la scelta dell'inquadratura, inquadratura che non solo rappresenta quel concetto, ma finisce per sostituirlo
non mi addentro in questioni semiotiche e filosofiche, che con gahan abbiamo già discusso abbastanza (e in fondo non siamo molto distanti, come idee, anzi)


gparker ha detto...

NEssuno come me è un sostenitore dell'esigenza di formalismo nel momento in cui si parla di cinema, ma annullare totalmente il discorso contenutistico è folle.
Dire che come si gira è il discorso che si fa porta alla conclusione che non importa cosa si dica e che storia si racconti, importa solo come la si filma, il che è palesemente un'eresia dal momento che tanti immani registi hanno girato immani vaccate e non è che dimentichino dall'oggi al domani come si gira.

Semmai si può dire, e io in questa sede l'ho detto e sostenuto più volte, che non esistono storie belle e storie brutte ma storie raccontate bene e storie raccontate male, là dove il concetto di racconto riassume il modo in cui una storia è dispiegata, come sono scritti i dialoghi, come è dosata la suspense o l'emotività, come è orchestrato lo scorrere degli eventi e come sono disegnati i personaggi. Tutte queste cose per essere fatte, ed essere fatte bene, necessitano indubitabilmente di scelte di messa in scena (e quindi di girato) all'altezza della situazione.
In questo senso il racconto è sia girato che scrittura.
Ma eliminare la scrittura dal discorso è come sostenere che per la musica conti solo l'esecuzione per nulla la melodia.


FiliÞþØ ha detto...

ritorno dopo averlo visto.

E' incredibile, per la prima volta sono rimasto deluso...:(


gparker ha detto...

un piccolo passo per l'uomo...


Dopz ha detto...

Lady in the water l'ho trovato poetico e sognatore ..mi ha ricordato un poò Big Fish... il resto dei film incluso E venne il giorno è mondezza sia per la sceneggiatura che per la regia.. e lo dico con rammarico...


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