Maledizione a me e ai miei stolti pregiudizi che fino ad oggi mi hanno ostacolato dal vedere Le Regole Dell'Attrazione, piccolo gioiello ellissiano lontano anni luce da qualsiasi teen comedy, pur paradossalmente essendogli molto vicino.
Vicino per star coinvolte e per volontà di raccontare l'ambiente del college con piglio giovanilista, moviole all'indietro, split screen e montaggio sconnesso.
Ma nulla di tutto questo è pretestuoso in Avary, anzi. Lo sceneggiatore di Pulp Fiction e Le Iene, nonchè di una delle sorprese dell'anno, cioè Beowulf, questa volta dirige anche, sorprendendo per come riesce a fare un uso finalmente funzionale, finalmente originale e anche semplicemente finalmente fatto bene delle tecniche che dovevano stupire nel cinema anni '90.
In forte equilibrio tra una prospettiva statunitense del racconto e un modo poi molto europeo di mostrare i singoli personaggi (basti su tutte la presentazione di ognuno con fermo immagine e nome), Le Regole Dell'Attrazione è cinema tra i meno invisibili possibili, dove la mano del regista si sente di continuo con i già citati split screen (letteralmente stupendo quello tra i due protagonisti che con un movimento di macchina diventa un'inquadratura standard), le velocizzazioni, i ralenti, le scene a ritroso ecc. ecc.
La narrazione è tutt'altro che lineare, si comincia dalla fine ma senza sottolinearlo (grande pregio) per poi rifare tutto il percorso nelle vite dei protagonisti che li condurrà a quel finale. Ma a differenza di molte altre storie raccontate in questo modo Le Regole Dell'Attrazione non usa un simile espediente per rivelare gradualmente dei particolari che daranno nuovo senso alle scene finali già viste.
L'idea del film è l'esatto contrario: è l'aver già visto come va a finire che darà un altro senso a tutta la storia, gli donerà un senso di disillusione e cinismo altrimenti impossibile.
Tanto che alla fine quando si ritorna al punto dal quale si era iniziato le singole vicende non vengono riraccontate ma le si salta direttamente per procedere al vero finale.
Vicino per star coinvolte e per volontà di raccontare l'ambiente del college con piglio giovanilista, moviole all'indietro, split screen e montaggio sconnesso.
Ma nulla di tutto questo è pretestuoso in Avary, anzi. Lo sceneggiatore di Pulp Fiction e Le Iene, nonchè di una delle sorprese dell'anno, cioè Beowulf, questa volta dirige anche, sorprendendo per come riesce a fare un uso finalmente funzionale, finalmente originale e anche semplicemente finalmente fatto bene delle tecniche che dovevano stupire nel cinema anni '90.
In forte equilibrio tra una prospettiva statunitense del racconto e un modo poi molto europeo di mostrare i singoli personaggi (basti su tutte la presentazione di ognuno con fermo immagine e nome), Le Regole Dell'Attrazione è cinema tra i meno invisibili possibili, dove la mano del regista si sente di continuo con i già citati split screen (letteralmente stupendo quello tra i due protagonisti che con un movimento di macchina diventa un'inquadratura standard), le velocizzazioni, i ralenti, le scene a ritroso ecc. ecc.
La narrazione è tutt'altro che lineare, si comincia dalla fine ma senza sottolinearlo (grande pregio) per poi rifare tutto il percorso nelle vite dei protagonisti che li condurrà a quel finale. Ma a differenza di molte altre storie raccontate in questo modo Le Regole Dell'Attrazione non usa un simile espediente per rivelare gradualmente dei particolari che daranno nuovo senso alle scene finali già viste.
L'idea del film è l'esatto contrario: è l'aver già visto come va a finire che darà un altro senso a tutta la storia, gli donerà un senso di disillusione e cinismo altrimenti impossibile.
Tanto che alla fine quando si ritorna al punto dal quale si era iniziato le singole vicende non vengono riraccontate ma le si salta direttamente per procedere al vero finale.
23 commenti:
Certo che le immagini che hai postato non invogliano mica alla visione :P
L'ho fatto apposta. Per rendere il paradosso pregiudiziale che aveva preso anche me.
Dovrebbero incuriosire perchè un film di questo tipo girato con grande intelligenza è una vera rarità.
io l'ho visto, non è per niente male, lo consiglio
Lontano dal paradiso, Le regole dell'attrazione... ma che cavolo facevi nel 2002? Eri rinchiuso in un convento?
Eh ma io tra il 2000 e il 2004 sono praticamente scomparso dalle sale cinematografiche.
E' stato il periodo di clausura cinefila in cui vedevo una media di 2 film al giorno di tutte le epoche e tutte le ere tranne i moderni.
Uno dei periodi più belli della mia vita.
Compatto il fatto che tu abbia visto un film con il protagonista di Dawson's Creek mi ha shockato.
Guarda che è forte lui.
Dawson o il Compatto?
Io Dawson lo schifo da quando ho visto il mio solo e unico episodio di Dawson's Creek e ho scoperto che Dawson è appassionato di cinema e che vuole fare il regista e che il suo regista preferito è Spielberg.
Dai ci mancava solo che era pure appassionato di Trivial Pursuit...
Un film davvero molto buono. E' da un bel po' che non si vedono film così, direi-- Sarà passato il periodo, e la roba geniale di Ellis non tira più--
Intendevo lui, che comunque non ha nè colpe nè meriti sul personaggio di Dawson. E comunque non si appassionava alla tecnologia.
Si strano. E' stata proprio una stagione quella di Ellis.
Ellis lo scrittore?
Ma questo film ha qual cosa a che vedere con Ellis?
Era l'unica cosa decente da vedere quella sera, e poi Roger Avary mi piace.
Aspetto con ansia Castle Wolfenstein che esce nel 2010
Frankie: si è tratto dall'omonimo libro di Brett Easton Ellis
Compatto: tutte scuse...
Stavo facendo zapping....
Allora ritiro tutto. Bret Easton Ellis è un grande...
In effetti mi ero sempre chiesto quando gparker avesse visto questa vagonata di film... ora lo so.
Furono i famosi 4 anni di studio matto e disperatissimo.
Ma che stai a dì? Non ti ho mai visto studiare in vita mia.
C'hai ancora i libri tutti foderati.
stanno in libreria ma sono vuoti.
dentro ci sono videocassette...
studiava come un nano minatore..me lo ricordo nelle mie rare apparizioni in biblioteca...con quei suoi quaderni...
In biblioteca al mattino, a vedere film il pomeriggio
ogni tanto mi chiedo che fine hanno fatto alcuni di quei personaggi mitologici che facevano finta di studiare li dentro...poi mi dico...sicuramente il ra per qualche via traversa li frequenta/ci si è accoppiato
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