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7.6.08

Tropa De Elite (Tropa De Elite, 2007)
di Josè Padilha

POSTATO SU

Troppo facile e immediato pensare a La Battaglia Di Algeri, troppo diretto come referente, troppo alto come nume tutelare per un film come Tropa de Elite che senza dubbio (e non è una critica) cerca anche la spettacolarità, cerca di parlare della crisi e della problematicità della situazione criminale in Brasile usando il filtro dell'azione e del fascino del bene e del male.

Certo di bene ce n'è molto poco, come del resto nella realtà. Josè Padilha parte da City Of God di Meirelles, dal suo modo di vedere il Brasile delle favelas (colori saturi, molto contrasto, macchina a mano e lo stile dei dialoghi molto cinematografico) per tentare di arrivare a Pontecorvo, cioè all'equilibrio totale in cui nessuno ha ragione o tutti hanno torto.
Ma se la prospettiva realisticamente complessa (dal punto di vista delle dinamiche di trama e non tanto di ripresa) del capolavoro italiano è davvero inarrivabile Padilha comunque raggiunge un ottimo livello di equilibrio senza dividere le colpe ma mostrando un problema da tutti i punti di vista.

E' semmai a livello di cinema che Tropa De Elite cede in più occasioni (specialmente il grottesco addestramento banalmente ricalcato su Full Metal Jacket o il rapporto del protagonista con la moglie o ancora la stupidissima trasformazione in macchina di morte del primo erede al comando della squadra del Bope), mancando l'occasione di commuovere davvero o di stupire con forza e riuscendo solo a far arrabbiare, che certo non è poco ma l'amaro in bocca rimane.
Ridicole, stupide e fanciullesche le accuse di fascismo.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Non so se sono fanciullesche e ridicole le accuse di fascismo-- Il film in sé, come dici tu "a livello di cinema", non è granché, e se ci metti anche "la stupidissima trasformazione in macchina di morte" (pensiamo ai giovani della Hitlerjugend--), siamo apposto!


gparker ha detto...

Sono stupidissime secondo me primo perchè nel film quelli del Bope non sono dipinti bene nè come dei salvatori secondo perchè quella di fascismo non può essere un'accusa ad un film, grazie al cielo non siamo più negli anni '70!
Un film può essere fascista, comunista, razzista, xenofobo, immorale, classista ecc. ecc. Ed è essere un capolavoro e allora che è accusa è quella di fascismo se non incide sulla bontà della pellicola??


Anonimo ha detto...

Ma è anche sbagliato definirla accusa: se dico che Il trionfo della ragione è un film fascista, non sto esprimendo un giudizio, mi sto semplicemente limitando a descriverlo. E se si analizza la "visione del mondo" di questo film (prendi ad esempio l'arco narrativo della vicenda di Matias, che è essenziale), non potrai di certo dire (andiamo per eufemismi, va) che è un film progressista.


Anonimo ha detto...

Intendevo Il trionfo della *volontà*, chiaramente--


gparker ha detto...

No certo "rilevare" la presenza di un'ideologia fascista non è sbagliato. Sono le accuse di fascismo che sono assurde.
Perchè le accuse ad una pellicola sono di superficialità, di banalità, di anticinematograficità, di plagio ecc. ecc. Ma non di comunismo! Come dicevo non siamo più negli anni '70 quando i film si valutavano per la loro ideologia, ma siamo in un'era in cui un film si può valutare a prescindere senza farsi condizionare all'aderenza o meno di un messaggio esposto.

Per entrare nel merito poi di certo Matias fa un percorso fascistoide cioè di educazione alla violenza come risposta e alla repressione a tutti costi come antidoto alla criminalità, ma non mi sembra sia proposto in chiave positiva. Certo non è neanche stigmatizzato, c'è quell'equilibrio che lascia allo spettatore la presa di posizione nei confronti di ciò che vede che apprezzo.


Mariolone ha detto...

siete troppo seri...mi ricordo un aneddoto più leggero su questo film: Quando uscì in brasile il regista si impegnò molto per combattere la diffusione di copie pirata(in brasile piratano l'80 % diTUTTO...li si che sanno vivere)...va ad un incontro col Ministro competente casa ed ovviamente trova sopra il suo lettore dvd una copia pirata del film


Anonimo ha detto...

Più che seri siamo scemi-- Cmq, questo rigetto totale dell'ideologia, a favore di una poco precisata pregnanza "cinematografica pura", mi è sempre sembrato dello stesso livello di quello che lascia perdere totalmente lo specifico filmico per focalizzarsi solo sulla trama ("un film importante", "un tema importante"). Non c'è niente di male nel provar schifo, e dirlo argomentando, perché un film difende un'ideologia schifosa. E a me sembra (tu dici "non è neanche stigmatizzato") che qua ci siamo in pieno: è tutto a direzione unica, e più che equilibrio c'è un atteggiamento un po' subdolo, che si evince proprio dallo stile.


gparker ha detto...

quello che dici tu sarebbe disinteressarsi del contenuto ma l'ideologia è solo una interpretazione del contenuto, peraltro veramente soggettiva al massimo perchè parte da ciò che credi riguardo cose extrafilmiche.
L'ideologia poi non è mai nè giust nè sbagliata, è solo soggettiva. Insomma mi sembra un metro di giudizio assurdo. Che poi tu possa dire "Io però non sono daccordo" figuriamoci, rientra nell'opnione. Io condanno chi giudica male il film perchè di parte o perchè foriero di un'ideologia che non condivide.

Per quanto ne ho visto io anche quelli delle favelas hanno le loro motivazioni nel film e quelli del Bope non sono proprio il massimo della positività. Solo il fatto che si sia ricalcato Full Metal Jacket per l'addestramento è abbastanza indicativo. Infine al termine del percorso del film Matias è spersonalizzato, quando finalmente è parte del Bope è ufficialmente un uomo peggiore che all'inizio e l'istruttore maltratta la moglie. Insomma non ci sono lati positivi nel fare quello che fanno e farlo in quella maniera.
Poi certo il film ti dice anche che qualsiasi altro sistema è inefficiente, ma fa parte dell'intento di non dare risposte facili.


Anonimo ha detto...

Beh, i lati positivi, a scotto di qualche sofferenza privata dei poliziotti, ci sono: semplicemente perché "qualsiasi altro sistema è inefficiente", e quindi le cose fascistoidi e "spersonalizzate", da macchine di morte che fanno quelli del Bope, tutto sommato, sono un male necessario. Matias, prima di entrare nel Bope diceva all'università: "A volte la repressione è necessaria", zittendo tutti lasciati privi di argomentazioni. Infatti alla fine del film si dimostra puntualmente che aveva ragione, la repressione violenta del Bope è necessaria.


gparker ha detto...

no aspè lui zittisce tutti perchè quelli citano cose a caso, fatti personali o riportati ma sono peggio di tutti quanti, hanno i mezzi e i soldi eppure trafficano con i criminali. Non li zittisce dicendo che è necessaria ma spiegando il giro che fa la droga.

Cmq siamo daccordo che il film dice anche che la violenza del Bope è un mezzo efficiente, non dice però che sia il migliore nè quello ideale. Dice semplicemente "per come stanno le cose ora, l'unica cosa che mantiene uno pseudo ordine è il Bope", dimostra in sostanza che una guerra c'è, ed è un dato di fatto, dunque se si vuole intervenire servono guerrieri.
Poi sulla bontà di tale intervento, sul fatto che sia effettivamente una soluzione il film non dà garanzie. Anzi...


Anonimo ha detto...

Io dico solo che la colonna sonora è veramente bella, caro gparker..e hai dimenticato di citarla nella tua recensione.


gparker ha detto...

non l'ho citata perchè non mi ha colpito molto...


Mariolone ha detto...

visto ieri sera....ovviamente visione cameratesca con commenti tecnici...come si confà a noi addetti ai lavori...niente male...direi fase addestrativa a parte,un film sobrio


gparker ha detto...

Neanche a me è dispiaciuto, ma forse l'Orso D'Oro era troppo.


Anonimo ha detto...

Sinceramente ho trovato anche io le accuse di fascismo assolutamente ridicole oltretutto considerando che il regista ,ispirandosi al libro scritto da ex-agenti del Bope, voleva fare un film-documentario ma avendo ricevuto minacce di morte da più parti ha deciso di sublimare con la fiction..Che ci sarà di fascista, il film ritrae una realtà cruda..bah io cito una semplice statistica che parla di una mortalità a Rio de Janeiro per arma da fuoco 8 volte superiore a quella della Striscia di Gaza...più il numero di favelas, citato anche nel film, è 700..non credo che si possa entrare lì con i tulipani in mano (discutere della complessa realtà brasiliana è lungo)...durante le riprese del film sono state anche rubate le armi non vere della troupe che girava in alcune favelas nonostante i pass dei narcos locali..insomma non riesco a non dire CAVEIRA CAPITAO!!

Drieu La Rochelle


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