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24.2.09

Paura di città o terrore della scampagnata?

Vedendo Il Mai Nato mi sono girate in testa un po' di considerazioni sparse sugli horror, specialmente sulle differenze di topoi tra quelli cittadini e quelli campagnoli. Ne è uscito un approfondimento per MyMovies.

Ci sono due tipi di film horror: quelli che mirano a portare gli elementi dell'orrore nella quotidianità della vita reale e quelli che invece localizzano l'orrore in un determinato luogo in cui i protagonisti, loro malgrado, lo incontrano.

Il Mai Nato appartiene alla prima categoria, quella i cui film mirano a creare un mood spaventoso che scardini alcune certezze degli spettatori riguardo la loro vita ma che spesso, proprio per la minuziosa descrizione della quotidianità, sfociano nel ridicolo non riuscendo nel loro intento di mettere in immagini un vivere minacciato dal male.

Non almeno quanto il secondo tipo di film horror, quelli come Venerdì 13 che, mostrando persone normali in contesti straordinari, spesso possono più facilmente spaventare andando a turbare le sicurezze del pubblico senza bisogno di addurre vere ragioni alla persecuzione.

Non c'è nessun mistero negli horror extraurbani ma una disarmante chiarezza d'intenti da parte di un carnefice riguardo il destino delle sue vittime alle quali, nonostante i molti sforzi, rimane la sola possibilità di cercare di procastinare l'inevitabile morte fino alla fine del film.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Bè tutta la vita Terrore della Scampagnata.
Vuoi mettere il piacere di vedere una bella coppia di giovani che si infratta in un boschetto per poi essere puntualmente purgata? Un classico che non muore mai.


gparker ha detto...

come le torte in faccia o l'uomo che scivola sulla banana...


Anonimo ha detto...

o il piede nel secchio


gparker ha detto...

il dito nella porta girevole


Fabio ha detto...

le patatine incastrate nel distributore automatico


gparker ha detto...

il rastrello in faccia


Thomas Morton ha detto...

Ok, vado a scaricarmi la serie completa delle comiche di Stanlio e Ollio.


Mariolone ha detto...

come una medusa tirata sulla schiena


gparker ha detto...

PLOF!


Anonimo ha detto...

Ho letto il tuo pezzo (come pure tutte le simpaticissime gag :-) qua sopra) e mi è scattato l'insano proposito di trovare dei film dell'orrore che non abbiano ambientazioni o solo in città o solo in campagna. Mi è venuto in mente Il seme della follia, che oscilla un po’ tra le due ambientazioni, e anche Dracula di Coppola, che ha campagna e città e poi campagna di nuovo. Poi mi è venuto in mente un altro fatto, che in genere i film con protagonisti mostri “classici”, tipo i vampiri o gli zombie, hanno ambientazioni miste in genere, o comunque non stereotipate, mentre come tu dicevi il maniaco killer omicida alla Jason o alla Leatherface è sempre costantemente in campagna o zona rurale e/o isolata, e attende lì la mattanza.
Cosa vuol dire tutto ciò? Non lo so, sei te il Maestro, io faccio solo i compiti. :-D


gparker ha detto...

ahahahaha
ma quale maestro...
comunque si l'horror movie classico con dracula e co. ha altre regole sue.
Secondo è semplicemente una dinamica narrativa che semplifica il racconto.
Se devo raccontare una mattanza e il cuore E' la mattanza stessa cioè la dialettica scappo/ti inseguo non si può fare in città perchè ci sono troppi problemi da risolvere come ad esempio: come evitare che i protagonisti possano chiamare la polizia? come evitare che possano armarsi? come evitare che possano scappare in auto? ecc. ecc.

poi alcuni che spostano la mattanza in città e lo fanno bene ci sono e sono infatti tra i migliori perchè complessi e articolati. Mi viene in mente il bellissimo primo Halloween.


Anonimo ha detto...

E però è vero, hai ragione. Mi è venuto in mente (sto lavorando PROPRIO tanto) che come maniaco omicida seriale c'è Freddy Kruger che si discosta dall'ambientazione agreste, e forse è l'unico che può farlo perchè in fondo vive nei sogni, non nella realtà.


gparker ha detto...

esatto! L'importante è non dare i referenti del mondo reale.


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