Nel film di Renato De Maria ci sono 6 attori che interpretano 6 gangster della storia del crimine italiano in un periodo ben preciso, tra la fine del fascismo e gli anni '60. Li interpretano con fare teatrale su uno sfondo nero, recitano monologhi in camera, raccontano le grandi imprese della loro vita e la filosofia che li animava. È quindi un misto di realtà e finzione quello proposto in queste 6 personalità intrecciate, la verità cronachistica delle imprese (alcune davvero pazzesche) e la falsità della morale che De Maria mette in bocca ai criminali.
Come in tutte le leggende è difficile dire dove finisca la parte reale e dove inizi la fantasia nella maniera in cui il film traccia una linea diretta e precisa tra antifascismo e criminalità. Il passato di questi gangster, tutti partigiani o comunque antifascisti militanti, è un'educazione alla violazione nei confronti della legge e alla lotta contro il sistema in anni di regime, una che li trasforma poi in oppositori del nuovo regime del dopoguerra, quello capitalista. L'iperbole di De Maria è di trasformare questi gangster in eroi del comunismo, combattenti per il popolo contro le industrie e le banche, viveur della malavita che con la loro insubordinazione palese, gli affronti alla legge, le carceri occupate, le fughe dalla polizia affermano e forse anche precedono l'idea della rivoluzione socialista o anarchica. Tutte ideologie che è difficile riscontrare realmente nei 6 criminali raccontati ma che indubbiamente costituiscono la presa di posizione autoriale del film. Sarebbe facile opporre al ragionamento di De Maria l'altro modo di vedere i criminali, quello propugnato da Scarface di De Palma, ovvero i gangster come estensione iperbolica e violenta del sistema capitalista, uomini che cercano di creare un sistema loro finalizzato all'accumulo di denaro da spendere.
Ad inframezzare i racconti fatti in camera dai 6 attori (che recitano appositamente con uno stile teatrale molto caricato) sono spezzoni di cinegiornali, di filmati d'epoca e di alcuni poliziotteschi italiani (con grande predilezione per Milano calibro 9). Dell'uso di qualche immagine si sente decisamente la necessità ma lo stesso la maniera in cui sono montate e inframezzate è decisamente la parte più debole di questo film, incapace di far scaturire senso da questi accoppiamenti che in realtà paiono molto lontani fra loro (i criminali del cinema italiano anni '70 non somigliano molto a questi proto-gangster). Italian Gangster è migliore sulla carta che sullo schermo, ha molte idee e uno spunto affascinante ma non riesce a realizzare tutti i propri sogni di grandezza. Dopo poco smettono di comparire i nomi dei gangster in sovraimpressione e facilmente si dimentica chi interpreta chi, le loro storie si sovrappongono e cominciano a vivere solo di impennate. Le azioni incredibili, le frasi taglienti o le fughe impressionanti. I particolari oscurano il totale.
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