Al secondo film da regista Louis Garrel torna a raccontare di triangoli sentimentali in maniera peculiare. La storia di L'Uomo Fedele è quella di una sete di amore che pare sempre insoddisfatta, relazioni ordinarie, urbane, tra quarantenni con figli che non sembrano mai soddisfare nessuno. C’è un uomo da sempre innamorato di una donna che ha avuto un figlio da un altro (motivo per il quale si sono lasciati) e che ora è vedova e torna con lui. Ma c’è anche una ragazzina da sempre innamorata di lui che lo pretende per sé. Sarà questo l’esperimento del film, lasciarlo andare con la ragazzina per non avere dubbi sulla loro relazione.
L’importante per Louis Garrel non è di certo l’originalità, ma è la voce fuori campo e il rapporto che instaura con il tono del film, sono le conversazioni a letto prima di andare a dormire ed è il dubbio del suo protagonista (l’unico personaggio che riusciamo a conoscere bene mentre gli altri rimangono sempre opachi e sfocati). Come se dei personaggi gli interessasse di più cosa pensano quando non stanno parlando con gli altri, cosa fanno quando maturano una decisione o rimuginano su alcuni eventi, sbriga in fretta le conversazioni e le svolte di trama per arrivare al momento in cui vagano, si fanno influenzare, pensano e si struggono. C’è qualcosa che non va nelle relazioni sentimentali degli esseri umani e sembriamo non incastrarci mai.
La materia non è propriamente il massimo dello stimolante e purtroppo anche lo stile narrativo adottato è molto convenzionale (sia nella scrittura che nella messa in scena). La scelta di Garrel di raffreddare tutto e ritrarre quest’uomo ossessionato da una donna senza gli slanci sentimentali che la sua ossessione consentirebbe non paga molto e anche l’unico dettaglio interessante, cioè il figlio di lei che sostiene che sua madre abbia avvelenato il padre morto, è buttato via. Sarebbe un presupposto hitchcockiano ma a Garrel non interessa la suspense. Schiacciato da un modello di cinema francese dalla scrittura e dal lavoro sulla recitazione difficile da raggiungere e incapace di battere una sua strada unica e personale anche il secondo film di Louis Garrel è più una bozza che un’opera finita.
Post più popolari
-
E' parecchio che mi gira in testa il pensiero che i grandi film forse facciano più danni che altro, perchè diventano degli standard dai ...
-
Three Billboards Outside Ebbing, Missouri (id., 2017)
di Martin McDonaghCONCORSO MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA C’è stato un fatto efferato, una ragazza è stata bruciata e violentata, ma a quanto pare non si... -
Ho sempre ritenuto abbastanza sopravvalutato il cinema di Ferzan Ozpetek , specialmente per quanto riguarda Le Fate Ignoranti (di La Fines...
-
POSTATO SU Non che non si possa rifare Otello, diciamolo subito, e nemmeno che non si possano adattare i grandi classici ad un cinema popol...
-
Spesso mi sembra che il cinema tutto si possa dividere in due grandi categorie: moderno e classico. Non che voglia fare una divisione manich...
-
Atomica Bionda (Atomic Blonde, 2017)
di David LeitchJohn Wick aveva impressionato ma ora quel modello, messo a punto con da David Leitch e Chad Stahelski nel primo film, è stato perfezionat... -
La principessa Mononoke (Mononoke Hime, 1997)
di Hayao MiyazakiPUBBLICATO SU ATTENZIONE! La versione italiana 2014 di La principessa Mononoke è stata ritradotta e ridoppiata, visto che nella precede... -
Pets (id., 2016)
di Yarrow Cheney e Chris RenaudIn uno dei film di minore successo della Illumination Entertainment si nasconde la linea guida sua e del suo fondatore Chris Meledandri. In... -
In Giappone dove la rete 3G è decisamente migliore i telefoni più evoluti più diffusi e dove c'è una cultura diffusa maggiore riguardo l...
-
Sul blog High Voltage si nota come siano tutte balle quelle per le quali l'uscita di un videogioco molto importanti possa nuocere all...
Archivio
Template modificato con il sudore della fronte da Gabriele Niola.
Nessun commento:
Posta un commento