Ada ama Souleiman ma si deve sposare con un altro ragazzo, che a differenza di lei è molto ricco. Nella Costa D’Avorio il denaro è troppo importante perché la famiglia possa dare retta all’amore di una figlia e al suo desiderio, così il matrimonio avverrà. Niente di più classico. Mati Diop racconta una storia che esiste a tutte le latitudini del mondo, l’eterna trama dell’amore schiacciato dalle esigenze familiari ma alimentato dal ribellismo giovanile, e lo fa con non poche velleità. Teen movie d’autore dai tempi dilatati e grande attenzione alle povertà e alle condizioni di vita.
Per fortuna a metà di Atlantique entra un’altra trama, entra un investigatore con strani svenimenti e un magnate che riceve la visita di alcune ragazze dagli occhi bianchi, spiritate. Al matrimonio di Ada il letto matrimoniale prende fuoco rischiando di scatenare un incendio, il principale indiziato è Souleiman ma nessuno lo vede da giorni, è partito su una barca vela con altri ragazzi.
Finalmente vediamo un film africano d’autore che non si limita ad imitare i corrispettivi europei ma trova una propria personalità. Dopo decenni di filmacci provenienti dai paesi africani realizzati ad immagine e somiglianza del cinema europeo (ma non a quel livello) Mati Diop racconta una storia semplice contaminandola di un tipo di spiritismo a noi sconosciuto, facendo in modo che le storie di spiriti abbiano una funzione e una mitologia che da noi non hanno.
E quando alla fine tutto questo spiritismo incrocia la trama iniziale di Ada e Souleiman, quando negli specchi vediamo riflesse le vere identità di queste persone spiritate e capiamo il ruolo dell’investigatore addirittura Atlantique riesce ad azzeccare delle immagini potentissime (quella finale delle manette) e sentimentali, straccialacrime ma con gusto e coerenza (addirittura anche le frasi poetiche fuoricampo con immagini del mare trovano un loro senso, incredibile!).
Certo rimane un film troppo a lungo dozzinale e noiosetto per incidere davvero ma la sua capacità di raccontare una storia mondiale con tono africano è ammirabile e conquista. Non sarà forse la scoperta di un’autrice (almeno non ora non con questo film), di certo è un passo fondamentale per il cinema africano che ha finalmente il coraggio di portare le sue storie da noi.
Post più popolari
-
E' parecchio che mi gira in testa il pensiero che i grandi film forse facciano più danni che altro, perchè diventano degli standard dai ...
-
POSTATO SU La cosa che preferisco di tutta quest'idea di fondo che sta prendendo forma alla base della trilogia di Madagascar è il fatt...
-
Three Billboards Outside Ebbing, Missouri (id., 2017)
di Martin McDonaghCONCORSO MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA C’è stato un fatto efferato, una ragazza è stata bruciata e violentata, ma a quanto pare non si... -
Non ho mai amato particolarmente i film di D'Alatri , benchè gli riconosca una cera abilità non mi sono mai lasciato affascinare nè dai ...
-
Questo secondo adattamento per il cinema della serie tv Charlie’s Angels (ma terzo film perché il primo adattamento del 2000 ebbe un seque...
-
POSTATO SU Da un po’ Spike Lee sta ampliando i suoi orizzonti. Si pensava che Inside Man fosse un lavoro alimentare, una concessione ai g...
-
Hitman è un film da paesani. Nè più nè meno. E per paesani non intendo la gente che viene dai paesi ma lo stereotipo mentale che un uomo di...
-
I guardiani della galassia (Guardians of the galaxy, 2014)
di James GunnChe in James Gunn ci fosse più di quel che appariva dai film Troma di fine anni '90 era evidente per chi avesse amato Super e per chi c... -
Noto in Italia con diversi titoli (anche Quelli che camminano sulla coda della tigre ) il quarto film di Kurosawa visto con gli occhi di un...
-
La Felicità Porta Fortuna è un finto piccolo film di un grande autore, un esperimento ingannevole che ne rivela la grandezza più di altre p...
Archivio
Template modificato con il sudore della fronte da Gabriele Niola.
Nessun commento:
Posta un commento