La storia che Rocketman racconta è per poco tempo quella di come Reginald Dwight sia diventato Elton John e per molto tempo quella di come Elton John sia caduto e poi uscito da diverse dipendenze. Con una certa onestà il film lo dichiara nella prima scena, in una riunione di alcolisti anonimi.
Anche quando si tuffa nel passato dei primi anni a casa, del contatto con il pianoforte, delle prime band, della formazione e dell’incontro con Bernie Taupin il film lo fa con il senno di poi per trovare ragioni (che nei casi peggiori un po’ sembrano scuse) per le dipendenze e il vortice in cui il protagonista cadrà. Non è una sorpresa questo tono di parte, il film viene da Elton John stesso ed è una caratteristica che va accettata, altrimenti si rischia di non entrarci mai dentro.
Rocketman non vuole assolutamente essere diverso dal solito, gli vanno molto bene i soliti ruoli nelle solite situazioni, anzi proprio si diverte ad imitare i film come li conosciamo per far in modo che la vita di Elton John rientri in quelle categorie e in quella cornice. L’epica che vuole costruire è proprio quella del cinema, far entrare il suo protagonista dentro un film letteralmente. Non manca nessun passaggio classico dei biografici musicali (incluso l’immancabile momento in cui gli viene detto che quelle che saranno le sue canzoni più note non funzioneranno mai!) e il racconto degli eccessi fatto piangendo e urlando.
E se la scrittura non cerca mai l’eccezionalità è anche perché il punto del film è evidentemente altrove, sta nei numeri musicali, nei costumi (moltissimo) e nelle coreografie. Il grandissimo contrasto tra le paillettes e i lustrini che gridano felicità, rock e fama e il declino di un uomo allo sbando, solo e distrutto da droga e alcol è ottenuto proprio con gli abiti, con la sua immagine pubblica così assurda, paradossale ed eccessiva (la scena presente del trailer di Elton sul palco con il costume pieno di colori e le braccia alzate in segno di trionfo è la più diretta ma obiettivamente anche la migliore). E questo è un traguardo, uno che nei momenti migliori del film offusca il fatto che le canzoni sono riarrangiate nello stile della musica da musical (la playlist è fatta bene però, ci sono tutte quelle che ci devono essere) levandogli a tratti un po’ della loro forza, che evidentemente sta molto negli arrangiamenti di Elton John.
E proprio qui, nella musica, Rocketman mostra quelle scelte audaci che non fa nella scrittura, mostra di aver realmente lavorato sull’idea mettere in scena musica e spettacolo. La scelta più pauperista, pavida e un po’ semplicistica di film come Bohemian Rhapsody di mettere le canzoni famose per come sono, originali e senza toccarle, solo appiccicandole, garantisce un risultato e il gradimento di qualunque spettatore sia entrato a vedere il film, qui questo risultato invece non è garantito per tutti i brani.
Certo Rocketman al netto di momenti davvero ottimi (la parte di I Want Love ricalcata sul noto videoclip con Robert Downey Jr. di cui Elton John notoriamente va pazzo è fantastica) non è estraneo al kitsch e a simbolismi sfacciati in altri (Elton John che parte come un razzo su Rocketman), ma nei pochi momenti in cui gli è chiesto di recitare Taron Egerton funziona davvero, anima onestamente un personaggio eccessivo e Bryce Dallas Howard forse mette a segno la sua miglior interpretazione nel ruolo della madre.
Post più popolari
-
E' parecchio che mi gira in testa il pensiero che i grandi film forse facciano più danni che altro, perchè diventano degli standard dai ...
-
Io Sono Valentina Nappi (2018)
di Monica StambriniEsiste un grandissimo territorio tra il cinema porno e quello che non mostra esplicitamente il sesso, un territorio in larga parte inespl... -
Ringraziamo di cuore Zorflick per aver provveduto a dare lustro a questo blog con le sue matite fornendo il tanto atteso logo. Appena ho un ...
-
Questo secondo adattamento per il cinema della serie tv Charlie’s Angels (ma terzo film perché il primo adattamento del 2000 ebbe un seque...
-
Kung Fu Panda 3 (id., 2016)
di Alessandro Carloni e Jennifer YuhAll’inizio di Kung Fu Panda 3 al posto del bambino con canna da pesca, disteso sulla Luna del logo Dreamworks c’è il panda Po, ed è un’im... -
Quello che è lecito aspettarsi da un film che porta al cinema un personaggio di successo della comicità televisiva è divertimento, poche pre...
-
Quel momento imbarazzante (That awkward moment, 2014)
di Tom GormicanPUBBLICATO SU Per chi non lo sapesse il titolo del film (in originale) fa riferimento ad un diffuso meme: "That awkward moment whe... -
Da Edward Zwick , regista, tra gli altri, di Vento di Passioni , Attacco Al Potere e L'Ultimo Samurai , non ci si poteva aspettare di pi...
-
Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio (The Huntsman, 2016)
di Cedric Nicolas-TroyanCi sono due sorelle, due principesse e si voglio bene. Una delle due però cova un potere che un trauma risveglierà: può comandare il ghia... -
Euforia (2018)
di Valeria GolinoUN CERTAIN REGARD FESTIVAL DI CANNES Non ha nessuna fretta di consegnare tutte le informazioni agli spettatori Euforia, le tiene per sé...
Archivio
Template modificato con il sudore della fronte da Gabriele Niola.
Nessun commento:
Posta un commento