L’idea base di Between Two Ferns with Zach Galifianakis, la webserie di Funny Or Die, non è eccezionale. Consta tutto di domande comicamente provocatorie fatte in faccia a talent e star totalmente consenzienti. Vengono presi in giro per ruoli ridicoli, incassi bassi, carriere sceme o altro. Ma vengono presi in giro con il loro consenso, tramite script pre-approvati e una blanda improvvisazione, sono tutti amici di Galifianakis e vengono apposta per qualche screzio contro di loro. A sostenere il format e a renderlo divertente è proprio come Galifianakis ponga queste domande, in una parola il suo senso comico, la sua capacità di trasformare una blandissima critica in una battuta vera (“Pensi che film come La La Land possano spianare la strada a tutti quei bianchi che vogliono spiegare il jazz ai neri?” chiede a John Legend).
Da quella webserie è stato creato un film, diretto dallo stesso regista degli episodi online, di fatto espandendone la mitologia (che programma è? Da dove viene? Chi lo produce? Perché i talent ci vanno?) e allargando il campo dei personaggi anche ad assistenti di studio, cameramen ecc. ecc.
Between Two Ferns: The Movie è quindi una storia propriamente detta intorno alla registrazione di diverse puntate della webserie, in modo che possa così incorporare almeno una decina (ma anche di più) di interviste a talent noti (Benedict Cumberbatch, Brie Larson, Paul Rudd, Queen Latifah, David Letterman, Matthew McConaughey…). Il resto è girato nello stile di The Office o Parks And Recreation, una specie di documentario intorno ad un gruppo di lavoro scalcinato, che si concentra sulla tentata transizione da webserie a grande show televisivo con pubblico. Galifianakis ovviamente interpreta il suo consueto personaggio troppo-stupido-per-essere-vero.
È impossibile dire che il film non riservi qualche risata (specie nella prima parte con McConaughey) ed è indubbio che tutto si illumini ogni qualvolta compaia Will Ferrell, vero fondatore di Funny Or Die e qui in una versione parodistica di sé come un mogul extra esigente, cocainomane ed onnipotente. Ma il resto è così scarso e povero, così derivativo e pretestuoso che davvero dà l’impressione di essere quello che è: la trasposizione di qualcosa di breve, deformata e allungata il più possibile perché possa dirsi film senza aver fatto la fatica necessaria ad esserlo davvero.
Post più popolari
-
E' parecchio che mi gira in testa il pensiero che i grandi film forse facciano più danni che altro, perchè diventano degli standard dai ...
-
Three Billboards Outside Ebbing, Missouri (id., 2017)
di Martin McDonaghCONCORSO MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA C’è stato un fatto efferato, una ragazza è stata bruciata e violentata, ma a quanto pare non si... -
Ho sempre ritenuto abbastanza sopravvalutato il cinema di Ferzan Ozpetek , specialmente per quanto riguarda Le Fate Ignoranti (di La Fines...
-
POSTATO SU Non che non si possa rifare Otello, diciamolo subito, e nemmeno che non si possano adattare i grandi classici ad un cinema popol...
-
Atomica Bionda (Atomic Blonde, 2017)
di David LeitchJohn Wick aveva impressionato ma ora quel modello, messo a punto con da David Leitch e Chad Stahelski nel primo film, è stato perfezionat... -
EXTRA FESTA DEL CINEMA 2007 Viene ad un certo punto il momento di mettersi da parte come spettatore presunto imparziale e ammettere la sconf...
-
La principessa Mononoke (Mononoke Hime, 1997)
di Hayao MiyazakiPUBBLICATO SU ATTENZIONE! La versione italiana 2014 di La principessa Mononoke è stata ritradotta e ridoppiata, visto che nella precede... -
Pets (id., 2016)
di Yarrow Cheney e Chris RenaudIn uno dei film di minore successo della Illumination Entertainment si nasconde la linea guida sua e del suo fondatore Chris Meledandri. In... -
Spesso mi sembra che il cinema tutto si possa dividere in due grandi categorie: moderno e classico. Non che voglia fare una divisione manich...
-
In Giappone dove la rete 3G è decisamente migliore i telefoni più evoluti più diffusi e dove c'è una cultura diffusa maggiore riguardo l...
Archivio
Template modificato con il sudore della fronte da Gabriele Niola.
Nessun commento:
Posta un commento