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7.6.05

A.I.

E' una vita che si sente parlare di intelligenza artificiale e repliche del cervello umano, studi scientifici e laboratori avanzatissimi in cui si studiano le modalità per replicare il pensiero umano. La verità delle cose è che l'intelligenza artificiale non esiste, ma non esiste nemmeno nelle menti degli scienziati. Il pensiero autonomo di una macchina è lontano anni luce.
Allora dove siamo? A che stadio stiamo? Cosa si studia?
Dopo decenni di studi vaghi, dal test di Turing in poi gli studi si sono incentrati sul concetto di replicamento del cervello umano, cioè si è ipotizzato, e ripeto ipotizzato che per raggiungere il pensiero indipendente, o quantomeno la capacità di fornire risposte indipendenti a domande sempre nuove (come fanno gli uomini), bisognasse contrarsi sui ragionamenti di tipo economico e per euristiche, cioè ciò che distingue l'uomo dalla macchina che invece applica solo ragionamenti compilativi.
Il ragionamento economico prevede che vengano scartate le ipotesi meno affidabili e ci si concentri solo sulle probabili, così da fare economia delle risorse cognitive, cioè se si buca la ruota della macchina vengono scartate ipotesi tipo: "Forse mi hanno sparato gli alieni dallo spazio" e ci si concentra solo sulle più probabili (cioè su ciò che si sa essere accaduto in passato in situazioni simili). Il ragionamento per euristiche invece è quasi il contrario cioè è la capacità del cervello umano di trovare nuove vie per risolvere i problemi, in sostanza ragionare diversamente da come si è fatto fino a quel punto.
La macchina dotata di intelligenza artificiale dovrebbe essere in grado di fare queste due cose. Al momento non si è neanche lontani da questo, anzi direi che neanche ci si pensa, l'unica strada che sembra percorribile è replicare la struttura fisica del cervello umano, cioè le connessioni e le sinapsi, in modo da verificare se un grosso aggregato di microstrutture ragionanti, tutte interconnesse tra di loro in grado di confrontarsi riescano nel complesso a sviluppare una forma di pensiero indipendente. Cioè si costruisce una struttura fatta di microcomputer interconnessi come lo sono le microstrutture del cervello e poi si vede che succede. Messo così è tutto un po' semplicistico ma non troppo lontano dalla realtà.
A questo punto vi segnalo questo, il modello attualmente più avanzato di struttura simulante il cervello umano, creato per studiare le malattie mentali (che è cmq un altro modo per studiare il funzionamento del cervello capendone i malfunzionamenti).

8 commenti:

Anonimo ha detto...

bello... hai il tono dello scienziato squilibrato: un parolone dopo l' altro così che alla fine il lettore normale cambia argomento.... e non lo dico perchè studio intelligenza artificiale.... ahhhh il test di turing... quanti ricordi...


gparker ha detto...

ti trovi daccordo?


Anonimo ha detto...

Allora, mi costringi ad una risposta seria... Questo è a tuo rischio e pericolo perchè potrei diventare noioso, tuttavia cercherò di rispondere il + sinteticamente possibile.
Onestamente ritengo che il tuo discorso sull' A.I. non sia esaustivo, sia perchè non contempla la A.I. in tutta la sua interezza sia perchè contiene delle inesattezze. Cerco di spiegarmi meglio: innanzitutto l' intelligenza artificiale non è la ricerca di un modo di replicare il pensiero umano, o meglio non è solo quello, l' A.I. è la ricerca di un modo per permettere ad una "macchina" di ragionare, il che è un campo molto + ampio. Questo campo si divide poi in 4 parti:
1) pensare razionalmente
2) agire razionalmente
3) pensare come gli esseri umani
4) agire come gli esseri umani
Il test di Turing di cui parli tu fa parte del 3) o del 4) ma non è esaustivo di tutta l' AI...
Un' altra inesattezza secondo me è dire che il pensiero autonomo di una macchina è lontano anni luce, in effetti quello che è lontano anni luce è il paragone tra il pensiero autonomo di una macchina e il pensiero umano. Di macchine con pensiero autonomo ne esistono già moltissime e ne parli pure tu: satelliti e sonde spaziali sono ad esempio gli esempi dell' attuale stato dell' arte dell' A.I., in quanto entrambi sono sistemi autonomi con capicita cognitive e sensoriali.
Ti do un esempio anche + stupido, i giocatori avversari controllati dalla CPU a PES 4... Se giochi a 5 stelline sono abbastanza "intelligenti" (il paragone è rispetto ad un vero calciatore...) non trovi?
Questo vale anche per il discorso sui meccanismi di ragionamento, qui, mi permetto di dire, che non so dove hai letto sta roba sui ragionamenti ma è tutta sbagliata. In informatica il meccanismo di ragionamento è 1 solo, quello che cambia è il modo in cui lo porti avanti (qui entrano in gioco le euristiche). Inoltre l' efficienza (e quindi la parte fondamentale) di questi meccanismi non sta nel modo in cui avvengono, ma nella loro velocità e nella memoria che occupano. In altre parole si basano su algoritmi detti di "ricerca" e risorse hardware. E ancora, la ricerca per euristriche non è l' unico modo possibile per creare un meccanismo di ragionamento in A.I. Esistono molte altre possibilità, vorrei sottolineare inoltre, che non sto parlando di prototipi o meccanismi ancora in fase di ricerca ma di tecnologie già in uso.
Per quanto riguarda infine la ricerca sul replicare la struttura fisica del cervello umano (che come ormai avrai capito non rappresenta che un ramo dell' AI...), io non so se fai riferimento alle reti neurali (altra tecnologia che anche se da poco si comincia ad usare anche a livello di azienda), ma cmq è vero che è sicuramente il settore + indietro nello sviluppo rispetto agli altri...
Infine, per citarti: "un grosso aggregato di microstrutture ragionanti", "struttura fatta di microcomputer interconnessi come lo sono le micro strutture del cervello", questa caro mio è fantascienza...... E se anche fosse vero sarebbe ancora in fase tremendamente sperimentale, e quindi suppongo ched gli scienziati non se la filerebbero quasi per niente, preferiscono cose + pratiche e fattibili...
Concludo dicendo che dal momento che non ho capito manco io quello che ho detto te lo riassumo in poche parole: E ovvio che dal nome, l' A.I. faccia pensare a chissà che cosa, e quale che sia questa cosa la immaginiamo tutti come molto simile alla fantascienza che abbiamo sempre sognato, e dunque ci aspettiamo chissà cosa, e rimaniamo poi delusi nel sapere che niente di ciò arriva mai. L' A.I. però, è in realtà un settore industriale, e della fantascienza non gliene frega niente a nessuno, segue dunque le sue regole: se non porta frutti in poco tempo nessuno ci investe una lira, se quello che ottieni o crei non serve ad un tubo vieni cacciato. Non c' è nessuna differenza fra un ingenere della conoscenza e uno che progetta lavatrici... La realtà è che noi siamo semplicemente idraulici, ma tutti pensano che siamo chissa che cosa...


gparker ha detto...

Come dici tu io facevo riferimento alle modalità attraverso le quali far replicare ad una macchina il ragionamento e l'agire dell'uomo quando parlavo dei ragionamenti per euristiche, tant'è che si parla delle modalità di replica fisiche delle strutture neurali, i riferimenti delle quali le ho prese dall'articolo citato, nel senso che non le ho inventate o desunte da altre cose.
Cioè quello su cui insistevo, e che è la cosa più sorprendente proprio perchè è una cosa disperata, è che replicando le strutture del cervello umano, aggregando tanti elementi "pensanti" come fanno i neuroni, ci si aspetta che venga scaturito un ragionamento autonomo. In realtà non si sa nulla, lo si fa per vedere che succede, per vedere se raggiunta una massa critica di microelementi autonomi essi da soli riescono ad andare oltre le singole capacità. Riguardo questo ci sono tantissime teorie, molte delle quali teorizzano anche il fatto che internet, raggiunta una massa critica (che nessuna indica quale sia) sarà un aggregato di elementi pensanti e dunque potrebbe generare un pensiero indipendente che va oltre le volontà e le possibilità dei singoli.
Per quanto riguarda il ragionare e l'agire razionale dei computer sono l'altro discorso che faccio parlando dei ragionamenti economici. Cioè il ragionamento economico, essendo quello che scarta le ipotesi meno probabili concentrandosi solo su quelle più affidabili fino ad avere un'idea propria, è quello alla base come dici tu dell'A.I. dei videogiochi e dei computer che giocano a scacchi, cioè le mosse da fare vengono valutate scartando ciò che sicuramente il computer sa non portare frutto. Es. (si sa che a scacchi conviene avvicinarsi al Re, è meglio non perdere la regina, si può scarificare un pedon ecc. ecc.) combinando tutto questo il computer prende la decisione. Ma chiaramente è uno stato di A.I. talmente embrionale (perchè gli elementi "convenienti" li immette l'uomo), non si può considerare ancora ragionamento autonomo a tutti gli effetti.


Anonimo ha detto...

Replica pronta pronta perchè oggi sono sempre su internet... Di questi esperimenti di cui parli sull' aggregazione di microsistemi non so nulla... pertanto mi limito a leggere quello che dici pensando che sembra fantascienza... Per quanto riguarda il ragionamento economico di cui parli, ho capito che vuoi dire anche se non lo chiamo nello stesso modo. Ancora una volta è vero che i parametri di base su cosa è più o meno conveniente fare per una macchina li immette l' uomo. Tieni conto che l' uomo non potra mai prevedere tutte le combinazioni di situazioni che si presentano, per questo fornisce alla macchina anche un meccanismo di apprendimento. Questo permette alla macchina di modificare la sua conoscenza (sia quello che sa esplicitamente: i fatti, che le regole che gli sono state immesse di base) in continuazione immettendo o modificando tutte le informazioni in suo possesso. Questi sono meccanismi ben studiati e non sono ancora a livello embrionale (piloti automatici per esempio, e ancora una volta le sonde)... Calcola che al giorno di oggi esistono i giocatori di scacchi si rifiutano di giocare con i simultori al PC perchè sono troppo forti... Tuttavia la flessibilità della mente umana manca completamete alle macchine, se prendi invece un gioco come il Go (in cui ti puoi facilmente trovare ad un certo punto del gioco con circa 300 possibili soluzioni per una mossa), i giocatori + esperti si rifiutano di giocare con i computer xchè sono troppo pippe...


gparker ha detto...

Lo stadio embrionale di cui parlavo è quello relativo alla vera A.I., cioè fin'ora è utilizzata un'intelligenza artificiale che non è veramente intelligente, proprio perchè i dati li immette l'uomo, può apprendere si, ma solo in un determinato ambito, come dici tu non ha flessibilità. Per questo la definisco embrionale, mentre gli esperimenti che a ragione definisci fantascientifici (e qui sta l'assurdo della notizia riportata) parlano di sviluppare un pensiero che vada oltre le intenzioni dei singoli ed oltre le previsioni dei costruttori.


Anonimo ha detto...

Beh allora siamo d' accordo è assolutamente impossibile al giorno d' oggi..... Cito Doraemon, per concludere questa conversazione, che sessant' anni fa aveva già previsto tutto questo: "A me mi piacerebbe un robot che farebbe i compiti miei, il + meglio di tutta la scuola sarei!!!!" (perdona.. so che speravi per una volta in una conversazione seria, ma la freddura è la freddura...)


gparker ha detto...

complimenti per la dotta citazione


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