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5.1.07

Perchè lo sappia anche chi non ha comprato Repubblica

Su Repubblica cartaceo di ieri campeggiava un articolo di Natalia Aspesi su Apocalypto nel quale la giornalista descrive in punta di penna e con molta ironia il film di Mel Gibson come un film d'azione americano dalla violenza esagerata. Una ridicolaggine insomma presa in giro come fosse l'ultimo dei film di Tony Scott.
Natalia Aspesi dichiara candidamente di essersi alzata ad un certo punto (almeno a mezz'ora dalla fine), ma nonostante questo maltratta il film arrivando addirittura a dire che la scelta di usare la lingua Maya è un'esagerazione rispetto agli intenti, che conoscendo Mel una scena con una moltitudine di cadaveri ammassata è un richiamo all'Olocausto e che Gibson è un regista molto furbo (di certo non in senso positivo).
Insomma Mel Gibson è trattato come il più becero dei cineasti senza neanche che ci sia una spiegazione sul perchè è visto in questa maniera. La valutazione è data per scontata come se fosse universalmente condivisa, un artificio retorico noto che è una verae propria violenza perchè impone un parere senza spiegarne le fondamenta (cosa che ne consente la messa in discussione) ma mettendolo come un punto fermo da cui partire, come fosse un concetto primitivo. Senza che ci sia bisogno nemmeno di finire di vedere il film.

Tra le altre cose rimuginando sul pezzo della Aspesi mi è venuto un dubbio. Dice di essersi alzata ad un certo punto "con la scusa del caffè", ma poi racconta tutta la trama fino alla fine (peraltro sbagliando a descrivere il finale)... La scusa del caffè? Ma dove l'ha visto il film?
Davvero sul paginone di Repubblica vanno le valutazioni di Natalia Aspesi che prende in giro un film che invece (piaccia o meno) è serissimo, non si degna di spiegare il film non le sia piaciuto, nè perchè Gibson sia secondo lei un registucolo, che non vede il film fino alla fine E CHE LO VEDE A CASA?

Update 17.00:
Dopo le polemiche per i mancati divieti anche oggi su Repubblica torna un pezzo di Natalia Aspesi sul film che questa volta attacca così:
"[...]quella ricca civiltà Maya di cui il film non fa cenno: preferendo il regista, poco portato alla fraternità tra popoli e razze, descrivere i suoi personaggi come energumeni crudeli o, se idillicamente buoni, come stupidotti selvatici tipo ominide.
Inferiori insomma a quegli spagnoli che alla fine del film si affacciano dalle loro caravelle, pronti al civilissimo sterminio."
e via dicendo con un pezzo il cui senso riguardo al film mi sento di riassumere è "i Maya sono stati ridotti a dei primitivi".
Ancora una volta si conferma il fatto che il film la Aspesi non l'ha proprio finito di vedere, perchè gli spagnoli non sono dipinti come più civili, anzi non sono dipinti. Se non si fosse alzata avrebbe visto che gli spagnoli compaiono per meno di 5 secondi (sic!) e solo visti da lontano. Una presenza funzionale unicamente all'inquadramento della vita del protagonista che pare risolta mentre sta per essere sconvolta ancora di più.
Mel Gibson parla di UNA tribù Maya, una tribù arretrata (ce ne saranno state!!), ma questo in più di una critica viene elevata a descrizione di tutto il mondo Maya. Il punto era raccontare della tribalità non magnificare o descrivere minuziosamente tutte le sfumature di quella cultura.
Ah per inciso si dice un po' dovunque (l'ho sentito pure al TG5 oltre che sui giornali) che il film mostra violenze decapitazioni stupri.... Ma io non ho visto alcuno stupro, si intuisce che uno avviene ma non si vede niente di niente proprio. Non che questo cambi molto, il film rimane truculento. Giusto per rendere il concetto di "presa di posizione aprioristica e superficiale".

34 commenti:

Anonimo ha detto...

Pure Mereghetti non è che esprima proprio un grande entusiasmo. Dice più o meno che è inutile, perchè non racconta niente, gratutito, per l'uso che fa della violenza, e tendenzioso.

(è fantastico ritorcerti contro le tue stesse armi)


Anonimo ha detto...

io non ho visto il film ma sono d'accordo con questo Merenghetti.
sono sicuro abbia ragione.
se vedessi il film sarei affascinato dal lavoro registico di Mel, ma credo che resterei infastidito dalla trama e dal messaggio che Mel vorrebbe passare.


Anonimo ha detto...

Gparker ormai ce l' hai nel culo.


gparker ha detto...

Non è questione di essere daccordo o meno con Natalia Aspesi, è questione di aver compreso che tipo di film sia e che tipo di regista sia Gibson.
Mereghetti spiega perchè non gli sia piaciuto il film e lo fa con dovizia di particolari, cercando di chiarire perchè non sia daccordo con questo cinema. Perchè sa che Gibson è un regista serio che merita una valutazione seria, non di essere liquidato neanche fosse Neri Parenti.
Poi io non concordo nemmeno con Mereghetti quando dice che gli sfugge il significato del film, perchè non credo ci DEBBANO essere significati, Apocalypto è un film di sensazioni che mostra un mondo.


Anonimo ha detto...

Ma si dai alla fine sono daccordo con te... chissa quale cazzo ha ciucciato l' Aspesi.... potresti però iniziare anche te a ciucciare cazzi o a dare via il culo... sai quanta strada a repubblica....



(se reputi che un commento del genere possa essere degradante peril tuo blog poi tranquillamente cancellarlo. io lo farei)


gparker ha detto...

Se è degradante lo è per te non per me.

Cmq Natalia Aspesi ha passato da molto tempo l'età dei possibili favori sessuali.


Mariolone ha detto...

Ovviamente concordo con torpedo,inoltre la Aspesi non dovrebbe essere uno dei tuoi capi come dire... "in fieri" quindi potresti leccarle un pò il culo prima di attaccarla...impara ad essere leggermente servile...non tanto un pò.
Io il film non l'ho visto,ma lo farò molto presto,sono rimasto anche io innamorato dei film di gibson così cruenti(non poteva essere altrimenti e duri,se l'Aspesi veramente si è alzata mezz'ora prima della fine,come fa a firmare un articolo con pretese di serietà?


gparker ha detto...

Non farti ingannare dal fatto che ho messo un paio di articoli su Repubblica, io assolutamente non lavoro lì. E nemmeno Natalia Aspesi che credo sia una collaboratrice stabile del gruppo L'Espresso ma non una caporedattrice.

Quanto alla serietà di un articolo su un film visto a metà, è ciò che mi chiedo anche io.


Gokachu ha detto...

Linkato (ma perché non attivi i trackback?)


gparker ha detto...

Mi ero sempre ripromesso di farlo e mai fatto per dimenticanza. Ecco una buona occasione.


Anonimo ha detto...

La Aspesi è da tempo che scrive ignominie... nonostante abbia ormai accettato da tempo che questi continuino a scrivere senza lasciar spazio a chi ha piu' talento e buona volontà, certe volte mi ci rode ancora il fegato


Anonimo ha detto...

Non che "mostra un mondo", ma che lo strumentalizza per esibire violenza gratuita, come per Cristo. Questo dice Mereghetti, comunuque prima di entrare in polemica su questo punto aspetto di vedere il film, che è il prossimo sulla lista, magari pure stasera.

Sull'Aspesi, invece, non la conosco, ma non vedo che male ci sia ad alzarsi dalla sedia dopo che ti sei rotto i coglioni. Se tanto l'idea te la sei fatta.
Poi certo che lo finisci di vedere a casa, perché comunque ci devi scrivere sopra. Mi sembra normale. E mi sembra normale anche che sul paginone di repubblica "critica" la faccia proprio chi si alza dalla sedia e se ne vada offeso. Perchè vuol dire che che dal cinema si aspetta di più.


Anonimo ha detto...

ultimamente con questi critici è una battaglia continua. Giorni fa ho letto non ricordo dove una recensione che stroncava INLAND EMPIRE. Ora, non avendo visto il film non posso giudicare se essere d'accordo o meno, ma la recensione m'aveva fatto arrabbiare non poco: lunga, ripetitiva e astiosa, quando poi alla fine il recensore non diceva perché - a suo parere - il film di Lynch fosse non riuscito e confuso; insomma accuse su accuse (e spesso le righe non facevano che ripetere ciò che aveva scritto due righe su) non solo senza dimostrarne la fondatezza, ma anche senza chiarire dove e in che punto del film le accuse si palesavano.


Anonimo ha detto...

C'entrerà qualcosa il fatto che la Aspesi è una giornalista di costume e non una critica cinematografica e che comunque i suoi pezzi (arbitrari, a volte fastidiosi, linasotisiani) spesso sono comunque (e forse involontariamente) più acuti di gran parte della critica quotidianista italiana? Che tra l'altro ha un posto risibile e penoso sulla stampa italiana? Caso a parte, il tanto discusso "Manifesto" (avercene). C'entrerà anche qualcosa il fatto che a te Mel Gibson piaccia molto? Dico, ti saresti indignato con la stessa intensità se la Aspesi si fosse alzata a mezz'ora dalla fine di un film che hai disprezzato?
E' una curiosità la mia, nessun sarcasmo, credimi.
UnoDiPassaggio


gparker ha detto...

tony: "mostra un mondo" è la mia opinione, so che mereghetti non è daccordo, ma non critico il non essere daccordo critico il fatto di parlarne male dando per scontato che sia una schifezza senza spiegare perchè lo sarebbe o lo si ritiene tale. E' questo il fatto orrendo, l'attacco fine a se stesso senza spiegarne le motivazioni.
Cmq non l'ha finito di vedere a casa, se dice: "Mi sono alzata con la scusa del caffè" mi sembra di capire che l'ha proprio visto tutto a casa.
E cmq è assurdo parlare di un film che non hai visto fino alla fine. Benchè tu un'idea te la sia fatta non sarà mai un'opinione completa, può succedere di tutto. Non dico che puoi cambiare idea ma puoi rivalutare alcune cose, puoi vederne altre sotto un'altra luce o capire meglio alcune cose. Insomma il film è un prodotto completo dall'inizio alla fine non lo si può valutare in maniera completa avendone fruito metà. Sul fatto poi che debba scrivere chi si indigna o chi si aspetta di più o cmq la persona a cui il film ha fatto più impressione (sia nel bene che nel male), ci posso stare, ma non è il centro di questa discussione.

UnoDiPassaggio: sicuramente ha influito il fatto che a me il film sia piaciuto molto, non potrebbe essere altrimenti. Ma mi sento di dire che anche se il film l'avessi odiato un pezzo così, scritto senza dare spiegazioni da una persona che s'è alzata a metà film e ne va fiera, mi avrebbe infastidito ugualmente. Quanto meno lo spero per me. Poi magari non a tal punto da farci un post, questo non lo so.
E cmq il punto è proprio il fatto che non è una giornalista di cinema e che come tutti i giornalisti non di cinema valuta unicamente i contenuti disinteressandosi totalmente della forma, di come questa sia trattata e di come interagisca nel presentare i contenuti. Viene considerata un inutile orpello.


Anonimo ha detto...

Aspetta, abbiamo deciso che se l'è o non se l'è finito di vedere? Perchè il tuo post grida allo scandalo, sul fatto che ha finito di vederlo a casa. Perchè, poi, mel odevi spiegare.

E comunque pure Mereghetti lo reputa un inutile orpello.


gparker ha detto...

Lo scandalo non è che lo ha finito di vedere a casa ma che non lo ha finito di vedere (in più di un caso sbaglia a descrivere il finale) e che quel poco che ha visto lo ha visto a casa. Questo è solo il particolare più evidente a dimostrazione del fatto che non è una giornalista di cinema (e questo si sapeva già) e si vede!

Non discuto quel che dice Mereghetti al quale il film proprio non è piaciuto per moltissimi motivi. La violenza poi per come è mostrata la giudica inutile, non funzionale ecc. ecc. insomma non dico che non abbia ragione, come non dico che non abbia ragione la Aspesi o che l'abbia io. Dico che Mereghetti dice che il film non gli è piaciuto e spiega perchè con dovizia di particolari anche (ma non solo) per il fatto che è un film che si merita di essere stroncato con tutti i crismi se non ti piace (non si stronca il film di Costantino Vitigliano, lo si dà per scontato che non è niente di che), e dico che la Aspesi non stronca il film ma fa una cronaca divertita, ironica e polemica sul fatto che si sia dovuta vedere un film così violento, la descrizione della visione di un brutto film, senza spiegare perchè sia ritenuto tale.


Anonimo ha detto...

Guardate... a me la passione di cristo non è piaciuto per niente, violenza gratuita e lingua latina mi sono sembrati degli espedienti per riempire una pellicola altrimenti vuota... Apocalypto non lo sono andato andato a vedere e quindi non posso esprimere giudizi ma se anche questo ripropone la stessa gratuita violenza ed è in maya non è che aprirà secondo me una breccia nel mio cuore...Guardate che non sono un puritsno del cazzo o cos' altro che quando vede una goccia di sangue in un film grida allo scandalo ma alcune volte scene violentissime o scene di sesso vengono spesso usate per riempire ciò che altrimenti sarebbe irrimediabilmente vuoto... Cmq una cosa volevo dire... se l' aspesi o come cazzo si chiama non ha finito di vedere il film come gpaker dice è veramente una ZOCCOLA che se la vedo per strada l' abbatto con una testata. Un critico ha l' obbligo direi MORALE di vedere tutto il film dall' inizio alla fine perchè GIUSTAMENTE come dice gparker il film è un tutto dall' inizio alla fine.L'obblig morale perchè dal giudizio di un critico molte persone possono decidere o meno di andare a vedere quel film, un prodotto dove altre persone ci hanno lavorato. io almeno che non sono un critico e di cinema non ci capisco un' alabarda spaziale, quando vedo un film me lo vedo tutto e solo allora mi sento autorizzato a dire che fa cacare o meno.


Cmq quello che aveva detto torpedo non era così sbagliato...


Anonimo ha detto...

Viva la grammatica!


Anonimo ha detto...

Viva la grammatica!


Mariolone ha detto...

torpedo ha sempre ragione,il PESO delle sue argomentazioni è indiscutibile


Anonimo ha detto...

Io sto con Tony e Torpedo. T'n T wow...


gparker ha detto...

giustissimo il ra quando dice che da quello che viene scritto molti si fanno un'idea se andare a vedere o meno un film.
Per questo bisogna argomentare e spiegare, per far capire perchè non sia piaciuto un film e dare modo di dissentire o farsi un'idea su quell'opinione e capire se si potrà concordare o meno.


Anonimo ha detto...

grazie per avere scritto come finisce il film! Grazie, GRAZIE CAZZO.


Anonimo ha detto...

Apocalypto non l'ho visto e non lo andrò a vedere perchè devo rivedermi Conan il Barbaro.
Al di là di questo, dal tenore di alcune critiche deve essere veramente un gran bel fim.


Anonimo ha detto...

Dopo aver visto il film posso tranquillamente dire che di cazzate su Apocalypto se ne sono dette e scritte veramente tante...


Mariolone ha detto...

io ancora non l'ho visto...non trovo una sala che mi dia una visione decente.....


Anonimo ha detto...

secondo me mel gibson è il peggior regista del mondo, altro che ed wood. Sensazionalistico, grezzo, ripetitivo (una testa che rotola dal pendio della piramide ci sta, due pure... alla terza uno s'aspetta pure i birilli). Detto questo, la Aspesi (giornalista tronfia, superficiale autosufficiente, spesso disinformata) accusa il film di Mel di cose che non stanno né in cielo né in terra, che nel film non ci sono: dipinge il film come razzista e imperialista, dando per scontato che Mel Gibson sia così, e non riuscendo neanche a sospettare che il giudizio su un film possa essere scisso dal giudizio sul suo autore. Chi se ne frega se il film l'ha visto tutto o no? Se l'ha visto aveva il prosciutto davanti agli occhi, e allora tanto vale.
P.S. Ai critici spesso le case di produzione mandano copie dei film nuovi in dvd. Niente di male se se li guardano a casa invece che al cinema. L'importante è tenere gli occhi collegati al cervello.


gparker ha detto...

Mi da fastidio che abbiano questa risonanza articoli di cinema che sono scritti senza la professionalità che la pellicola meriterebbe.
Se deve essere stroncato che questo sia fatto seriamente.

E' proprio l'anti-critico quello che si vede i film a casa invece che al cinema.


Anonimo ha detto...

Ovviamente vedere un film a casa dev'essere una necessità, meglio che niente. un'extrema ratio, diciamo.
Sarà certamente questo il caso della Aspesi... (ah! ah! ah!)
P.S. Sono quello di prima. Scrivendo che per me Mel è il peggior regista del mondo, non volevo fare altro che portare l'esempio di come ciononostante la critica della Aspesi mi abbia dato un fastidio pazzesco.
Tra l'altro: stiamo parlando di una che ha definito Terry Gilliam un casinista, sentenziando che se al festival di Venezia hanno presentato un film come I Fratelli Grimm significa che il mondo del cinema dev'essere messo veramente male. E che dire del giornalismo, allora?


Anonimo ha detto...

ciao ho letto il post e scorso velocemente i commenti. mi pare nessuna abbia citato l'elemento del film di gibson che presta il fianco a queste critiche (esclusi quindi i suoi problemi extra cinematografici): la didascalia. un popolo diviso è un popolo debole ed è destino che venga conquistato (circa). è una messa in prospettiva, un'indicazione che non permette di considerare il film un puro rollercoaster in-significante (ammesso che film del genere esistano). poi, certo, può essere male interpretata.


souffle ha detto...

Intervengo sul pezzo della Aspesi.
Premesso che i quotidianisti non scrivono di cinema quasi mai, per vari motivi, non ultimo il fatto che il target dei quotidiani non ha tempo nè voglia di recensioni "pallose", mi sembra esagerato reagire puntuti per un pezzo su un film di Gibson, nemmeno fosse Lynch.
Sul film in particolare, occorre dire che il regista (e lo sceneggiatore), come in un banale film di avventura (magari un po' sanguinolento, chè a Mel il sangue piace...) ci presentano maya "buoni" e maya "cattivi" fortemente stereotipati e tagliati con l'accetta. In modo particolare i cattivi, che devono risultare particolarmente antipatici al pubblico, in modo che esso parteggi per i buoni.
Si chiude con l'arrivo della "civiltà", con tanto di croci, chiaro segno "politico" buttato senza troppo essere pedanti.
Detto questo, Gibson sa girare le scene di battaglia e di sangue, ma questo non ne fa un Autore o un maestro di pensiero forte. Ha fatto un film di avventura per fare un po' di soldi. E ci è riuscito.


souffle ha detto...

Postilla: non sono solo i critici cinematografici a recensire astiosi i film che vedono...
Ognuno ha le sue simpatie e antipatie e le esprime vigorosamente.
Dire: io sono un liberale, e poi abbattere a testate una persona che ha scritto una cosa che non ci piace forse è un tantinello fascista...
Infine, senza polemica: usare il pompino o il sesso anale per riferirsi a pratiche riprovevoli e quindi ad esempi negativi (dare la figa è giusto, dare via il culo e ciucciare no), non è un mirabile esempio di dialettica, oltre che essere una posizione vecchissima. Quanto la Aspesi.


gparker ha detto...

Non sono solo i critici ma chiunque ad avere diritto di avere ed esprimere posizioni astiose perchè spesso l'astio è ben riposto. Ma chiunque è in dovere (morale e non effettivo) di motivare e spiegare queste opinioni. Mi aspetto da un grosso giornale che se decide di stroncare un film (com'è legittimo e quasi doveroso se il film lo merita) abbia la cura di affidare il pezzo a qualcuno che spiega per filo e per segno perchè il film meriterebbe una stroncatura e non si limiti a dire che non gli è piaciuto perchè non gli piace la violenza.
Mereghetti ha espresso lo stesso parere della Aspesi ma motivato da persona seria, anzi da critico.

Riguardo l'opportunità di fare questo su un film di Mel Gibson, non c'è da fare distinzioni in questi casi, Boldi ha lo stesso diritto di essere stroncato con cognizione di causa, motivazioni e pensiero critico di Lynch. Non può esistere un giudizio a priori che stabilisca che qualcuno non merita una critica seria.
Quanto al film non è certo un'opera d'autore (nessuno lo vuole sostenere) ma a mio parere non va liquidato come un'americanata perchè è fatto molto bene e non solo tecnicamente. E' raccontato con intelligenza e sapienza e la storia dei personaggi tagliati con l'accetta non significa nulla. I personaggi manichei possono essere un difetto come uno strumento nelle mani del regista, L'Ultimo Dei Mohicani nè è un esempio. E' un film straordinario fatto di personaggi estremi.

Quanto infine ai presunti riferimenti politici mi viene proprio da ridere ogni volta che li leggo. Per dieci secondi in cui si vedono due soldati spagnoli con la croce (e che altro dovevano avere?) si è costruito un castello di ipotesi mostruoso, quando il 90% del film parla dell'uomo come parte della natura, dell'istinto tribale e delle radici animalesche dell'uomo.


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