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11.7.05

Io del resto l'ho sempre sostenuto

Giuro! Lo giuro che l'ho sempre pensato e qualche volta anche detto. Lo Giuro! Sono sempre stato fermamente convinto che nel momento in cui le donne sarebbero entrate sul serio nel mondo della tecnologia questa avrebbe davvero svoltato. Ma alla fine non è stato proprio così come pensavo.
Andando per ordine, oggi leggo che più di un terzo di quelli che ad oggi si possono definire geek sono donne. Per geek si intende una persona che abbia grande confidenza con le tecnologie, molto alla moda in questo ambito, una persona che solitamente lavora nel mondo delle nuove tecnologie e vede il proprio mondo filtrato attraverso queste (acquisti via internet, prenotazioni di cinema, musica o film scaricati, grande utilizzo di tecnologie quali iPod, lettori DivX, navigatori, grandi videogiocatori online e offline ecc. ecc.). Uno stereotipo che fino a poco tempo fa era a totale pannaggio maschile, mentre secondo The Indipendent, almeno in Inghilterra, ad oggi gran parte dei geek sono donne. Si parla di un nuovo target che all'anno spende circa 8 bilioni di sterline cioè 11 miliardi di €.
Però le cose non paiono esattamente come dicevo io. Io sostenevo che l'arrivo in massa delle donne nel mondo delle nuove tecnologia avrebbe fatto svoltare quest'ultime, introducendole in una fase più matura, dove per "matura" sostanzialmente intendevo più pragmatica e meno cazzona, una fase dove sopravvive solo ciò che serve. In realtà quella fase è già arrivata autonomamente, non è ancora terminata ma è iniziata, e le donne sono arrivate di conseguenza, cioè è avvenuto l'inverso. Al mutare della rete è cominciato ad allargarsi il suo pubblico. Ed ora che il pubblico si è allargato ed è mutato, anzi sta mutando deve ricambiare di conseguenza la tecnologie, si deve evolvere di conseguenza per far fronte a nuove domande...

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Bhè diciamo che l'ingresso delle donne, più l'ampliamento generica della fetta di utenti, ma anche una maggiore disponibilità di dialogo tra pubblico ed utensile, con uno sforzo da ambo le parti - ovvero l'apprendimento di rudimenti di alfabetizzazione informatica e/o tecnologica da parte dei fruitori incontra una disposizione dell'oggetto alla massificazione (dove per "massificazione" intendo la possibilità di essere usato da un pubblico potenzialmente sempre più esteso e quindi meno tecnico; ad esempio il citofono, è estremamente semplice da usare il citofono, io dopo qualche mese ero già diventato un mago) - fa si che la tecnologia, come scrivi coloritamente tu, divenga meno "cazzona".

I termini più edulcorati mi sento di rbadire il profondo dissenso con il quale ho salutato l'era digitale. Un dissenso motivato non tanto da posizione ideologiche, come la tecnofobia o il feticismo del supporto (sebbene debba confessare che il formato CD ha un posto tutto speciale nella mia vita)
Quanto dalla difficoltà d'uso, meglio l’irragionevolezza di dotarmi di istruzioni e pulsantiere incomprensibili perchè ostili, ed intuli quando comprese, nella speranza continuo di vedere arrivare qualche tipo di convergenza. Non che questa sia giunta, sia chiaro. Ma le mie perplessità sul digitale, per le quali sono stato oggetto di berlina al punto tale da essere stato tacciato, in più e più occasioni di passatismo, erano tutte orientate sulla superfluità di talune caratteristiche che non avevano altro effetto che appesantire (quindi allontanare) all'utilizzo.

No, non aspettavo le donne nella tecnologia, ma aspettavo, aspetto ancora per la verità, che da qui a 10 anni per vedere un film con la migliore definizione possibile ed il miglior sonoro possibile, ed il più leggero supporto possibile, possa ssSSSspremere un pulsante solo, proprio come si faceva 10 anni fà.
Certo le donne una mano l’hanno data, ma immagino che l’esigenze che manifesto non siano solo una posizione personale, bensi quella di una quotq di qudience che pure collabora alla ridefinizione dell’interazione uomo/macchina.
E le cui posizioni spero di aver saputo rappresentare nel modo più adeguato.


gparker ha detto...

Quello a cui tu ti riferisci è il normale processo evolutivo di una tecnolopgia che all'aumentare della complessità delle sue potenzialità, e quindi delle sue funzioni possibili, vede aumentare anche il quoziente di difficoltà di utilizzo (vedi elitarismo di chi le utilizza a fondo) e il numero di funzionalità inutili. Questo processo è indispensabile alla definizione dell'unica semplice funzione che interessi, poichè i produttori e distributori non possono sapere quale essa sia e dunque devono sperimentare e sperimentare fino a raggiungere l'essenziale. Da poco Vodafone ha creato il telefono Simplicity che nn è un telefono a basso costo, ma un telefono facile da usare con 4 funzioni ricevere e fare chiamate, ricevere e mandare SMS. Ci prova Vodafone a raggiungere l'essenzialità.
Per i film prima dovevi spingere nel migliore dei casi almeno due pulsanti su due telecomandi diversi (accendere televisore, premere play), ad ora se hai un televisore ed un lettore DVD della medesima marca i passaggi sono gli stessi ma su un telecomando solo (bella svolta). Il processo è ancora lungo, ma proprio la tendenza al personal medium è quello che può aiutare, ti fa avere tutto in un oggetto solo, certo è un'ideale a cui tendere più che una concreta possibilità, certo è lontano da venire, ma è questa la svolta dell'era digitale. Non te la puoi prendere con il digitale perchè hai vissuto il periodo dissestato della sua nascita. Le automobili all'inizio erano dei cassoni che non funzionavano ma non aveva senso pronunciarsi contro l'automobile.


Anonimo ha detto...

Il problema è la differenza tra oggetto e funzione. Perchè da come scrivi sembra che esistano solo oggetti generici con più funzioni che vanno poi alla selezione naturale. In alcuni casi è cosi, in altri le funzioni (come mi insegni) si aggiungono, ma ci sono anche quelli che nascono per la funzione, sono direttamente funzione tecnologica, sneza essere passati a ridefinizione (di nuovo il citofono).
E' quello che credo manchi maggiormente ai nuovi media. Il personal medium, non te l'ho mai detto, ma ci credo poco. Perchè sarà troppo complesso per massificarsi e sostituirsi ad ogni singolo "pezzo". Penso anche che sia un bene.
Resto perplesso sull'attitudine di aspettare che si manifestino esigenze per poi inglobarle. Va bene la killer application, ma non puo' diventare l'unico sistmea per concepire nuovi media.

Il telefono della vodafone (ne avevo letto qui sopra) è ottimo, meglio dovuto, ma le invenzioni geniali sono altre.

Tipo il citofono.
Z!
E che suono che fa il citofono!


gparker ha detto...

L'attesa della definizione da parte del pubblico non è l'unico modo per concepire nuovi media, ma secondo me è l'unico modo per concepire killer application. I nuovi media sono spesso gli strumenti per concepirle o alle volte passi intermedi. Neanche io credo nel personal medium inquanto oggetto realizzabile, benchè mi aspetto sempre di essere smentito dalla realtà. credo nella sue esistenza come ideale a cui tendere. Cioè bisogna puntare ad un oggetto unico per riuscire ad averne il meno possibile ed accorpare insieme quelle funzioni che possono andare insieme.
Io credo in effetti che nei limiti del possibile tutti gli oggetti abbiano più funzioni (la scarpa utilizzata come martello per attaccare i chiodi, le macchine usate come barricate nelle guerre civili) a seconda del contesto in cui ci si trova, che è poi quello con cui ogni oggetto negozia significati e funzioni. Quando il rinnovato contesto non permette più alcuna funzione allora l'oggetto esistente, ma di fatto inutile diventa reperto archeologico.


Anonimo ha detto...

D'accordo sul resto, tranne sul desiderio di avere il personal medium.
Ci metti tutto, info personali, radio, tv, stereo, analisi sanguigne, chiavi col chip, il messaggio olografico di Leila, conto in banca, il citofono, tutto, tutto quello che vuoi. E facciamo pure finta che è semplicissimo da usare, oltre che piccolo e maneggevole.

Ma se te lo perdi?

Io già evito di mettere nello stesso portachiavi tutte le chiavi che ho, preferisco lasciarle divise a mazzetti.


gparker ha detto...

Questa è un'ottima obiezione. Ma si presuppone che i tuoi dati (che hai disponibili sul personal medium) non risiedano fisicamente sul personal medium (cioè stiano in uno spazio al quale accedi dal personal medium), e si presuppone che come per qualsiasi altro tipo di dispositivo tipo chiavi tu abbia quella di riserva.
Es. il mio personal medium ha tutti i numeri di tel, il bancomat e chiavi di casa in un chip. Me lo perdo.
I numeri sono residenti su un server remoto e li recupero quando voglio, vado in banca mi faccio riconoscere, infilo il chip nuovo che mi sono preso e caricano i dati del bancomat, idem per le chiavi ecc. ecc.


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