Secondo film della mia personale maratona Haneke dopo Il Tempo Dei Lupi.
La prima cosa che mi è sembrata evidente è che Haneke prova un certo gusto nel maltrattare i propri personaggi, nel disegnare cioè figure che scivolano sempre più verso il basso, che si rendono protagonisti di orrende imprese, creando un universo di umiliati ed offesi senza posto per i vincenti o per i gaudenti. La Pianista è un trionfo di tutto ciò, un trionfo di scene umilianti e abissi di perversione che contrastano con la sublime leggerezza delle scene nell'accademia di musica.
Sicuramente un film pieno di idee e di volontà che, anche questa volta, punta molto in alto senza però avvicinarsi ai propri obiettivi. Sembra quasi che tutti gli elementi di contorno (personaggi, sentimenti e le emozioni che fanno da corollario) siano chiarissimi, arrivino dritte allo spettatore, mentre il cuore del film è imperscrutabile. Di sicuro Haneke vuole principalmente indagare gli abissi di sofferenza dell'animo umano nelle condizioni di solitudine ed isolamento e i condizionamenti esterni sulla propria vita privata. Peccato che le perversioni sessuali della professoressa di piano Erika, sembrino all'inizio autoindotte ma poi si rivelino uno scontato stereotipo della zitella incallita.
Anche il rapporto di morboso attaccamento della madre alla figlia e viceversa, sfiora in più casi il fastidio ed in più d'un momento è esposto in maniera pornograficamente dettagliata.
No, non mi è piaciuto La Pianista. Nonostante l'indubbia bravura di Haneke, perchè a tutti i costi mi vuole infastidire, provocare e stupire. Usa toni volutamente forti ma dopo l'impressione iniziale non rimango scosso. Mi scuote vedere Erika che si ferisce la vagina per farsi del male o che spia che lo coppie che scopano in macchina o che si rifugia in squallidi videonoleggi porno, ma non va oltre.
Lo ripeto: molto più sublimi e decisamente più "impressionanti" (nel senso che mi rimangono impresse) le delicate sequenze di piano classico.
Cmq bravissima Isabelle Huppert irriconoscibile tra qui e Il Tempo Dei Lupi.
La prima cosa che mi è sembrata evidente è che Haneke prova un certo gusto nel maltrattare i propri personaggi, nel disegnare cioè figure che scivolano sempre più verso il basso, che si rendono protagonisti di orrende imprese, creando un universo di umiliati ed offesi senza posto per i vincenti o per i gaudenti. La Pianista è un trionfo di tutto ciò, un trionfo di scene umilianti e abissi di perversione che contrastano con la sublime leggerezza delle scene nell'accademia di musica.
Sicuramente un film pieno di idee e di volontà che, anche questa volta, punta molto in alto senza però avvicinarsi ai propri obiettivi. Sembra quasi che tutti gli elementi di contorno (personaggi, sentimenti e le emozioni che fanno da corollario) siano chiarissimi, arrivino dritte allo spettatore, mentre il cuore del film è imperscrutabile. Di sicuro Haneke vuole principalmente indagare gli abissi di sofferenza dell'animo umano nelle condizioni di solitudine ed isolamento e i condizionamenti esterni sulla propria vita privata. Peccato che le perversioni sessuali della professoressa di piano Erika, sembrino all'inizio autoindotte ma poi si rivelino uno scontato stereotipo della zitella incallita.
Anche il rapporto di morboso attaccamento della madre alla figlia e viceversa, sfiora in più casi il fastidio ed in più d'un momento è esposto in maniera pornograficamente dettagliata.
No, non mi è piaciuto La Pianista. Nonostante l'indubbia bravura di Haneke, perchè a tutti i costi mi vuole infastidire, provocare e stupire. Usa toni volutamente forti ma dopo l'impressione iniziale non rimango scosso. Mi scuote vedere Erika che si ferisce la vagina per farsi del male o che spia che lo coppie che scopano in macchina o che si rifugia in squallidi videonoleggi porno, ma non va oltre.
Lo ripeto: molto più sublimi e decisamente più "impressionanti" (nel senso che mi rimangono impresse) le delicate sequenze di piano classico.
Cmq bravissima Isabelle Huppert irriconoscibile tra qui e Il Tempo Dei Lupi.
14 commenti:
pervertito
Lo guardo col distaccato occhio del critico. Lo stesso che mi consente di rimanere impassibile di fronte a La Lampo di Aladino e Penocchio grandi opere che per lavoro rimiro ogni giorno.
allora aggiungerei....tutti i cazzi per mary ed il classico intramontabile biancaneve sotto i nani
ragazzi mi scuso per il fuori tema, ma guardate cosa ha scritto un porco sul blog del buon Gokachu:
"si rafforza la mia convinzione:
in italia chi lavora nel cinema è un CACIOTTARO ROMANO DISOCCUPATO che non sapendo che fare si è dato al cinema. MASSIMO RISPETTO PER I CACIOTTARI, ma le caciotte sono caciotte e film sono FILM"
Il razzismo nei confronti dei romani non è tollerabile. Io dico guerra. Anzi non lo dico, l' ho già scritto. E questa volta non mi fermo.
gli mandi un virus? questo tizio sarà un lombardo o un veneto...gente che vive con l nebbia....poveretti non è colpa loro
Ho appena scoperto che è di Milano... Per ora non ho praticamente fatto nulla gli ho solo gentilmente chiesto di evitare simili commenti perchè non mi voglio avvelenare... Mo vedo la risposta...
vengo a vedere...
ci vengo pure io con degli amici con le catene
Spero che la risposta confermi le mie ipotesi... Lo sfondo.
Che bell'immagine che diamo...
Beh intanto il porco non ci ha più risposto...
Scusate, ma io sono di Milano, e quindi Lombardo, e quindi dovrei avere la nebbia (in realtà qui la nebbia, purtroppo, non c'è quasi più...) e non capisco perchè dovrei essere poveretto.
Ora, a me non interessa particolarmente l'argomento, voglio dire, sono una persona abituata a farsi i fatti propri, ma trovo un po razzista questo genere di commenti (da entrambe le parti naturalmente) e quindi decisamente evitabile.
Insomma siamo uomini di mondo, e qui per parlare di cinema mi sembra, no?
"... i personaggi di contorno, i sentimenti e le emozioni che fanno da corollario siano chiarissime, arrivino dritte allo spettatore, mentre il cuore del film è imperscrutabile"
Vero. Stessa impressione.
Devo dire che a 6 anni di distanza di questo film mi è rimasto molto. Più di quanto non pensassi a caldo.
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