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13.10.05

La corsa al Low Cost

E' noto che Nicholas Negroponte ha pronti i prototipi del suo laptop da 100 dollari da venedere ai paesi in via di sviluppo per tentare di azzerare il digital divide che li separa dai paesi più evoluti , i quali grazie alle connessioni a banda larga hanno possibilità di business precluse totalmente a quest'ultimi.
Si tratta come già detto di computer che per essere low cost sono necessariamente essenziali, hanno uno schermo a cristalli liquidi economico elaborato all'MIT, 500 Mhz di potenza, un hardisk di 1 Gb (si basano sulle memorie flash) e si basano su Linux e programmi OpenSource. In più possono anche essere alimentati con una manovella.
Di oggi la notizia che Intel sta preparando un computer da 180 dollari (quasi il doppio) da vendere all'India, di fatti Negroponte già aveva stretto contatti Brasile, Cina ed Egitto per la ditribuzione del suo low cost. In questi casi si dice solitamente che più scelta c'è meglio è ecc. ecc.
Ma andando più a fondo e superando l'ovvia constatazione che se pure un colosso come Intel entra in gioco il business è ufficialmente grosso (quantomeno esiste), occorre dare una precisa dimensione a questo commercio.
Su Il Riformista era uscito pochi giorni fa un articolo secondo il quale questi computer economici non avrebbero ridotto il digital divide tra nazioni perchè sarebbero finiti nelle solite nazioni, in quanto 100$ sono una spesa comunque troppo onerosa per una famiglia indigente del terzo mondo. Tanto più lo sarebbero 180$. Ma a me viene da pensare un'altra cosa piuttosto, e cioè che i computer non sono destinati certo alle famiglie o agli indigenti, non sono per i bambini che vivono in condizioni disperate (i quali solitamente non hanno nemmeno le basi di istruzioni minime per poter usare un computer), ma al mercato proletariale, quello che arriva alla soglia minima di reddito che consente di investire 100$ nel futuro e soprattutto al mercato statale e delle scuole, in grado di acquistarne a pacchi (anzi Negroponte ha detto che glieli regala!) e distribuirli gratis. Altrimenti poco chiara sarebbe la posizione di Intel che addirittura raddoppia il prezzo! E fa l'intelligente scelta di puntare su un paese solo, il più tecnologicamente avanzato (tra quelli indigenti) e quello che sforna i matematici più preparati. dandogli un computer adatto alle sue ampie zone rurali (ha un alimentatore speciale a 80volt che si può ricaricare con la batteria della macchina) e costruito per resistere "alla polvere ed agli insetti".
Una particolarità: entrambi i modelli, sia quello di Negroponte che quello di Intel sono predisposti per connessioni Wi.Fi., ma chi si occupa di coprire questi continenti con il segnale Wi.Fi.?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bhè per l'India magari no. Pero' già per la Russia.
Sicuramente per in mercati statali.
Forse anche per i paesi in via di involuzione, come il nostro.

(e neanche un verbo!)


gparker ha detto...

In India è pieno di programmatori e grandi teorici informatici che solitamente scappano da lì. La formazione c'è...
Molti dicono che questi computer verrano comprati dai paesi occidentali, io non ci credo... Cmq Negroponte li regala alle scuole asiatiche ed africane...


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