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28.12.05

Non mi stancherò mai di ripeterlo: Il grande fratello siamo noi

E' la seconda volta che lo cito ma merita. Su Wired cartaceo di un bel po' di tempo fa lessi che facendo una stima affidabile se la diffusione tecnologica continua in questo modo tra 150, in media, ogni abitante della terra avrà composto una canzone, girato un film o scritto un libro. Può sembrare assurdo ma allo stesso modo nel 1870 sembrava assurdo che di lì a 120 anni chiunque al mondo, in media, avrebbe fatto una telefonata.
Partendo da questa riflessione e dal sempre più entrante concetto di prosumer (la nuova figura di consumer che è contemporaneamente producer), mi sono accostato alla lettura dei dati Istat sul consumo tecnologico in Italia, ed ho notato con molto piacere che seppur a ritmi blandi cresce l'utilizzo di device per la produzione (videocamere, macchine fotografiche ecc. ecc.) senza contare che continua il processo di sostituzione dei telefoni cellulari che essi stessi sono macchine fotografiche e videocamere.
Se il mondo dei consumatori diventa (anche solo parzialmente) un mondo di prosumer chi controlla chi? Ma soprattutto, si può davvero ancora parlare di controllo o è solo un'altra forma di vita pubblica?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

purtroppo è una prospettiva verosimile. già oggi molti scrivono articoli, usando i blog. questa cosa mi preoccupa, considerato che, invece, il numero dei lettori di giornale diminuiscono sempre.

cybergiuda.splinder.com


gparker ha detto...

A me non preoccupa troppo. Leggere giornali cartacei o via internet o informarsi sui blog, o tenere un blog (che nel caso sia di divulgazione notizie equivale ad informarsi) è comunque una forma di circolazione del sapere.


Anonimo ha detto...

sono daccordo. bisogna sappere distinguere quali sono le informazioni valide e quelle non. inoltre penso che chi legge e si informa attraverso la lettura di molti blog , sia anche una persona che legga qualche giornale cartaceo


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