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1.3.06

Cinema classico e cinema moderno (verso una definizione)

Spesso mi sembra che il cinema tutto si possa dividere in due grandi categorie: moderno e classico.
Non che voglia fare una divisione manichea e ingiusta (ci sono tanti generi, tante scuole nazionali ecc. ecc.), ma in effetti credo proprio che esistano due macrocategorie nel cinema: quello moderno e quello classico.
Il punto è però definire quale sia l'uno e quale sia l'altro.
Per come la vedo io il cinema classico è quello americano dei tempi d'oro (anni '30, '40 e '50), quello che narra una storia dall'inizio alla fine, nel quale tutto è finalizzato alla trama e i personaggi rispondo a delle maschere fisse (che cambiano a seconda dei generi), è il cinema di John Ford e Frank Capra, che nella contemporaneità si ritrova più che altro nei film americani. Quello classico è quindi il cinema per antonomasia, quello a cui si assiste nella maggior parte dei casi, in cui la narrazione vince sulla forma e che trova ottimi esempi attuali nei film di Eastwood e esempi meno brillanti ma sicuramente paradigmatici in tutti i film sullo stile La Regola Del Sospetto, Il Negoziatore, Un Amore a 5 Stelle ecc. ecc.
Il cinema moderno invece secondo me è quello che inizia con Fino All'Ultimo Respiro, quello nel quale la narrazione della trama non è centrale ma funzionale alla definizione dei personaggi e di un intero universo umano e in cui la forma è molto importante. Nel cinema moderno spesso la narrazione non segue la scansione classica, procede più in maniera episodica (Moretti è il più moderno tra gli autori italiani), mostrando piccole sequenze autoconclusive che alle volte possono anche non servire a mandare avanti alla trama ma servono a far capire cosa pensino o provino i personaggi. Esempi contemporanei si trovano nel cinema dei fratelli Dardenne, in quello di Lukas Moodysson o Eric Zonca. Solitamente, per tradizione, il film moderno è europeo, anche se nulla impedisce agli americani di farlo (Monster's Ball, Me, And You And Everyone We Know).

Così alla fine mi sembra che il difetto in cui incorrono più spesso i film di stampo classico sia la terrificante banalità degli stereotipi e delle maschere fisse che vengono riproposte nella maniera più scontata, anche perchè non supportate spesso da una trama originale, mentre il difetto in cui incorrono più spesso i film moderni è di essere noiosi, perchè in molti casi non hanno una trama avvincente ad aiutarli e se non fatti da chi è veramente capace diventano facilmente film freddi, brutti e inutili.
E siccome tutto è meglio che essere noiosi e la riproposizione di quello che già si conosce è qualcosa di sempre piacevole e rassicurante, il cinema classico è quello di grande successo, quello che solitamente realizza gli incassi maggiori, mentre quello moderno per il solo fatto di non avere una trama forte diventa subito un cinema autoriale, anche se non vale nulla.
Molti registi infine hanno fatto entrambi i tipi di cinema, Bergman cominciò con un cinema simil-neorealista (La Terra Del Desiderio) per finire con pellicole modernissime (Il Posto Delle Fragole), mentre Truffaut fece il percorso contrario partì con il cinema moderno (I Quattrocento Colpi, Jules e Jim) e finì con un cinema molto classico (L'Ultimo Metrò).

4 commenti:

Gokachu ha detto...

Interessante, le tue macrocategorie mi sembrano potersi adattare abbastanza bene alle macrocategorie in cui si divide la drammaturgia: "epica" (che tu chiami classica) e "psicologica" (che tu chiami moderna). Maschere contro personaggi, storia contro psicologia, destino contro passato. Le parole "classico" e "moderno" fanno però pensare ad un'evoluzione, a un progresso ineludibile, mentre le categorie drammaturgiche datano all'800, e più o meno si combattono da allora.


gparker ha detto...

Non necessariamente un'evoluzione stilistica, più che altro fanno pensare ad una maturazione, come in effetti è. Non credo che a priori il cinema moderno sia meglio di quello classico, ma senz'altro il cinema moderno è più "cinema" di quello classico, perchè più indipendente, cioè quello classico risente molto del fatto che è stata la prima tipologia di narrazione filmica e necessariamente si doveva appoggiare alle altre forme di narrazione, mutuandone stili e tecniche.


Gokachu ha detto...

La tua distinzione non collima però esattamente con quella da me proposta; in particolare se prendiamo un film come Tetsuo, tu come lo classifichi? Dal punto di vista drammaturgico lo definirei probabilmente cinema epico: maschere e non personaggi, destini e non passati (per quanto ci sia quel flashback insistente), macrocosmi e non microcosmi. La storia ha senz'altro il predominio sui personaggi. Però, sarà la parola, "classico" non sembra molto adatto a Tetsuo, e dire che ci sia una storia "forte" fa pensare ad una storia lineare, sensata, cosa che Tetsuo non ha. E La Jetée, cinema classico o cinema moderno?


gparker ha detto...

Non penso che queste definizioni siano operative, quali che siano sono necessariamente troppo generiche per comprendere ogni film. Tetsuo è chiaramente un film sperimentale, questo lo colloca fuori da ogni catalogazione.
La mia divisione è tesa non tanto a categorizzare i film ma più che altro a dare l'idea di quali siano le tendenze che spingono in un film.
Trovo che siano una rarità i film veramente moderni e quelli veramente classici, solitamente i film hanno sia delle istanze classiche che delle istanze moderne, con il prevalere di un gruppo sull'altro...


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