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18.6.06

Amore Tossico (1983)
di Claudio Caligari

Innanzitutto è tutto vero. E' vera l'ambientazione, sono veri drogati i protagonisti, i travestiti sono veri travestiti e così le prostitute. E' importante precisarlo perchè quella di Caligari è un'operazione ben precisa, cioè proseguire sulla strada di Pasolini. Anche per questo infatti è stata fatta la scelta di ambientare il film ad Ostia e a Roma, benchè le medesime cose accadano in qualsiasi borgata. C'è la precisa volontà di mostrare l'evoluzione del borgataro pasoliniano nel momento in cui esplodono le droghe.
Certo puntare a Pasolini non è il massimo dell'umiltà, ma un po' d'arroganza non ha mai fatto male. Purtroppo Caligari non è un regista, viene dai documentari e non porta molte idee, le musiche ricordano i film di dieci anni prima e molte soluzioni e idee sono stantie e povere. Eppure Amore Tossico colpisce. Molto probabilmente è proprio la programmatica veridicità del tutto, cercato in ogni modo, che alla fine rende tutto incredibilmente vivo. Non solo gli attori presi dalla strada, ma anche l'ambiente e la crudezza cercata (aghi nelle vene, vomito, sangue...) sono un presupposto teorico che riesce a vincere sulla mediocrità della realizzazione, rendendo alla fine Amore Tossico un film sincero che va oltre le sue banalità.

9 commenti:

Unknown ha detto...

Dunque. Ho visto come hai commentato la classifica dei 100 migliori film di quella rivista là. Il che mi impone di dire Grande!
Complimenti.
i.


gparker ha detto...

Grazie, fa sempre piacere vedere che non si è soli nelle proprie indignazioni.


Anonimo ha detto...

ma quand'è che ti vedrò a cinematografo di marzullo a fare le recensioni al posto di quesi vecchi infami?


gparker ha detto...

Quando anche io sarò vecchio e infame perso.


Anonimo ha detto...

Grande amore tossico! Col pezzo del gelato che mandavano a mazzetta su radiorock. L'unica cosa veramente improponibile è quel finale lì.


gparker ha detto...

Beh si quel finale con i flashback è abbastanza ridicolo, anche perchè secondo me ci stanno sempre male gli artifici narrativi come il flashback nei film di stampo documentaristico.
Cmq era chiaro che dovevano morire.


Anonimo ha detto...

Morto crocifisso è un pò troppo. Poi quello che non sopporto di questi drammi è che, anche se sopravviveva, lo stesso non aveva fatto una bella fine.


gparker ha detto...

MA NO!!! E' QUESTA L'ESSENZA DEL VERO DRAMMA! Come si vede che non sei un tragediofilo...
Nel vero drammone senza uscita il protagonista non muore mai, perchè la morte sarebbe una benedizione! Nulla è peggio del dover convivere con il dramma ed il dolore.
Alla fine sono stato quasi felice che fosse morto il protagonista, invece doveva vivere per sempre con il rimorso e il ricordo incessante!


Anonimo ha detto...

cconcordo con gparker, alla fine se fosse rimasto vivo sarebbe stato peggio..

Peccato che gli è andata "di sfiga" nella vita reale.. è morto pochi anni dopo di AIDS, ma aveva smesso da tempo di bucarsi


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