Ogni volta che vedo questo film non posso fare a meno di pensare a quanto sia sbagliato il termine neorealismo. Non tanto perchè non identifichi bene il cinema di quegli anni (a quella funzione assolve bene) ma da un'idea di unità che non c'è.
Non si tratta infatti di un movimento come la Nouvelle Vague, che ha una base teorica a priori che rende più omogenei i vari cineasti, ma una tendenza che è stata chiamata neorealista. In sostanza trovo più appropriato il termine "cinema italiano della liberazione" che chiarisce subito il fatto che la corrente è durata poco e che non riconduce tutto ad un elemento unico, ma consente di mantenere ben distinte le due matrici fondamentali di quegli anni: il cinema di Rossellini e quello di De Sica.
E proprio in Miracolo A Milano sono evidenti tutti gli stilemi della corrente De Sica, che crede in un cinema dalla messa in scena evidente e dai molti artifici, un cinema che non vuole essere realista nelle sue storie ma solo nelle sue ambientazioni e soprattutto che ha uno sguardo verso i suoi personaggi decisamente parziale. Uno sguardo che è alle volte indulgente e alle volte paterno, ma mai distaccato come quello di Rossellini.
Poi in particolare Miracolo A Milano non mi è mai piaciuto. Questa favoletta piena di simbolismi e manicheismi che ha lo scopo troppo palese di educare e dimostrare mi infastidisce quasi quanto la frase finale.
Non si tratta infatti di un movimento come la Nouvelle Vague, che ha una base teorica a priori che rende più omogenei i vari cineasti, ma una tendenza che è stata chiamata neorealista. In sostanza trovo più appropriato il termine "cinema italiano della liberazione" che chiarisce subito il fatto che la corrente è durata poco e che non riconduce tutto ad un elemento unico, ma consente di mantenere ben distinte le due matrici fondamentali di quegli anni: il cinema di Rossellini e quello di De Sica.
E proprio in Miracolo A Milano sono evidenti tutti gli stilemi della corrente De Sica, che crede in un cinema dalla messa in scena evidente e dai molti artifici, un cinema che non vuole essere realista nelle sue storie ma solo nelle sue ambientazioni e soprattutto che ha uno sguardo verso i suoi personaggi decisamente parziale. Uno sguardo che è alle volte indulgente e alle volte paterno, ma mai distaccato come quello di Rossellini.
Poi in particolare Miracolo A Milano non mi è mai piaciuto. Questa favoletta piena di simbolismi e manicheismi che ha lo scopo troppo palese di educare e dimostrare mi infastidisce quasi quanto la frase finale.
6 commenti:
ma io credpo chi toto e un viridiano
lui staia nella base solitia..dopo libia y englia ora italia toto uhm
forse dovresti studiarti un po' zavattini prima di sparare a zero su questo film. Il film inizia con "C'era una volta..." e poco dopo un bambino viene trovato sotto un cavolo. Secondo te si tratta di cinema educativo, come lo definisci tu o più semplicemente di una favola ben lontana dal "neorealismo" di Ladri di Biciclette o di Sciuscià....?
si tratta di cinema educativo
una favola non può avere fini educativi?
perchè ti infastidisce tanto?
il film?
non mi infastidisce "tanto", solo mi sembra un'occasione sprecata. La metafore favolistica secondo me non rende giustizia ai talenti in gioco e non riesce a parlare con l'efficacia che si vorrebbe dei temi trattati.
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