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19.9.06

Strade Di Fuoco (Streets Of Fire, 1984)
di Walter Hill

L'idea di cinema di Walter Hill è quella di un racconto narrato senza enfasi sulla forma della narrare e sui mezzi di messa in scena ma con ritmo e asciuttezza, l'idea di mondo è quello di un aggregato di microuniversi non comunicanti fra loro.
Che siano le bande notturne di New York o i detenuti delle prigioni, poco importa, ciò che accade in questi microuniversi per sconvolgente o non influente che sia non interessa agli altri.
Questa volta a pochi anni da I Guerrieri Della Notte si torna a parlare di bande e notte nella metropoli (ma adesso è Chicago). A fare da ponte con il grande successo di Hill non è solo la tematica ma anche il direttore della fotografia Andrew Laszlo che porta alle estreme conseguenze le scelte estetiche de I Guerrieri, una città notturna deserta e silenziosa ma illuminata a tinte fortissime (questa volta sono i neon anni '80) e permeata da un'aria retrò. Un presente anni '50 si direbbe, una scelta estetica che rispecchia quella di girare un noir avventuroso, musica di sassofono, alcol, bar e personaggi perduti. Eppure quella del noir è solo una traccia estetica e di linguaggio perchè il vero genere di Strade Di Fuoco (e questo dimostra anche quanto i due generi in fondo si somiglino) è il western.
In Strade di Fuoco confluisce tutta l'evoluzione del genere, da Ombre Rosse a L'Uomo Che Uccise Liberty Valance.
Ancora una volta c'è un'odissea metropolitana di un gruppo ma in questo caso non è una banda bensì un insieme eterogeneo non dissimile a quello della carrozza di Ombre Rosse, gli strati integrati della società assieme ai reietti e ognuno sta con i propri simili. Eppure nonostante l'eroe esca vincitore anche dal rituale duello finale con il cattivo (non con le pistole ma a martellate in faccia) e soprattutto nonostante il cattivo sia il grandissimo Willem Dafoe, non ci sarà gloria, non avrà l'amore della sua donna nè una ricompensa solo ulteriore solitudine.

Incredibile come a fronte di tanto sforzo, tanti dotti riferimenti e interessanti parabole il film valga veramente poco. Banale, noioso e lento, si fa fatica a pensare che sia stato ideato e diretto dalla medesima persona. Non c'è commozione, non c'è emozione e i personaggi non vanno più in là del repertorio di frasi da duri che pronunciano. Come nel caso di I Guerrieri Della Notte preferisco pensare di essere stato di fronte ad un film che non ha retto la prova del tempo piuttosto che essere stato di fronte ad una vaccata.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ero sicuro che lo avresti visto... Io lo avevo già visto tempo fa e mi aveva fatto la stessa impressione... Sto giro lo volevo rivedere, ma io non so come mai, da quando ho sky non sono riuscito a vederci un solo singolo film. Comincio e poi mi annoio...


gparker ha detto...

No io invece faccio le 3 del mattino perchè come finisce uno giro e ne trovo un altro iniziato da 5 minuti che mi prende....


Anonimo ha detto...

hai ragione...e non ce l'hai...;-))
si vede che nel 1984 non c'eri...
era un B+ movie, e ha regalato sensazioni diverse a chi non aveva le sollecitazioni musicali e vivive che oggi vi e ci sembrano normali.
In questo è stato grande anche se ben lontano dai Warriors, che ci aprì il cuore...i tempi erano quelli...mad max, blade runner, un mondo nuovo, che ci ha incantato e che fu incantevole.
Oggi la realtà supera le fantasie di allora, ma non diverte così...


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