Il regista e scenggiatore Stephen Gaghan è il medesimo sceneggiatore di Traffic. E si vede proprio. Questa volta però può anche darsi da fare dietro la macchina da presa e realizzare un progetto più aderente alle sue volontà.
Una costruzione e una narrazione che se non fosse per la linearità della linea temporale sarebbero identiche a quelle che Guillermo Arriaga elabora per Iñarritu. Mille eventi separati, mille situazioni diverse facenti tutte riferimento al medesimo problema che lentamente collimano in un unico finale. E' un cinema, quello di Gaghan, che concepisce un mondo in cui tutto è collegato, un mondo in cui i personagi si muovono agiti da forze non troppo dissimili dal più classico destino.
Sinceramente Syriana non mi ha appassionato per nulla, anzi a tratti mi ha annoiato. Di non facile comprensione la trama si distende lungo intrighi, continui riferimenti a nomi che non si è fatto in tempo a memorizzare e intrecci politici. La macchina da presa quasi sempre tenuta a mano (come nella miglior tradizione del cinema degli ultimi anni) viene utilizzata come se invece fosse fissa, una scelta estetica che non mi ha mai convinto.
Ma ciò che più di tutto non mi piace di Gaghan è lo sguardo sui suoi personaggi e come se ne distacchi di continuo, come cioè non sia mai partecipe delle loro gioie e delle loro sofferenze ma sembri guardarli da lontano con un occhio imparziale (e questo non mi dispiace) che somiglia più a quello del documentarista che a quello del cineasta. Se dunque ha il merito indubbio di mostrare e non dimostrare (anche se una tesi di fondo c'è sempre) dall'altra parte il suo è un cinema freddo, ghiacciato.
9 commenti:
Traffic è spettacolare. E i personaggi di Gaghan, più che mossi dal destino, mi sembrano riordinati come il cubo di rubik.
Non ci posso credere che ti sei fatto comprare dalla coppia Soderbergh/Gaghan, proprio il gatto e la volpe!
Ti hanno conquistato con le storielle ad incastro e la faccenda della farfalla che sbatte le ali a Mosca e crolla un palazzo a New York?
Ma allora Inarritu?
Non lo conosco. Ho visto Traffic per caso (di notte su rete4 coi bellissimi) e m'ha tenuto incastrato fino alla fine.
Io invece volevo scappare dal cinema....
Odio pure Soderbergh che era il regista in quel caso.
Inarritu è quello di Amores Perros, 21 grammi e Babel. Questi tre film li ha fatti sempre con lo stesso sceneggiatore e in tutti e tre i casi sono storie ad incastro come queste però con sfalzi temporali, cioè solo alla fine capisci come si incastrino e quale venga prima e quale dopo.
Per me bello traffic, ma Syriana non mi ha fatto morire.
concordo con frankie
Ah 21 grammi, sì sì. Non m'ha convinto troppo, lo metto nella categoria dei drammoni pretestuosi (ma quale dramma non lo è?)
tony: l' ape magà non è un drammone pretestuoso. Vorrei vedere voi se alla nascita veniste separate da vostra madre e cresceste in mezzo agli scarabei stercorari, per poi accorgervi allo sbocciare della pubertà che siete delle api....
Su Soderberg confesso che mi sta sulle palle anche a me... Lo metto insieme a Cameron Crowe e a Ron Howard (e se non fosse per Master and Commander ci metterei pure Peter Weir) fra quei registi stra sopravvalutati di Hollywood.
Più che sopravvalutati da Hollywood che danno al pubblico quello che vuole senza imporre niente di quello che vogliono loro. Che mostrano ciò che si è già visto e che ha già funzionato. Che inseguono il prodotto e non l'arte.
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