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21.10.06

Una cosa che centra esattamente il punto

Leonardo, nel suo blog che non conoscevo ma che non mancherò di consultare spesso, ha parlato della questione Google-YouTube dal punto di vista dei blogger. Non i blogger professionisti ma i blogger che lo sono dall'inizio, chi lo fa per sè, per passione e per volontà di espressione e centra il punto sia su questo concetto che sull'evoluzione della rete.
I passi fondamentali:
"È successo nel 2001. I portali erano in crisi – dietro le grafiche colorate, c’erano solo contenuti miserrimi spremuti da stagisti ingenui. L'Internet italiana era una palla. Ma era una palla molto interessante, per me, perché – a parte qualche .gif o .jpeg ancora molto lente da visualizzare – era al 100% testuale. Una palla da leggere. Ergo, serviva qualcuno che la scrivesse.
Ora, si dà il caso che scrivere sia quello che io so fare. Non ho una bella voce né una bellissima presenza. Sono timido e ho i riflessi scarsi. Ma in quel momento non servivano volti né voci. Serviva scrittura. Ci avete mai pensato? Per un attimo breve, una fortuita circostanza, una rete telematica ancora in via di consolidamento ha rimesso indietro le lancette della Storia. Niente immagini in movimento, niente audio: scrittura, come ai vecchi tempi di Gutenberg. Improvvisamente, verso la fine del Novecento, la scrittura è tornata di moda. Sono nati i blog."

"Internet non è ancora così [un medium prevalentemente video]. Ma non c’è nessuna ragione perché non lo diventi. Il destino di uno schermo è mostrare immagini in movimento: se finora si è abbassato ad essere un medium testuale, era unicamente per ragioni di banda. Ma la banda si allarga, si allarga."

"[...]a un certo punto ci sarà la famosa scrematura, e quelli che si salveranno non saranno i migliori produttori di contenuti (ma quando mai?), bensì quelli che li sanno esibire con immagini più professionali. Per allora, le finestrelle di YouTube si saranno allargate ai 21 pollici: i blog non saranno più blog. Saranno quella nuova televisione ‘popolare’ che i profeti spelacchiati delle telestreet sognavano[...]"

"[...]Di fronte a questa prospettiva, io non ho molto da dire. Non sono particolarmente telegenico, non ho una voce sicura, sono impacciato e distratto. Il mio mar Rosso si è richiuso da un pezzo.
Per un attimo internet ha dato un’opportunità a chi sapeva scrivere; era compito nostro sfruttarla. Chi ne ha approfittato per buttar giù un libro e piazzarlo ha fatto benissimo: sono occasioni che si presentano una volta sola.
Il Blog testuale non è più l’avanguardia, ma nessuno ci impedisce di spassarcela nelle retroguardie, o no? I blog si possono scrivere e leggere ancora (la tv non ha ucciso la radio, dopotutto).
Del resto, di che dovrei lamentarmi? La priorità era trovare una ragazza: missione compiuta. Il resto è grasso che cola. [...]"

4 commenti:

prostata ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

gparker ha detto...

Si molto acuta e proprio nel finale mi sembra centrare il punto, cioè il fatto che c'è tutta una dimensione del blog che è estranea all'industria e quindi alle sue evoluzioni, che ha una matrice diversa e scopi diversi, che non è solo un aspetto marginale della vita di chi li fa.


Anonimo ha detto...

Non sono d'accordo.
aumenteranno i vlog, certo, ma secondo me si tratta di due cose diverse.
Anche con la banda larga e maggiori risorse per la produzione il video rimane a fruizione meno immediata.
sembra un paradosso ma è così.
io, ad esempio, preferivo quando le recensioni del mereghetti sul corriere si leggevano: adesso devi accendere le casse, o spegnere la musica (per non parlare della gente che sbircia siti e blog dall'ufficio) e concentrarti per tutta la durata della clip (non è così facile lasciare un attimo perdere per poi ricominciare un video come lo è per un testo scritto).
questo per quanto riguarda un uso "commerciale" del vlog (senza contare che spesso ci sono mini spot e orride mini sigle la cui utilità mi sfugge).
per un uso hobbistico il problema si pone ancora meno: per dare quel quid in più che invogli bisogna introdurre un pò di guizzo registico e soprattutto un pò di montaggio (che per quanto in digitale sia relativamente semplice rallenta lo stesso i tempi di realizzazione di una clip).


gparker ha detto...

E' chiaro che sono due cose diverse, questo vuole spiegare lui, che ora il fenomeno sta andando in quella direzione ma una larga parte dei blogger non è interessata.
E cmq per rimanere sull'esempio Mereghetti penso che certi contenuti e il suo rientra nella categoria stiano meglio in video. Specialmente le sue pillole da 3 minuti e forse ancora di più quelle di Grasso. Hanno uno stile più informale, più diretto e comunicativo.
Poi certo la dinamica di fruizione è diversa, non le puoi vedere al lavoro, è una cosa più da casa.


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