Murnau, il grande poeta del cinema muto da poco arrivato ad Hollywood, a causa del clamoroso insuccesso commerciale di Aurora (film destinato ad una clamorosa quanto giustificata rivalutazione nel corso dei decenni) decide con il collega Flaherty di andare a filmare nelle isole dei mari del sud, a Bora Bora, per fare un film lontano dagli studios e da quel tipo di pressioni.
Il risultato è un'opera strana e diseguale, specialmente per il fatto che Flaherty ha mollato il progetto a metà, lasciando Murnau da solo con del materiale girato non suo. La diseguaglianza è particolarmente evidente nel contrasto tra la prima e la seconda parte, una più descrittivo/documentaristica e l'altra decisamente più narrativa.
Rimane tuttavia l'incredibile abilità narrativa del genio tedesco che spogliatosi ormai di ogni orpello espressionista riesce a creare emozione con elementi semplici e convenzionali e far scaturire il dramma senza usare parole. Infatti i cartelli (come già in Aurora) sono ridotti al minimo e utilizzati unicamente per rappresentare le comunicazioni scritte (lettere, conti, proclami) mai i dialoghi.
Il film è fatto tutto di visi, espressioni, sorrisi, sguardi e particolari in grado di parlare da soli di un mondo dove le proibizioni tarpano le ali e di anime in pena che si battono contro la loro società.
Il risultato è un'opera strana e diseguale, specialmente per il fatto che Flaherty ha mollato il progetto a metà, lasciando Murnau da solo con del materiale girato non suo. La diseguaglianza è particolarmente evidente nel contrasto tra la prima e la seconda parte, una più descrittivo/documentaristica e l'altra decisamente più narrativa.
Rimane tuttavia l'incredibile abilità narrativa del genio tedesco che spogliatosi ormai di ogni orpello espressionista riesce a creare emozione con elementi semplici e convenzionali e far scaturire il dramma senza usare parole. Infatti i cartelli (come già in Aurora) sono ridotti al minimo e utilizzati unicamente per rappresentare le comunicazioni scritte (lettere, conti, proclami) mai i dialoghi.
Il film è fatto tutto di visi, espressioni, sorrisi, sguardi e particolari in grado di parlare da soli di un mondo dove le proibizioni tarpano le ali e di anime in pena che si battono contro la loro società.
7 commenti:
aurora un insuccesso commerciale? mi pareva di aver letto proprio il contrario...
fonte: Mereghetti
Mamma mia Bora Bora....
Il bianco e nero non gli rendono merito...
due o tre anni fa il film uscì in sala restaurato. fu in quell'occasione che lessi che aveva avuto un buon successo di pubblico (non ricordo però la fonte precisa, sicuramente un quotidiano).
ho controllato sul mereghetti, in effetti dice che i produttori si aspettvano maggior successo...
forse sull'imdb ci sono scritti anche gli incassi (non so se lo fanno anche per i film vecchi) ma oggi non mi si apre.
anche se ci fossero però io non saprei rapportarli all'inflazione dell'epoca e soprattutto, al numero di abitanti e all'aflusso medio in sala.
Sarebbe un'operazione incredibile da fare...
vabbè ma credo che sistemi di rilevazione dei dati ci fossero anche allora.
comunque evidentemente ricordo male.
Sicuramente c'erano ma avere solo la cifra dell'incasso non risolverebbe il problema. Io non saprei dire sopra quale cifra un film americano degli anni '30 si può considerare un successo o un fallimento.
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