2017/2018

2016/2017

2015/2016

2014/2015

2013/2014

2012/2013

2011/2012

2010/2011

2009/2010

2008/2009

2007/2008

2006/2007

2005/2006

2004/2005

5.2.07

Le cinema du papa

Se c'è una cosa che non riesco a non guardare fino alla fine sono le interviste all'uscita dalle sale di Cinematografo. Perchè uniscono due elementi per me di massima attrazione: la composizione del pubblico di un certo film e il parere disperato dell'uomo della strada.
Disperato perchè gli viene chiesto e spesso non è pronto a darlo, ma ormai ha il microfono sotto il naso e qualcosa deve dire e poi perchè senza ascoltarsi a vicenda si rifugiano tutti quanti nelle stesse identiche motivazioni ogni volta: "Un film molto bello e pulito", "Degli ottimi interpreti", "Dei bei costumi", "Perfetto per i bambini", "Molto leggero".
Soprattutto poi io non ho mai sentito una bella serie di stroncature. Capita che qualcuno dia un parere negativo, ma mai una bella serie di cattiverie una in fila all'altra, e sì che molti film non solo le meritano ma se le beccano dal pubblico.
Ma del resto non si trovano belle stroncature nemmeno in studio dove le uniche parole dure vengono riservate a film d'animazione asiatici o al cinema più tradizionalmente identificato con la vaccata come la fantascienza un po' più oscura o gli horror.

Insomma Cinematografo, ma non lo scopro certo io, come è noto è la roccaforte di quel pensiero culturale italiattestico che giudica l'arte come si faceva nel 1800, secondo criteri antimoderni, e soprattutto cavalcando ogni moda (moda intellettuale si intenda!), crogiolandosi nell'apocalittismo di questi tempi degeneri.
E' proprio il baluardo di quello che Truffaut chiamava Le cinema du papa, quel cinema vecchio dentro (anche se magari nuovo fuori) basato su principi di "opera d'arte" appartenenti ad un'epoca ormai tramontata. Per Truffaut erano i film tratti dai grandi romanzi della tradizione francese, un cinema vecchio nella forma e nello stile che lui contrapponeva ad opere dello stesso periodo ma infinitamente più moderne come quelle di Renoir.

Per noi Cinematografo è la cartina tornasole di quel cinema superficialmente considerato importante. E' solo la punta più in vista di un sistema di comunicazione sui film che fa capo ai cronisti di cinema per i quali il grande cinema è quello che si è sempre ritenuto grande, mai un parere controcorrente, ma una messa in discussione, mai una novità. E' bello il cinema sul quale si è sicuri che tutti concorderanno, rassicurante (anche quando rivoluzionario), conservatore (anche quando alternativo), tradizionalista (anche E SOPRATTUTTO quando modernista) e più che altro garbato nei toni e nella forma (anche quando sguaiati). I cosìddetti "bei film di una volta" girati oggi.

Ecco io non posso fare a meno di guardare Cinematografo ogni volta che è possibile e di sperare che tanto fastidioso passatismo e tanto anacronismo scatenino una forte risposta, un'esigenza di modernità nel cinema italiano. Una reazione forte a tutto questo fastidio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

è un pezzo che non lo vedo... c'era un periodo che lo beccavo tutte le domeniche, veramente desolante.
il top però è l'ospite settimanale, di solito il protagonista della fiction rai più prossima ad andare in onda, che viene interrogato anch'esso sui film in uscita.
ricordo una volta c'era una tizia che se ne uscì con la seguente frase "ah no questo film non l'ho visto, io vado a vedere solo film italiani", con posa da grande intellettuale.
e tutti ad annuire compiaciuti...


Anonimo ha detto...

Cinematografo ha però un pregio: è vero che si parla bene quasi di tutto e forse in maniera acritica (il massimo è sentire Anselma Dell'Olio che dice che un film comico non l'ha fatta ridere) però è anche vero che si pone su un piano diverso rispetto alle altre due trasmissioni "culturali" di Rai Notte (quella sui libri e quella sugli spettacoli teatrali).
Perché libri e spettacoli teatrali ce ne sono un sacco ogni settimana e nella trasmissione decidono di tirare in ballo solamente quelli di cui vogliono parlar bene (tranne rare eccezioni). Per i film invece è diverso: di film importanti ne escono quattro-cinque a settimana, e si fa in tempo a parlare di tutti.


gparker ha detto...

No certo qualche pregio l'ha. C'è sempre il grandissimo Magrelli che stimo molto e almeno creano una cultura condivisa su cosa esca in sala facendo alla fine promozione al cinema.
Però sono proprio l'embelma del dinosaurismo imperante dell'opinione pubblica. Quel "prima era tutto meglio".


Creative Commons License
...ma sono vivo e non ho più paura! by Gabriele Niola is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 3.0 Unported License.