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30.7.07

L'assenza del vero cinema dalla rete

La morte di Ingmar Bergman è un evento grosso, molto grosso. Di quelli che si guadagnano le prime pagine dei quotidiani. Un evento di cinema come non se ne verificano da anni (imparagonabili le morti di Comencini, Sordi e via dicendo) che ha messo in luce come in rete in Italia non esista una risorsa seria di cinema.

Io vengo a sapere della morte ora perchè apro Yahoo e subito vado sul sito di Repubblica per maggior informazioni (cosa già indicativa), trovo un coccodrillo stile Wikipedia, mi pento della mia scelta e corro sul Corriere sperando nel tempestivo intervento di Mereghetti e così è (che serietà). In collegamento telefonico (probabilmente dal mare) e con abbinate alcune immagini hanno realizzato 2 minuti e 30 secondi nel quale il grande Paolo ricorda con una punta di ironia il carattere dei film di Bergman e ne dà una visione intelligente e affettuosa ("l'incubo dei cineforum e il caposaldo del cinema da dibattito"). Buono, ma chiaramente nulla di eccezzionale nè di soddisfacente.
A questo punto non so più dove andare, mi accorgo di essere smarrito.
Si comincia a fare strada in me la consapevolezza che non esiste un posto serio in rete dove leggere di cinema. Sentieri Selvaggi non ne parliamo, i vari Mymovies.it, filmup.it, screenweek.it, 35mm.it, cinemazone.it si occupano prevalentemente di uscite in sala, non è materia loro, alcuni accennano alla notizia con pezzi wikipediani e altri nemmeno ne parlano.
Le riviste più serie di cinema sono tutte cartacee e hanno siti vetrina non aggiornati in tempo reale e spesso privi di veri contenuti.
Non c'è niente.
I blog di cinema nemmeno li nomino. Mal coordinati, poco aggiornati (e questa però è caratteristica intrinseca del mezzo), poco autorevoli (nella maggior parte dei casi), incapaci per lo più di dare una visione originale e un parere interessante sul cinema andato (e spesso pure su quello presente) non sono purtroppo una risorsa affidabile. Quantomeno non nell'immediato.
Chiaramente quando parlo di blog ci metto in mezo anche questo. Credo che cercherò di scrivere qualcosa su Bergman e poi magari lo linkerò qui, fatto che (a prescindere assolutamente dalla discutibilissima qualità del risultato) sarà comunque intempestivo.

Io un'idea ce l'ho su chi abbia la colpa, chi può essere additato, chi doveva essere in rete e non c'è.
Ciak.
Ciak non è certo la rivista più criticamente e intellettualmente autorevole, è più un mensile di cronaca cinematografica, glamour, fashion ecc. ecc. Che fa bene il suo lavoro, che non è il medesimo di I Duellanti, Noturno, FilmTV e tutti gli altri.
Ma Ciak è l'unica testata italiana di cinema dotata della forza di essere presente in rete in maniera seria e autoritaria (e invece non lo è) e di poter usufruire di firme importanti in casi come questi. Ciak è l'unica testata che può costituire un portale multifunzionale sul cinema che parli di cosa è in sala, di DVD, e di cinema andato, magari dal punto di vista della cronaca come fa sul cartaceo ma integrando anche quando è il caso approfondimenti che diano un minimo di soddisfazione.
E invece no.

4 commenti:

Massimo Manuel ha detto...

Verissimo!


Anonimo ha detto...

Chiaramente è un parere tuo, più o meno condivisibile ;-).

Personalmente trovo assurdo che tu difenda i colossi come Filmup, Mymovies, 35mmm e Castlerock per non aver dato risalto ad una notizia così importante, per poi sparare sulla "Croce Rossa", ossia sui blog di cinema italiani.

Ma comprendo che ognuno giustamente difenda le proprie posizioni ;-)

Così come in Italia bisogna essere "amico degli amici" per lavorare seriamente nel cinema, o anche soltanto lavorare nel cinema, altrimenti dopo tutta la gavetta di questo Mondo tra giornali e tv finisci a lavorare al Mc Donald's, in Italia non avremo MAI un blog di cinema di spessore internazionale fino a quando qualcuno non creerà qualcosa di talmente "grosso" (non di nome, ma di fatto) da farlo diventare un male necessario per le Produzioni.
Che è poi ciò che è successo all'Estero.

Comunque su Trovacinema ne hanno parlato con video foto etc, francamente è l'unico che seguo con continuità tra i colossi, tra l'altro è anche più visitato di almeno due di quelli scritti sopra.
Poi chi c'è? Primissima (articolo), Cinematografo (articolo).

Personalmente penso che le cose o si facciano bene o non si debbano fare, quindi non ho scritto nulla, come in altre occasioni di scomparse eccellenti che sono coperte abbastanza bene dal mondo televisivo.
Ad ognuno il suo.

Poi, nemmeno te ne hai scritto eh, anche io avevo pensato ad un'immagine al volo ma mi sembrava troppo poco ;-)

Buona serata!


Anonimo ha detto...

Dimenticavo!

Concordo anche su CIAK ma il progetto necessiterebbe di un certo investimento, sicuramente a perdere nei primi tempi, il cinema sulla rete italiana non rende se non per poche eccezioni ed un eventuale portale richiederebbe aggiornamenti professionali e persone capaci di lanciarlo e seguirlo...

Insomma, un "lavoraccio", anche se non so se CIAK riceva o meno finanziamenti statali. Sarebbe tutto più semplice...

A presto!


gparker ha detto...

Io ho "difeso" (obbligatorie le virgolette) i siti come filmup perchè non è la loro missione parlare di cinema in questo modo, fanno cronaca e presentano i dati sui film (date d'uscita, attori, registi ecc.ecc.) dal punto di vista critico fanno scrivere chiunque senza alcun criterio e mi sento di poterlo dire perchè per un paio di questi ci scrivo anche io.
E' proprio un altro gioco, secondo me non sono loro a dover assolvere a questa funzione (ad ogni modo su mymovies è poi comparso un pezzo di Farinotti, niente di che, ma almeno...).

Per quanto mi riguarda qualcosa ho fatto per lavoro, un paio di pezzi, ma roba di poco valore e mal posizionata.

Per i blog, non ci credo perchè: 1) non vedo valore aggiunto 2) non c'è tempestività
E ancora lo dico perchè ci sono dentro e mi ci metto dentro.
Sempre da par mio sto provando a lanciare sulla cinebloggers connection (il luogo che dovrebbe riunire e convogliare gli sforzi dei blog di cinema) in maniera organica i contributi su Bergman, ordinati e con un minimo di criterio per favorire la qualità (qualora ci sia). Della serie "ci credo poco, ma ci spero tanto".

Ciak ha dietro il gruppo RCS, e cmq se Mymovies e gli altri sul genere hanno un modello di business sostenibile che non lo può avere ciak, che per il solo nome potrebbe essere in pochissimi mesi la risorsa più visitata della rete.


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