Oggi ripensando al video postato circa una settimana fa con Homer Simpson che ripensa alla sua vita come nel celebre viral video di Noah Kalina, quello di una foto al giorno per 6 anni (entrambi qua sotto), pensavo che è un passo avanti veramente decisivo.
I viral video (e quello di Noah Kalina ne è uno splendido esempio) sono una cosa nuova perchè hanno un formato, una durata e uno svolgimento impensabile per qualsiasi altro medium, sono in sostanza il vero specifico del video in rete. La maggior parte di questi video non potrebbero andare in televisione in nessuna forma (ci provò tra gli altri la Gialappa's Band con esiti magri), non potrebbero essere nemmeno dei cortometraggi, semplicemente sono degli ibridi, degli esperimenti, delle forme di comunicazione audiovisuale particolarissime e adatte alle dinamiche di curiosità e fruizione immediata di internet.
Il frammento dei Simpson in questione invece ingloba per la prima volta un video della rete nel linguaggio audiovisuale canonico (nel caso specifico televisivo), utilizzando quel tipo di montaggio per rendere l'idea di Homer che vede passare davanti a sè la propria vita prima di morire. E funziona! Nel senso che al di là del gioco interno per chi già conosce il video di Noah Kalina è un modo efficace di rendere l'idea di "la vita che ti passa davanti".
In sostanza in quell'episodio dei Simpson una forma di linguaggio audiovisuale nato per la rete viene sdoganata, ampliata (con variazioni "narrative" rispetto all'originale) e inglobata nel linguaggio narrativo televisivo.
Se teoricamente la cosa si ripetesse, se qualcun altro volesse usare quel tipo di montaggio per mostrare un uomo che ripensa alla propria vita o anche per raccontare in breve le fortune e le sfortune di una vita intera quel tipo di forma entrerebbe di diritto nella grammatica del cinema o comunque della narrazione audiovisuale.
Un passaggio non da poco per qualcosa che era partito da internet come una curiosa novità ed ora riceve dagli altri media (più stabili e regolamentati) un riconoscimento di efficacia.
I viral video (e quello di Noah Kalina ne è uno splendido esempio) sono una cosa nuova perchè hanno un formato, una durata e uno svolgimento impensabile per qualsiasi altro medium, sono in sostanza il vero specifico del video in rete. La maggior parte di questi video non potrebbero andare in televisione in nessuna forma (ci provò tra gli altri la Gialappa's Band con esiti magri), non potrebbero essere nemmeno dei cortometraggi, semplicemente sono degli ibridi, degli esperimenti, delle forme di comunicazione audiovisuale particolarissime e adatte alle dinamiche di curiosità e fruizione immediata di internet.
Il frammento dei Simpson in questione invece ingloba per la prima volta un video della rete nel linguaggio audiovisuale canonico (nel caso specifico televisivo), utilizzando quel tipo di montaggio per rendere l'idea di Homer che vede passare davanti a sè la propria vita prima di morire. E funziona! Nel senso che al di là del gioco interno per chi già conosce il video di Noah Kalina è un modo efficace di rendere l'idea di "la vita che ti passa davanti".
In sostanza in quell'episodio dei Simpson una forma di linguaggio audiovisuale nato per la rete viene sdoganata, ampliata (con variazioni "narrative" rispetto all'originale) e inglobata nel linguaggio narrativo televisivo.
Se teoricamente la cosa si ripetesse, se qualcun altro volesse usare quel tipo di montaggio per mostrare un uomo che ripensa alla propria vita o anche per raccontare in breve le fortune e le sfortune di una vita intera quel tipo di forma entrerebbe di diritto nella grammatica del cinema o comunque della narrazione audiovisuale.
Un passaggio non da poco per qualcosa che era partito da internet come una curiosa novità ed ora riceve dagli altri media (più stabili e regolamentati) un riconoscimento di efficacia.
1 commento:
ROMAN OPALKA
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