Che Temple sia abbonato ai documentari sul rock si sa e che sia un appassionato del punk britannico pure, per questo è lecito aspettarsi molto da Il Futuro Non E' Scritto. E molto viene dato, almeno per la prima parte.
Tutta l'ascesa del cantante leader dei Clash è raccontata con partecipazione, aneddoti interessanti, voci importanti e partecipazioni speciali. Non solo. C'è anche un bell'equilibrio tra la figura umana e il professionista, tra il suo lavoro, la sua storia professionale, la sua musica e la sua vita privata, la sua personalità.
Poi finito il racconto del periodo Clash il film naufraga al pari di Strummer. Noia, grandi pontificazioni e soprattutto una struttura del racconto che non avvince, non appassiona e non riesce a rendere interessanti fatti non interessanti.
Il punto è che nessuno ha costretto Temple a fare il racconto cronologico della vita di Joe Strummer, ci sono molti modi per raccontare di un uomo e un musicista (dal grado zero a Io Non Sono Qui).
Sinceramente poi la metafora adottata, quella del racconto intorno al fuoco (tutti gli intervistati sono intorno ad un falò e parlano), perchè Strummer era fissato con i falò può, convincere in teoria ma poi nella sua realizzazione è abbastanza ridicola e non così empatica come si propone di essere.
Insomma si tratta di una buona rivisitazione di parte della carriera di Strummer che potrebbe andare bene in televisione. Di cinema neanche una traccia. Nemmeno una traccia dell'uso delle immagini, della messa in relazione delle scene fra di loro, dell'uso di un linguaggio del montaggio ecc. ecc.
Anche la musica, chiaramente molto presente, è utilizzata come sottofondo e non come strumento di messa in scena, non aggiunge significato ma fa da contorno.
Tutta l'ascesa del cantante leader dei Clash è raccontata con partecipazione, aneddoti interessanti, voci importanti e partecipazioni speciali. Non solo. C'è anche un bell'equilibrio tra la figura umana e il professionista, tra il suo lavoro, la sua storia professionale, la sua musica e la sua vita privata, la sua personalità.
Poi finito il racconto del periodo Clash il film naufraga al pari di Strummer. Noia, grandi pontificazioni e soprattutto una struttura del racconto che non avvince, non appassiona e non riesce a rendere interessanti fatti non interessanti.
Il punto è che nessuno ha costretto Temple a fare il racconto cronologico della vita di Joe Strummer, ci sono molti modi per raccontare di un uomo e un musicista (dal grado zero a Io Non Sono Qui).
Sinceramente poi la metafora adottata, quella del racconto intorno al fuoco (tutti gli intervistati sono intorno ad un falò e parlano), perchè Strummer era fissato con i falò può, convincere in teoria ma poi nella sua realizzazione è abbastanza ridicola e non così empatica come si propone di essere.
Insomma si tratta di una buona rivisitazione di parte della carriera di Strummer che potrebbe andare bene in televisione. Di cinema neanche una traccia. Nemmeno una traccia dell'uso delle immagini, della messa in relazione delle scene fra di loro, dell'uso di un linguaggio del montaggio ecc. ecc.
Anche la musica, chiaramente molto presente, è utilizzata come sottofondo e non come strumento di messa in scena, non aggiunge significato ma fa da contorno.
6 commenti:
mmmmmm..... peccato.
eh si
..ma è possibile che si debba sempre andare a fare le pulci sull'aspetto "tecnico"...? Il film coinvolge, emoziona...dopo giorni ce l'hai ancora dentro..Questo basta e avanza. Molto bello.
Le pulci all'aspetto tecnico vengono fatte proprio quando (come nel mio caso per questo film) non ti rimane dentro e non ti emoziona e si cerca di capire come mai.
..sensibilità diverse, probabilmente.. In ogni caso mi sembra anche ben fatto tecnicamente, il falò efficace, molto ricco dal punto di vista della ricerca dei materiali. In fondo è un documentario . Altra gente che non è cresciuta con i Clash l'ha trovato bello e coinvolgente e questo penso che sia già notevole..
Sono daccordo sulla ricerca del materiale ma molto meno sulla metafora del fuoco e come già avevo scritto sulla presenza di un'idea di cinema.
Un documentario così realizzato poteva tranquillamente andare in televisione, non c'è neanche l'ombra di un linguaggio cinematografico, non c'è un tentativo di fare un discorso che vada oltre gli stessi Clash.
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