Lele Dainesi ha inviato via mail a molti il link di
alcune sue considerazioni sui social network pregando, qualora ne avessimo, di fare commenti, link ecc. ecc. insomma di contribuire alla discussione.
Non commento sul suo blog perchè arrivo in ritardo e già sono a 35 commenti e mi sembra di buttare un granello di sabbia nel mare, così lo butto nell'oceano rispondendo qui.
Lele parla dei social network e di quanto siano effimeri da una parte e potenti dall'altra, cita la sua esperienza con A Small World e deduce che lì dentro vali (almeno a prima vista e per gran parte degli utenti) in base a chi hai come amico (dunque chi conosci o dici di conoscere dal tuo profilo) e più o meno cosa fai per lavoro. Certo poi riconosce i meriti di queste strutture, ma si interroga sulle possibilità effettive a loro legate.
La sua riflessione chiaramente risente di due cose: finalità dell'uso e campione preso in esame.
Si parla di A Small World, un social network usato ma fra i peggiori e peggio frequentati. Lo dice lo stesso Lele e lo ripeto io, è un circolo "esclusivo" dove per entrare bisogna essere presentati da almeno 5 membri così da costituire una specie di élite che entra in comunicazione in tutto il mondo. Ora si sta diffondendo e questo valore va decadendo sempre di più ma rimane lo spirito di fondo di chi aderisce.
E poi la finalità d'uso, Lele ne parla come di uno strumento per la comunicazione lavorativa, che pure ci sta ma non è l'unica cosa.
MySpace e Facebook, lo sappiamo, sono i social network più usati, dei due io preferisco e uso nettamente di più il secondo (per il semplice fatto che conosco più gente che lo usa) ma ad ogni modo penso possano avere valori simili che principalmente sono quelli di rimanere in contatto con persone mediamente distanti con le quali altrimenti avresti difficoltà a mantenere un legame. Si può trattare dell'amico straniero conosciuto in vacanza, del collega che ha cambiato ufficio, del responsabile dell'ufficio stampa o degli amici del mare.
Certo poi dentro ci sono anche tutti i tuoi veri amici, quelli che senti al telefono, con loro ci fai le cazzate tipo "confronta i tuoi gusti cinematografici" e quant'altro ma non è lì la vera utilità.
La vera utilità è creare di fatto una stazione intermedia tra il conoscente e l'amico, un rapporto tenuto in piedi dal social network (ma anche dall'IM) e poi consolidato in diverse occasioni più sparute (mi reco nella città di questa persona, scopro che andremo al medesimo concerto). In questo ambito i feed di Facebook sono una rivoluzione fortissima come può esserlo Twitter o tutti gli strumenti che consentono di comunicare il proprio "status" (cosa che si fa anche con i nick negli IM), perchè sono informazioni brevi (quindi di facile fruizione) e efficaci che ti tengono aggiornato o ti stimolano a saperne di più e quindi prendere contatto.
Poi ci sono mille altre caratteristiche (i gruppi, la possibilità di mettere foto, la musica...) che sono cose che vedremo quanto andranno avanti e quanto potranno essere utili, ma al momento dal punto di vista della socialità è qui che i social network vincono. Non sono indispensabili ma possono servire e, dato il successo, almeno ora pare che servano.
Poi c'è chi i social network non li usa e si infastidisce di rendere pubbliche le cose della propria vita, quelli li chiamo al telefono o gli mando un sms. O se no anche niente.
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