Roma Wireless è il consorzio incaricato della cablatura con internet WiFi della città, ad oggi copre praticamente solo i parchi, è fermo da tempo, non si sapeva perchè nè come sarebbe andato avanti.
Perciò cito copiaincollando senza il minimo ritegno da Punto Informatico di oggi:
Ecco io ci spero. Ma davvero. Cioè così tanto che se poi non accade nulla sono delusissimo.
Perciò cito copiaincollando senza il minimo ritegno da Punto Informatico di oggi:
non solo saranno centinaia i punti di accesso WiFi in città ma l'espansione sta seguendo un modello economico destinato a reggere nel tempo, a sostenere l'espansione della copertura e a provocare benefici diretti ed indiretti non solo ai cittadini ma anche alle amministrazioni pubbliche.e poi più in là Francesco Loriga rappresentante del Comune nel Comitato Guida Rete Roma Wireless parla di come verrà aumentata la cablatura WiFi
"La nostra idea parte dalla constatazione che esistono diverse reti, a Roma come in altre città, molte delle quali sono di proprietà dell'amministrazione pubblica perché sono del Comune, di enti, di aziende pubbliche, sono reti spesso a banda larga e connettono una serie di punti in città. Non usarle a piena capacità non è tollerabile".dunque
L'idea è appoggiare la creazione di nuovi hotspot grazie a VPN dedicate su quelle reti destinate a beneficiare chi paga per la loro attivazione e allo stesso tempo anche i cittadini. "In pratica [è] un po' come succede con FON"tirando il succo della questione
Se oggi sono attivi tra i 70 e gli 80 hotspot, entro l'anno si punta ad attivarne almeno altri 350 con i costi copertiInfine sulle lunghe procedure di autenticazione precisa che
"Quando partimmo, nella primavera del 2005, la registrazione era molto leggera, giusto i dati necessari a navigare. Poi ci fu l'attentato di Londra, a luglio, che ha cambiato molte cose, tra le ricadute arrivò anche il Decreto Pisanu"ma c'è il tentativo di aggirare la complessità introdotta
"Abbiamo trovato una soluzione che poi è divenuta quasi standard - spiega Loriga - trovando l'avvallo dei ministeri, ovvero l'uso dell'SMS". Un aggiramento comprensibile: poiché il Pisanu impone agli operatori mobili di identificare in modo approfondito gli utenti delle SIM, l'onere dell'identificazione poteva essere tutto lì: "Abbiamo fatto in modo che chi si voleva registrare al nostro servizio wireless dovesse avere un cellulare". Vista la diffusione del telefonino, il metodo è poi stato adottato da molte diversi player. Ma non è il metodo "definitivo"
3 commenti:
comincia a piangere da ora così risparmi fatica poi...prima di fare sta cosa mi devono cambiare divisa che giro con la stessa da 5 anni..mettetevi in coda
Io ci credo.
Intanto i parchi li abbiamo fatti.
NO prima divisa poi tutto il resto
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