Arriva su Rai3 un'infornata niente male di opere di Boris Barnet, maestro della commedia di cassetta sovietica, ma anche fine artista.
Un'Estate Prodigiosa raccontando delle storie d'amore che si instaurano in un collettivo operaio e delle dinamiche di fedeltà al regime, lavoro stakanovista (mai termine fu più adatto) e amicizia virile che intervengono dipinge un quadro non tanto della Russia dell'epoca (ben più disastrata di quella del film) ma dei valori che la permeavano.
Con ovvi obblighi dittatoriali il film esalta il valore del lavoro e della fedeltà al comunismo ma l'individualismo è dietro l'angolo. Le figure sono invidiose le une delle altre, cercano un successo personale convinti che ad esso corrisponderà anche un successo amoroso. Donne e uomini si danno battaglia per l'amore dei propri amati attraverso il lavoro e, benchè lo facciano passando per i loro collettivi e i gruppi cui aderiscono, comunque la vivono come lotte private.
Barnet guarda a tutto questo con un occhio incredibilmente americaneggiante, molte parti di pura commedia e di musica seguono i dettami del musical hollywoodiano e se il montaggio, com'è ovvio che sia, è di pura scuola russa (con sperimentazioni nelle transizioni a metà tra l'audacia e il demodè), l'impianto visivo è decisamente occidentale.
La forza di Barnet sembra infatti non tanto risiedere nella scrittura (cosa che comunque gli fece guadagnare incassi e favori del pubblico) ma nella capacità di immaginare e "vedere" senza confini, sapendosi ispirare al cinema europeo come a quello americano.
Un'Estate Prodigiosa raccontando delle storie d'amore che si instaurano in un collettivo operaio e delle dinamiche di fedeltà al regime, lavoro stakanovista (mai termine fu più adatto) e amicizia virile che intervengono dipinge un quadro non tanto della Russia dell'epoca (ben più disastrata di quella del film) ma dei valori che la permeavano.
Con ovvi obblighi dittatoriali il film esalta il valore del lavoro e della fedeltà al comunismo ma l'individualismo è dietro l'angolo. Le figure sono invidiose le une delle altre, cercano un successo personale convinti che ad esso corrisponderà anche un successo amoroso. Donne e uomini si danno battaglia per l'amore dei propri amati attraverso il lavoro e, benchè lo facciano passando per i loro collettivi e i gruppi cui aderiscono, comunque la vivono come lotte private.
Barnet guarda a tutto questo con un occhio incredibilmente americaneggiante, molte parti di pura commedia e di musica seguono i dettami del musical hollywoodiano e se il montaggio, com'è ovvio che sia, è di pura scuola russa (con sperimentazioni nelle transizioni a metà tra l'audacia e il demodè), l'impianto visivo è decisamente occidentale.
La forza di Barnet sembra infatti non tanto risiedere nella scrittura (cosa che comunque gli fece guadagnare incassi e favori del pubblico) ma nella capacità di immaginare e "vedere" senza confini, sapendosi ispirare al cinema europeo come a quello americano.
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