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7.10.08

L'atteso ritorno delle cattive compagnie

Verso internet il dito lo si punta velocemente e facilmente come nei riguardi di ogni tecnologia, questo non stupisce e forse è anche abbastanza normale, nel senso di una normale espressione delle dinamiche dell'ignoranza.
La cosa interessante invece è che ora che ci si prepara a confrontarsi con le novità che la veicolazione di video in rete porterà ancora non ci siamo liberati del retaggio dei problemi riguardo all'influenza televisiva ma li stiamo solo traslando. E questo leggero mutamento dimostra tutta la riscoperta della socialità che internet porta con sè.

Parlo di notizie come quella di I-Doser (vecchissima e smentita da più parti, io mi sono anche comprato il CD in primis (giuro!) per sperimentarne l'inutilità) che tornano sui giornali ma soprattutto gli studi ufficiali fatti da governi come quello della Casa Bianca, nei quali si parla del problema dei giovani corrotti dai video in rete. Che poi è il medesimo problema delle discussioni nostrane sui video dei bulli a scuola (a proposito non ne fanno più??). In tutti questi casi c'è una componente fondamentale di novità: il ritorno delle cattive compagnie nella paura collettiva.

La televisione trasmette messaggi malevoli che vengono recepiti dalle giovani menti le quali poi interiorizzano e imitano qualsiasi cosa vedano (dal wrestling ai film violenti, dai cartoni diseducativi ai videoclip satanici) mentre il video in rete è ancora più subdolo perchè privato, arriva via mail o social network, viene commentato e amplificato dalle dinamiche di branco e funziona (negli incubi sociali) su una base uno ad uno.
Dunque il video in rete ha tutti i problemi della tv più i suoi autonomi quelli cioè legati all'influenza maligna di un gruppo di persone o ancora peggio della gente di internet.
"I genitori di questi ragazzi sarebbero terrorizzati all'idea che della gente entra furtivamente nelle loro case per incoraggiare i loro bambini a costruirsi un Bong o bersi una birra a 13 anni [...] Il problema è che queste persone entrano nelle vostre case attraverso le connessioni internet dei vostri computer!"
A parlare è il direttore di un osservatorio sui video in rete della Casa Bianca.
Queste cose funzionano. Nel senso che fanno presa sulle persone, lo sappiamo, lo vediamo ogni giorno. Ed è interessante notare come la strategia della paura passi dalla massa alla persona, dall'attacco tecnologico si sposti (leggermente) verso l'attacco alle persone.

Simili paure non fanno che rendere ancora più palese come internet (e l'informatica in rete in generale) non isoli anzi aggreghi. Se la paura passa dall'influenza che un video può avere su un bambino solo (e indifeso come se fosse sottoposto alla cura Ludovico) nella sua stanza ai messaggi malevoli che degli sconosciuti possono sussurrargli all'orecchio attraverso le magli e malefiche di internet è segno che il problema tornano ad essere gli uomini cioè la socialità e quindi, in maniera minore, internet.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

non ho capito tutto ma ne ho tratto due cose:

1) io dovrei essere una sorta di schifezza umana visto tutta la roba disecutiva (film, donne nude e video satanici)che assimilo quotidianamente tramite il web.

2) rosico che nessuno ha mai puntato il dito contro di me, anche io come internet voglio essere additato come "il male".


Fabio ha detto...

La roba che dici tu diventa diseducativa quando ti becchi solo quella. Tu, come me, hai avuto dei modelli di bene e male. Scegli liberamente, non sei stato "diseducato".
A me fa specie che ogni volta che parlano gli esperti di sta roba non dicono nulla al riguardo.

Io sono cresciuto con tutta una serie di eroi proposti dagli anime, imbevuti di etica samurai.
Qui l'età c'entra fino ad un certo punto, è il panorama della narrativa (libri, film, videogames) che è sbilanciato. Il male ormai non è più il male, è diventato una specie di abitudine.


Fabio ha detto...

Vorrei sapere io quale è il modello del bene dei gggiovani oggi.


Anonimo ha detto...

gparker è il modello del bene


gparker ha detto...

un bene più complesso, lontano dall'etica cristiana che lo vede opposto e separato dal male (gli angeli e i demoni) e che dà a quest'ultimo tutte le caratteristiche della seduzione.
E' il bene che ha dentro di sè del male, ma del resto il male anche ha del bene.

La vecchia storia delle filosofie orientali.

Ad ogno modo hai allargato il discorso, il punto è cosa la società indica come "corruttore dei giovani". In ogni era ce ne deve essere uno. E da che la televisione era la tecnologia corruttrice sembra che l'asse si stia spostando di nuovo verso gli esseri umani attraverso la rete.
Il che è un'ammissione indiretta del rinnovato ruolo della socialità.
Se lo dicono anche gli avversatori...


Anonimo ha detto...

io non ho bene dentro di me.

Internet mi ha corrotto completamente


Zonekiller ha detto...

io dico solo: GLORIA E VITA ALLA NUOVA CARNE!


Anonimo ha detto...

Mi collego a ZONEKILLER.
Finalmente rientriamo nello specifico di GParker:
Il SOCIALDROME
E' un pò triste trovarsi all'inizio del futuro e vedere che tutto ciò che è stato teorizzato dalle più grandi menti moderne è oggi così banalmente assimilato nella vita che scorre. Siamo cyberpunk. Dopo aver adottato uno standard di vita basato sul consumismo materiale passiamo allo stadio successivo, immateriale. Ma nutrirsi dei frutti del nuovo media ha i suoi vantaggi. Come affermi i minorenni (i giovani che stanno ancora formando la propria personalità) sono esposti a satanismi, violenze, sesso. Mai come in questa epoca c'è stato un accesso così libero e facile alla conoscenza. Se faccio oggi un figlio so che consumerà porno in cameretta o sul suo cellulare non appena possibile. Vedrà la persecuzione degli ebrei nel novecento senza averne cognizione, gli orsi spellati vivi nelle fabbriche cinesi di pellicce, e così senza fine. Ma non credo che questo andrà a generare orde di psicopatici. Il network sociale è forse uscire dalla preistoria.


gparker ha detto...

Una rete sociale è sicuramente un indicatore di progresso e tuo figlio vedrà la persecuzione degli ebrei senza averne cognizione solo se frequenterà un giro di neonazisti e se tu non gliene parlerai, anche magari con una parola o un aggettivo.


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