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29.11.08

Rachel Sta Per Sposarsi (Rachel Getting Married, 2008)
di Jonathan Demme

Proprio pochi giorni fa si rifletteva su quanto solo 2 o 3 anni fa sarebbe stato impensabile concepire un cinema americano che utilizzi la macchina a mano per film ad alto budget. Eppure è accaduto. A 13 anni dal Dogma è accaduto e addirittura Jonathan Demme gira totalmente fuori tempo massimo un film che in tutto e per tutto poteva aderire al movimento.

Però essendo passati 13 anni le cose non stanno più come prima e le affermazioni da fare sono altre, ci sono altre necessità e altri equilibri cinematografici da mettere in crisi. Così Demme non solo gira un film con luce naturale, esterni, musica solo diegetica (o fintamente tale) ecc. ecc. Ma lo gira con una videocamera digitale di qualità inferiore a quelle che si possono usare e che danno un effetto simile alla pellicola e lo fa per affermare l'identità di ripresa tra cinema e amatoriale.

Trattando il film di un matrimonio ci sono spesso molte videocamere in scena e molti personaggi che riprendono ciò che sta accadendo, spesso negli stacchi di montaggio la palla passa proprio a queste videocamere che inquadrano la scena al pari di quelle più professionali, e teoricamente invisibili, del regista.
La cosa tuttavia non è sottolineata e solo uno sguardo attento se ne accorge. Non c'è differenza nella fotografia tra le inquadrature vere e quelle rubate alle macchine digitali (anche se nella realtà ci sarebbe), perchè qui sta l'idea di cinema che Demme vuole veicolare con Rachel Sta Per Sposarsi.

E la trama pure guarda al cinema familiare danese, raccontando attraverso il bellissimo script di Jenny Lumet una storia di rapporti lacerati da un macigno che pesa su ognuno.
Tutto ruota attorno al ritorno di Kym a casa dalla comunità di recupero per il matrimonio della sorella Rachel. Kym ha avuto mille problemi e per questi è sempre stata al centro dell'attenzione e anche nei giorni del matrimonio della sorella non riesce a smettere di mettersi al centro di tutto, lei e i suoi problemi.
E la cosa fenomenale davvero è che il film è indubbiamente su Kym e i suoi problemi ma si chiama Rachel Sta Per Sposarsi.

La grandezza del film sta davvero nel saper adattare con profondità, personalità e capacità un impianto europeo al 100% in un contesto americano al 100%, esemplare la scena perfettamente riuscita del saluto alla mamma prima accennato, poi forzato, poi impedito dall'intromissione del padre (vero personaggione del film).

22 commenti:

Thomas Morton ha detto...

Jonathan Demme mi piace molto. Uno che dopo "Il silenzio degli innocenti" non si è seduto sugli allori, ma ha continuato a perseguire una sua idea di cinema molto personale e spesso controcorrente.


gparker ha detto...

si infatti massimo rispetto


Anonimo ha detto...

Ciao! Ti ho sentito ieri su RadioRock, era la seconda volta, e ho pensato "niente, i critici oggi o sono vecchi rimbambiti o regazzetti entusiasti che non ci capiscono un tubo" e poi ho mandato il sms in cui chiedevo il tuo cognome, "che così ce penso un attimo..." :P
Su Rachel in parte concordo in parte no, ma mi tocca dirti che "L'uomo perfetto" è il più brutto film italiano della storia.
L'header di questo blog invece è uno dei più belli che mi sia capitato di incocciare, giuro :)

Scusa i toni, non amo le mezze misure :P


gparker ha detto...

Neanche io amo le mezze misure, per questo L'Uomo PErfetto è "una delle commedie più carine degli ultimi anni".
Quello che mi è molto piaciuto è il modo in cui il regista si nasconde lasciando in primo piano il racconto, o meglio la sua abilità a raccontare la storia e la bravura nel fare un racconto che sia leggero ma non stupido, cosa mai semplice.
La medesima cosa che ho ritrovato in Solo Un Padre, film che lungi dall'essere un capolavoro (è pieno di cadute di stile) è il perfetto prodotto medio, che intrattiene senza impegno ma con bravura, senso del cinema e soprattutto rispetto dello spettatore.


gparker ha detto...

dell'header anche io me ne innamorai.
Prima era divero ma lo dovetti cambiare e ci progettai intorno il nuovo layout


Thomas Morton ha detto...

Essendo stato buggerato dalla mia dolce metà che mi portò a vedere "l'uomo perfetto", a suo tempo, lasciandomi credere che fosse una commedia sofisticata americana, posso dire che, dopo l'iniziale scorno, il film mi sorprese abbastanza piacevolmente. Sarà anche che Scamarcio all'epoca non era così famoso...


Giangidoe ha detto...

Già la recensione di Filmtv mi aveva stregato.
Stasera lo guardo e vedrò quanto strascico di dogma ci trovo.


gparker ha detto...

più che altro divertiti a fare caso all'uso che sceglie di fare del digitale...


Anonimo ha detto...

Alla fine, non ho capito a quale categoria di critici Alabama sente che appartieni, se a quella dei "vecchi rimbambiti" o a quella dei "regazzetti entusiasti che non ci capiscono un tubo". Tu in quale ti senti piú a tuo agio?

Comunque, il Dogma é la cosa piú bella e piú forte che sia capitata al cinema europeo negli ultimi anni, e, citando Morrissey, ha aperto gli occhi a tanti pischelli modernisti (nel senso che non avevano mai visto un film anteriore al loro anno di nascita - me per primo) sul fatto che il cinema puó essere diverso e molto piú espressivo, sincero, emozionale rispetto a quello a cui eravamo abituati - un po' come fece, negli stessi anni, la gioventú cannibale in letteratura. Festen rimane uno spartiacque, un punto di non ritorno, una presa di coscienza per un'intera generazione di frequentatori di cinema, e ancora non capisco come mai un cineforumaro attento come il professor Trifogli -che tanti bei pomeriggi ci riempí con i suoi film- all'epoca non lo capí.


gparker ha detto...

A me non dispiacerebbe stare tra i vecchi rimbabiti, ma ahimè credo di rientrare più nei giovani entusiasti.

Il Dogma sicuramente è stato importante ma più come simbolo che come film. Lo stesso Vinteberg ha detto che loro hanno portato in evidenza una cosa che già esisteva, una tendenza e un ritorno ad un certo modo di fare cinema che non hanno inventato loro, gli hanno solo dato visibilità.
E comunque si, che l'abbiano inventato o no, hanno determinato il modo nel quale è tutt'ora impiegato il digitale povero.

Ma chi sei tu che citi il Trifogli?


Anonimo ha detto...

l'esordio con Trifogli fu da pelle d'oca, un Michael Collins con tanto di "seguirá dibattito" sulla questione irlandese. ricordo bene quel pomeriggio: io, fede olivo e andrea ferrucci (tridente allora non solo sul campo da calciotto) unici infiltrati di altre sezioni, gli unici -forse- in sala per il piacere di vedere la pellicola (e, perlomeno io, le ragazze della C) e non per timore dell'interrogazione in storia e filosofia del giorno dopo. nonostante i racconti degli amici che erano suoi alunni, che lo dipingevano come un mostro, io e gli altri l'abbiamo sempre stimato il baffo, magari perché lo conoscevamo solo nella sua docile versione dopolavoristica (storia a parte era la sua chiacchierata storia d'infedeltá coniugale "da sala professori" con la prof di greco della A, anche detta susy capezzolo, che lo rese ai miei occhi ancora piú simpatico).


gparker ha detto...

Questo blog sta diventando un programma vetrina tipo quelli di Paolo Limiti...
Potrei fare una partnership con Facebook.


Anonimo ha detto...

Hai ragione, meglio parlare di cinema, ma d'altronde cosa pretendi, questa é la societa dello spettacolo (o, per un riferimento piú nazional-popolare, la sindrome da Maurizio Costanzo Show immortalata in Caterina va in cittá), e anche il tuo blog, te ne fossi accorto o meno, ne fa parte (cos'altro é se non una "vetrina", la tua?).


gparker ha detto...

Si ma una vetrina per me mica per gli altri!!

A parte gli scherzi non è una vetrina per il semplice fatto che non mette in mostra delle cose e basta ma le mente in connessione con altre e tenta di produrre contenuti nuovi a partire da esse.

Adesso, senza stare a discutere il valore di tali nuovi contenuti, il senso stesso di una rielaborazione di ciò che si propone sconfigge la definizione di vetrina.
Se non bastasse poi il mio apporto e quello dei link e connessioni ad altri blog e/o luoghi della rete, esiste tutta la grandissima parte di feedback che sono i commenti che aggiunge ancora valore.


Anonimo ha detto...

ah, andiamo bene....


Anonimo ha detto...

Posso dire una cosa sul film o questo è lo spazio dei maschietti?
A me Rachel mi piace sempre più man mano che passa del tempo dal giorno in cui l'ho visto.
Non so se sia una critica, ma lì per lì l'ho trovato troppo pieno di temi e barocco nella messa in scena, mi aveva quasi stancato alla fine.
Ora invece ammetto che mi ha lasciato dentro un'emozzzzione...
Flavia


Anonimo ha detto...

Dimenticavo!! l'Uomo Perfetto l'ho trovato carino, a me ha veramente divertito Lezioni di Cioccolato che invece molti non sopportano
Sempre Flavia


gparker ha detto...

Lezioni di cioccolato devo vederlo ma me l'hanno detto che è carino.

A me non è cresciuto dentro col tempo Rachel ma comunque non mi è affatto dispiaciuto


Anonimo ha detto...

Ma lo sai che l'attrice che fa Rachel viene dai telefilm? Recita in Stand-off che fanno su Rete4 (credo)...
D'altra parte, anche (oddio non mi viene il nome e LO SO) l'attrice di Million DollarBaby ha esordito in BeverlyHills
F.


gparker ha detto...

ancora più cult Hilary Swank stava in KArate Kid IV


Anonimo ha detto...

Accidenti, sei proprio un Maestro! Mi arrendo... :)

Flavia


gparker ha detto...

quando uno c'ha 'na certa cultura....


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