Internet come strumento per la distribuzione di opere audiovisuali è ottimo, lo stesso però non si può dire quando lo si considera come strumento di creazione. Dei tanti esperimenti di creatività collaborativa in rete praticamente nessuno si è rivelato valevole, influente o anche solo di buon intrattenimento. Eppure il paradigma della creazione collettiva, della collaborazione da quattro soldi (io faccio una cosa, tu fanne un'altra ma separati e al servizio di qualcun altro) continua a dominare, e di anno in anno ritorna in forme diverse e con strumenti diversi, continuando a provare la sua inadeguatezza, non solo ad incontrare il gradimento del pubblico ma anche a dire qualcosa di significativo.
A tal proposito è interessante vedere come Terra Naomi, cantante/chitarrista divenuta famosa su YouTube con un video che (misteriosamente) nel 2006 le valse il premio per il miglior video musicale presente sulla piattaforma, per l'uscita del suo nuovo album abbia stretto una partnership con Hipstamatic (la società che produce l'omonima app per fotografie in stile analogico) per un "video collaborativo" (brivido lungo la schiena).
In sostanza l'idea è che a fianco di Terra che suona compaiono fotografie scelte tra quelle inviate dalla vasta community di fan (l'audace tema era "What do you love") previa scrematura fatta attraverso i voti della stessa community, com'è logico che sia.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, un video che non solo ha poco appeal ma non riesce nemmeno a farsi forza delle particolarità dello strumento scelto (le foto di Hipstamatic). La collaborazione di certo è servita a poco (a sua discolpa è stata anche applicata veramente male) ma non ha nemmeno fatto una promozione seria alla società che si è messa in prima persona nell'affare con un accordo partnership vero e proprio.
A fare da rovescio della medaglia c'è un altro caso che ha al centro Hipstamatic e videomusica. Curiosamente l'idea di fare un videoclip con foto di Hipstamatic era venuta solo poche settimane prima alla band italiana emergente e molto indipendente I Cani, che per l'uscita del suo primo singolo, Hipsteria, aveva utilizzato una serie di foto scattate ad hoc per costruire una storia muta.
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