2017/2018

2016/2017

2015/2016

2014/2015

2013/2014

2012/2013

2011/2012

2010/2011

2009/2010

2008/2009

2007/2008

2006/2007

2005/2006

2004/2005

25.5.12

Holy Motors (id., 2012)
di Leos Carax

CONCORSO
FESTIVAL DI CANNES 2012

Considerato l'osservato speciale del festival, osannato dal pubblico accreditato a suon di applausi ma terribilmente segnato da un linguaggio e scelte espressive che sembrano uscite dai peggiori anni '70, Holy Motors è un film non lineare che su un canovaccio semplice (un uomo viaggia per parigi in una limousine e ogni volta che scende interpreta un personaggio in una scenetta surreale e quasi irreale) organizza diversi piccoli segmenti metaforici e simbolici.
A differenza del pessimo film di Andrew Dominik, il pessimo film di Leos Carax non sbandiera i significati o i riferimenti delle proprie metafore e simbologie ma lo stesso costella il film della loro presenza esibita.

E' il film come opera da decodificare, rebus da risolvere, disegno da interpretare, una concezione antiquata e passatista che rivendicherebbe ora la propria attualità. Ovviamente senza speranza.
La cosa peggiore di Holy motors infatti non è la noia, la pretestuosità e l'ermetismo senza senso, quanto la forte incapacità di parlare dell'oggi, di rapportarsi ai temi attuali con un linguaggio che sia parte del proprio tempo. 

Carax non è certo l'unico autore a battere percorsi non semplici e non lineari, anche in questi anni. Ma se altri riescono lo stesso a dire qualcosa (perfino l'ultimo Gaspar Noè, per non dire di Kim Ki Duk o le follie di Kitano), Holy motors rimesta nel vuoto, vuole spiazzare con un uso abbondante di umorismo ma senza trovare mai la reazione istintiva e gutturale dello spettatore, un affare di cervello e non di risposta istintiva. Per questo il suo film è più simile alla Settimana enigmistica che al cinema, più simile alla visione dell'arte come la insegnano alle scuole superiori ("Tu, al primo banco. Qual è il messaggio che il poeta vuole lanciare con l'uso di questa figura retorica?") che a quella come la vivono gli appassionati.

2 commenti:

Marzio ha detto...

La visione dell'arte come la vivono gli appassionati.
QUALI appassionati?

Uso abbondante dell'umorismo? Un film pessimo, noioso e senza senso che rimesta nel vuoto? 0_o

Sembra quasi che qui si sia visto un altro film.
Non ho parole.


gparker ha detto...

Quelli che hanno superato gli anni '70 del cinema e che cercano un linguaggio moderno e non ancorato all'ermetismo che non porta da nessuna parte.


Creative Commons License
...ma sono vivo e non ho più paura! by Gabriele Niola is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 3.0 Unported License.